Doppia rottura Yamaha al Mugello, colpa di un fuorigiri
La rottura catastrofica dei due motori Yamaha al Mugello – quello di Lorenzo ha ceduto in prova, quello di Rossi sfortunatamente in gara – è stata un vero disastro per il team italo-giapponese. Un disastro per quanto riguarda il campionato, un problema d’immagine ma soprattutto una fonte di grandi preoccupazioni per il futuro: si trattava dei propulsori numero tre per entrambi i piloti, coincidenza che ha ovviamente fatto partire analisi sull’accaduto.
«Dopo i problemi incontrati al Mugello i due motori difettosi sono tornati in Yamaha per essere esaminati. A seguito di indagini approfondite su motori, dati telemetrici e sistemi correlati abbiamo scoperto la causa dei danni» ha dichiarato Kouji Tsuya, Project Leader della Yamaha MotoGP.
«Le rotture sono state innescate da un problema elettronico relativo al limitatore, che ha danneggiato pistoni e valvole. La causa è la stessa per entrambi i propulsori. Per essere chiari, la rottura non ha avuto natura strutturale né è stata innescata da un componente del motore, ma è nata esclusivamente per problemi di controllo elettronico».
«La rottura di Valentino è stata innescata da un fuorigiri accidentale in accelerazione saltando sopra lo scollinamento a fine rettilineo. Una rottura del tutto scollegata dall’errore commesso da Valentino alla San Donato nel giro precedente. Non abbiamo utilizzato mappature speciali per il Mugello, ma quelle di sempre. I due motori sono stati ritirati dall’allocazione per il resto della stagione».
Un problema dunque dovuto al controllo elettronico, in particolare a causa dell’adozione della nuova centralina unica, ancora da scoprire in alcuni particolari della gestione software.
«I motori non hanno avuto problemi, confermando la nostra tradizionale affidabilità. Il problema è nato dal fatto che non eravamo a conoscenza di una diversa sfumatura di funzionamento del software unico per la centralina standard che ha fatto lavorare il limitatore di giri in maniera diversa rispetto allo scorso anno: abbiamo utilizzato la stessa taratura del 2015, non sapendo che il software si sarebbe comportato diversamente».
«Il motore di Valentino era il più fresco dei tre finora punzonati della sua allocazione, quindi, dopo la rottura subita da Jorge durante il warm-up non c’era motivo di pensare ad una sua sostituzione, anche perché non abbiamo certo potuto determinare la causa della rottura accaduta a Jorge in un tempo così ristretto».
«Il Mugello è un circuito critico proprio per questo salto che avviene passando in pieno sullo scollinamento, con il motore che per qualche istante prende più giri del dovuto. Abbiamo fatto tesoro di questa esperienza, e abbiamo già modificato le impostazioni del limitatore di giri quindi non avremo problemi in Catalunya. A titolo precauzionale, gli altri motori usati sia da Rossi che da Lorenzo al Mugello verranno utilizzati solo durante le prove fino a completamento del loro ciclo vitale».
Non pare ci siano motivi di preoccupazione anche per il resto della stagione: Tsuya stesso ha confermato una disponibilità sufficiente di propulsori per chiudere l’anno senza problemi, e di aver già definito la corretta strategia elettronica per evitare il ripetersi del problema.
Le moto Gp (tranne Ducati) usano le "molle pneumatiche" perché quelle metalliche non ce la fanno a copiare l'albero a camme a 18.000 giri (e vorrei vedere). Tuttavia, la possibilità di un bouncing per un fuorigiri c'è, e così han giustificato il botto. Anzi, i botti.
Ducati invece non avrebbe questo problema col desmo, perché il bilanciere di richiamo chiude la valvola sempre e comunque anche in fuorigiri. O mi sbaglio?
Traduco: non è che questo problema, a parità di elettronica, c'è stato forse anche per Ducati (in altre occasioni, chissà), ma grazie alla sua distribuzione, non ha avuto grosso problemi a gestirlo?
Vi ringrazio anticipatamente.