Dall'Igna (Ducati): "Abbiamo invertito la direzione"
Ingegnere Gigi Dall’Igna, per certi versi si può dire che la Ducati sia stata la sorpresa positiva dei primi test di Sepang.
«Complessivamente sono soddisfatto del lavoro svolto nei tre giorni di test: per me era importante provare a invertire la spirale negativa degli ultimi tempi e credo che l’obiettivo sia stato raggiunto. Era importante riuscirci, perché la motivazione di tutti gli uomini che si occupano dello sviluppo, ma anche – e soprattutto – dei piloti è una delle chiavi per riuscire a fare bene».
Come hai fatto a invertire questa spirale negativa?
«Tanto dipende dall’organizzazione che ci siamo dati negli ultimi mesi, cercando poi di capire qual era la migliore soluzione possibile con il materiale che avevamo a disposizione per cercare di migliorare la situazione. Devo dire che abbiamo fatto un buon lavoro».
Ci puoi dire che Ducati c’erano in pista?
«Il programma era già stato stabilito a Valencia, con Hernandez che sta portando avanti il progetto “Open”, importante per tanti ragioni, perché nelle intenzioni dell’organizzatore (la Dorna, NDA) questo dovrebbe essere il futuro della MotoGP ed è fondamentale partire con un certo anticipo con questo programma, come peraltro hanno fatto più o meno tutti i costruttori. Le altre tre moto erano in versione “factory”: per noi in questo momento è importante riuscire a fare dei progressi sulla moto, cercando di migliorare la sua competitività. (Dall’Igna non l’ha specificato, ma a Sepang c’era l’ultima versione della GP13 vista a Valencia e la GP14, visibilmente diversa nel telaio e in altri particolari, con una distribuzione dei pesi modificata, che ha portato al miglioramento in ingresso curva, NDA)».
C’è tempo fino al 28 febbraio per decidere se utilizzare la “factory” o la “open”; so che non mi dirai mai quale sarà la scelta, ma l’avete già fatta o servono i prossimi test per decidere?
«Noi già a Valencia avevamo deciso per tre “factory” e una “open”. E’ però vero che il regolamento “factory” per noi è un po’ restrittivo, perché per Ducati è fondamentale sviluppare la moto e trovare delle soluzioni differenti rispetto alle attuali: il “congelamento”, alla prima gara, dei cinque motori dal punto di vista tecnico ci limita molto sotto questo aspetto e per noi diventa difficile introdurre quelle modifiche necessarie per rendere il motore più competitivo. Nelle settimane che rimangono prima dei prossimi test (26, 27 e 28 febbraio, NDA) faremo delle analisi e poi la nostra scelta (Dall’Igna non risponde chiaramente alla domanda, ma la sua valutazione, a mio modo di vedere, è chiarissima: per la Ducati è meglio la “Open”)».
Quando vedremo la prima Ducati realizzata completamente dall’ingegnere Dall’Igna?
«Il programma che mi sono dato è quello, prima di tutto, di conoscere le persone all’interno del reparto corse. Poi, evidentemente, devo capire questa moto, diversa dai miei concetti: devo analizzare il positivo e il negativo di questo progetto. Mi sono dato come scadenza la terza gara (GP Argentina, 27 aprile, NDA) per raccogliere tutte le informazioni che mi servono per poter poi pensare a qualcosa di diverso. Soltanto allora è ragionevole pensare di poter programmare la fase successiva e quindi iniziare a disegnare qualcosa di diverso».
Fenomenale
Ducatisti, fate un monumento a questo ingeniere.
Peccato solo che non ci fosse 3 anni fa per fare il lavoro con Rossi...avremmo potuto vedere un'italiano vincere su una moto italiana...peccato, peccato davvero.
Forza e coraggio
Le analisi di Dall'Igna sono realiste e denoto una certa umiltà.
Forza Ducati il motociclismo ha bisogno anche di una rossa in questo spettacolare campionato di MotoGp !!!