Fabio Quartararo non vuole il peso dell'eredità di Rossi. E su Marquez: "Ci sarà e sarà un bene"
Fabio Quartararo non ha mai nascosto di essere un emotivo ed ha anche più volte ammesso che questo aspetto del suo carattere gli è costato caro, soprattutto durante l’ultima stagione. Ha lavorato a lungo in inverno per imparare a gestire le emozioni, ma c’è ancora una cosa che lo manda in bestia: essere considerato il sostituto di Valentino Rossi. O, peggio, quello che lo ha scalzato. “Io – ha ribadito anche in una recente intervista, dopo averlo già fatto in altre occasioni – sono un pilota Yamaha del Team Monster Energy e per questo vorrei essere valutato. Non sono il sostituto di Rossi e nemmeno il successore, sono un pilota della Yamaha così come lo è stato Valentino per quanto riguarda la squadra ufficiale e così come lo è ancora visto che il Team Petronas utilizza le M1”.
Il giovane francese non vuole quindi, la pressione d’essere considerato l’erede di una sella che, inevitabilmente, scotta molto e vuole poter approcciarsi al mondiale con la mente totalmente libera da responsabilità che non dipendono strettamente da lui. “Voglio giocarmi il titolo – ha detto senza girarci troppo intorno – sono consapevole di poterlo fare e credo che sia anche ciò che Yamaha si aspetta da me dopo avermi scelto per il team ufficiale. Ho avuto buone sensazioni in Qatar, ma certo le gare saranno un’altra cosa”.
Quartararo, a quanto pare, conta i giorni che lo separano dalla prima bandiera a scacchi della stagione, nella consapevolezza che è solo nei gran premi che potrà avere piena coscienza del suo livello e di quello degli altri. E spera di rivedere presto anche l’avversario più temuto: Marc Marquez. “Anche se non ha fatto i test MotoGP – ha affermato il francese - sappiamo bene che proverà ad esserci. Vederlo tornare è un bene per il campionato e anche per me. Mi ha aiutato moltissimo nel primo anno: l'ho preso un po’ come una lepre, ho provato a seguirlo e ha spinto i miei limiti. Penso che vederlo dall'inizio del campionato sarà una buona cosa. Avrà effetto su molti piloti, me compreso, e darà ulteriore motivazione".