2010-2019: Dieci anni di Motomondiale. I momenti indimenticabili (secondo voi lettori)
Per celebrare, ancora una volta, l'addio al decennio "con l'1 davanti", vi abbiamo chiesto - sulle nostre piattaforme social - di ripercorrerlo assieme a noi, segnalandoci le vittore, le sconfitte, i grandi ritiri, e anche le tragedie che più lo hanno segnato nel motomondiale.
L’addio a Marco Simoncelli
Proprio sul più tragico dei temi tutti i lettori sembrano essere concordi: uno degli avvenimenti che ha tristemente segnato questo decennio è stato la morte del ventiquattrenne Marco Simoncelli: “E' stato uno spartiacque - scrive un follower - la perdita di Marco ha segnato il mondo intero. Tutti ricorderanno sempre quel momento infinito, la disperazione nei paddock e la grande forza della famiglia”.
Un ricordo che unisce i tifosi di tutto il mondo e che ha indelebilmente segnato anche la carriera dei colleghi, uniti dal dolore della perdita: “La vittoria in Moto2 che, a Valencia, Michele Pirro ha dedicato a Marco - ha ricordato un altro lettore - è stato uno dei successivi momenti più commoventi".
Casey Stoner: il ritiro del leone fragile
"Simoncelli ci ha unito tutti", disse Casey Stoner dopo la morte di Marco nel 2011, anno in cui l’imperturbabile talento australiano vinse il suo secondo titolo mondiale, questa volta con la Honda. Un lettore descrive così la sua stagione straordinaria: "Da ducatista, Stoner avrà sempre un posto nel mio cuore. Il suo 2011 fu assurdo. Mi ricordo che vinse il mondiale a casa sua, in Australia, il giorno del suo compleanno. Fu incredibile".
Fu il punto più alto della parabola di un pilota tanto forte quanto fragile, che un anno più tardi scelse di ritirarsi ad appena 27 anni: "L’addio di Stoner dopo la nascita di sua figlia è stato un fulmine a ciel sereno, ma da lui ci si poteva aspettare solo una cosa del genere. È sempre stato diverso dagli altri".
2015: lo scacco al Re
Il punto di svolta del mondiale 2015 è senza dubbio uno dei momenti più controversi degli ultimi anni e, forse, dell’intera storia del motomondiale. Ne sono convinti tutti i nostri follower, che oggi, così come nel 2015, ancora discutono sulle sorti di un mondiale che vide trionfare Jorge Lorenzo.
“Non c’è nemmeno da chiederlo - scrive, per esempio, un lettore - il momento indimenticabile degli ultimi dieci anni purtroppo è quello del GP di Malesia 2015, quando Valentino Rossi perse il decimo titolo commettendo quell’errore su Marc Marquez. È stato l’inizio della fine per il Dottore, e anche la proclamazione della furbizia dello spagnolo".
Marquez contro tutti
Per un Valentino Rossi che invecchia, ma che continua a regalare emozioni - ne sono la prova i tanti lettori che ricordano le sue grandi imprese di questo decennio - c’è un Marc Márquez che sembra deciso ad abbattere ogni record.
Il fenomeno di Cervera, classe 1993, ha proseguito una dominazione spagnola iniziata da Jorge Lorenzo e destinata a rimanere nella storia di questo sport.
In una supremazia così lunga spiccano quindi gli antieroi, che in queste stagioni sono riusciti a mettere i bastoni tra le ruote dell’invincibile Honda del numero 93.
La vittoria di Andrea Dovizioso sotto il diluvio di Motegi nel 2017, quella di Jorge Lorenzo a Silverstone 2013, quella di Valentino Rossi su Danilo Petrucci ad Assen 2017 e, amata da moltissimi, quella del Mugello 2019 dello stesso Petrucci, incredulo trionfatore di una gara indimenticabile.
Spesso giocava al limite ma non più di tanti altri.
Aveva però (secondo tanti…. troppi) un grosso "difetto": essere amico di Valentino Rossi.
Questo fatto gli procurò forse qualche vantaggio ma pure tanto odio.
Un odio gratuito e amplificato si scatenava nei suoi confronti ogni volta che veniva coinvolto in qualche scontro in pista, a prescindere dal fatto che potesse avere torto o meno.
Brutture indicibili nei suoi confronti con l'immancabile riferimento all'amico più famoso, perfino minacce di morte alla quali lui rispose con un sorriso e alla prima occasione con il migliore tempo in prova.
Un atteggiamento da parte di questi signori da doversi vergognare a vita, se la loro testa fosse "normale", evidentemente non lo è.
"Finalmente" ora questi oliatori stanno zitti: c'era proprio bisogno che intervenisse la signora con la falce per farli tacere?
Valentino Masini