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GP di Valencia: analisi del giro di pista

- La descrizione dei settori del circuito e i dati dei precedenti GP di Valencia permettono di fare previsioni per il prossimo. Dove la Ducati con Stoner possono vincere approfittando di un Pedrosa fuori forma | M. Temporali, Valencia
GP di Valencia: analisi del giro di pista

 

IL CIRCUITO

- Ideale per 125 e Moto 2, ma lento per la MotoGP, dove i sorpassi sono difficili. 4.005 metri di lunghezza, con 9 curve a sinistra e 5 a destra. Sono principalmente da prima e seconda marcia, da affrontare fra gli 80 e i 100 km/h. Solo 3 delle 14 curve complessive si affrontano tra i 130 e i 200 all’ora. La più impegnativa per moto e pilota è la numero 13, la penultima, curvone a sinistra molto lungo, da quasi 200 all’ora, con leggero scollino nella prima fase e l’alleggerimento della moto. Nella parte finale bisogna puntare un riferimento per frenare a moto piegata e impostare l’ultima curva da 90 all’ora. Il record di velocità appartiene ancora a Troy Bayliss, anno 2004, dove con la Ducati 1000 realizzò i 321,141 km/h.


I SETTORI DELLA PISTA

– T1: comprende due terzi del rettilineo dei box e 2 curve a sinistra, entrambe favorevoli al sorpasso; la prima è scorrevole, da terza, a circa 140 orari, la seconda è un rampino da 90 all’ora da prima marcia. T2: la prima frenata per la curva a destra, da seconda marcia, chiede attenzione nella traiettoria, l’asfalto è in leggera pendenza ed è rovinato sulla linea interna, quindi è più facile cadere. La seconda curva a destra si affronta sullo slancio della prima, con un’unica percorrenza. Breve accelerazione, curva a sinistra da seconda, e via ancora a motore pieno fino alla quinta marcia. T3: in prossimità del curvone, si molla il gas e ci si attacca ai freni per una curva di ritorno in discesa molto lunga che permette linee diverse; si affronta la prima “esse” che porta al rampino più lento della pista, dove si sta “dentro” per diversi decimi di secondo a 80 all’ora di velocità. T4: ci si arriva di slancio, dopo una beve accelerazione, si infila la seconda “esse” di Valencia con una cambio destra-sinistra e si appoggiano subito terza-quarta marcia per allungare sul curvone più tosto di questo tracciato. L’ultima curva permette il sorpasso miracoloso; si affronta a 90 all’ora, ma, se disegnata male la traiettoria, si esce lentamente per il rettifilo dei box.


LE GOMME

– La Bridgestone porta una soft e una media per l’anteriore, mentre per il posteriore una media e una dura asimmetrica; concettualmente, le stesse usate all’Estoril. Le temperature e l’asfalto scivoloso richiedono la miglior messa a punto, per non ritrovarsi con le gomme “strappate” in pochi giri, che significherebbe perdere il ritmo subito. Sono 30 i giri da percorrere, per un totale di 120 km e 420 curve.


LE FRENATE

– I dati della Brembo indicano 8 punti di frenata e in tre di questi si scende a una velocità

La carena di Max Temporali
La carena di Max Temporali

 prossima ai 90 km/h. Le più impegnative sono le prime due, dopo il traguardo e quella successiva, prima del tornantino a sinistra: si effettua un carico sulla leva fra i più elevati, di 6,1 kg, con una decelerazione di 1,6 G.


IL SORPASSO

– I sorpassi in frenata sono difficoltosi, il più delle volte ci si trova su una linea sbagliata in uscita di curva e comunque ci si prende dei rischi. C’è più margine di intervento proprio alla curva 1 (lo spazio di frenata è di 252 metri) e 2 (spazio di frenata, 183 metri), dove si arriva di slancio, ma, in extremis, specie Moto 2 e 125, possono sfruttare anche l’ultima curva della pista, anche se bisogna mettere in conto che si perde molta velocità in uscita per il rettilineo.


LE CONDIZIONI CLIMATICHE

- Le temperature sono buone, vanno dai 16 ai 20°C, con il sole che splenderà per tutto il fine settimana.


IL PILOTA FAVORITO

– I piloti vincenti sarebbero 2, Stoner e Pedrosa, ma, considerando la condizione fisica di Dani, resta il solo Casey. Ha ottenuto la pole position lo scorso anno (poi cadde al giro di ricognizione), ha vinto nel 2008 e ha fatto 2° nel 2007. Pedrosa, dal canto suo, nelle ultime 3 edizioni è sempre salito sul podio, con 2 vittorie (’09 e ’07) e un 2° posto nel 2008. Rossi non vince dal 2004, davanti a Biaggi e Bayliss, ed è forse la pista dove è caduto più spesso. Lo scorso anno è arrivato 2° in volata con Lorenzo (3°).


LA MOTO FAVORITA

– La Ducati va come una lippa qui a Valencia, che dal 2004 al 2009 ha ottenuto 2 podi con Bayliss (con la vittoria nel 2006), uno con Capirossi e due con Stoner nel 2007 e 2008. Lo scorso anno per la prima volta si sono piazzate 4 Yamaha nei primi 7 posti, ma la sensazione è che Honda e Ducati, più brutali e meno armoniche della M1, abbiano un piccolo vantaggio per la vittoria su una pista stop and go, dove anche la cavalleria diventa importante all’uscita lenta delle curve.


LA PREVISIONE…

- Quest’anno le gomme Bridgestone favoriscono più che mai lo stile di guida “spigoloso” di Stoner e Pedrosa, avendo perso quel po’ di grip utile a chi invece la moto ama farla correre dentro la curva, come Rossi, Lorenzo, Dovizioso. E a quanto pare, dal 2006 con Bayliss (non c’era ancora il monogmma) arrivando ad oggi, a Valencia hanno vinto piloti con quella caratteristica di spezzare la curva. Se Stoner non commetterà pazzie, i numeri lo danno vincente. In caso contrario, salta fuori la coppia Rossi-Lorenzo, con l’inserimento di Hayden ed Edwards per le posizioni subito dietro. Punto di domanda per Dovizioso, che qui non ha mai brillato particolarmente. Per chi ha problemi fisici, questa è la pista più impegnativa, dalle avambraccia (Checa), alle spalle (Pedrosa, Rossi), a gambe e piedi (De Puniet, Capirossi, Spies).

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