Intervista a Nicky Hayden
MADONNA DI CAMPIGLIO
Sempre sorridente e disponibile, Nicky Hayden è per certi versi un pilota atipico. Un gran bravo ragazzo, pronto a rispondere a qualsiasi domanda, anche le più insidiose, pronto a riconoscere i suoi limiti e mai arrogante nelle sue considerazioni. E’ stato proprio l’americano del Kentucky ad aprire la ventesima edizione di Wroom.
Nicky, qui nel 2008 ti chiedevamo le aspettative per il 2009; oggi vogliamo fare un bilancio della passata stagione.
“Sicuramente le aspettative erano più alte rispetto ai risultati che poi ho ottenuto: è stata più dura di quanto mi aspettassi. Ma la vita è così, a volte le cose non vanno come vorresti. L’inizio è stato difficilissimo: sono caduto pesantemente un paio di volte e non riuscivo a prendere il ritmo. Poi le cose sono migliorate: la Ducati mi ha supportato, lentamente sono tornato davanti e ho finito bene la stagione, con un terzo posto a Indianapolis e due quinti posti consecutivi. Sicuramente non è stato sufficiente per considerare positiva la stagione, ma è stato fatto un passo in avanti e questo mi fa guardare con maggiore ottimismo al 2010”.
Cosa ti aspetti quindi da questa stagione?
“A Valencia ho provato la nuova moto e mi piace molto. Inoltre, rimanere nello stesso team mi ha permesso di migliorare la mia comunicazione con i tecnici: la Ducati si è impegnata molto per sostenermi. In questi mesi, ho passato tante ore in galleria del vento e spero di iniziare davanti questa stagione”.
La nuova Ducati ti è piaciuta così tanto che hai addirittura pubblicato una foto sul tuo sito…
“Quando ho visto la GP10 dentro al reparto corse ero un po’ come un bambino con il giocattolo nuovo: ho fatto una foto con il telefono cellulare per farla vedere ai miei amici. L’ho pubblicata sul mio sito: sicuramente l’ho fatta un po’ grossa, ma ero davvero eccitato! E’ stato migliorato il motore e questo dovrebbe rendere la GP10 più guidabile e costante nel corso della stagione. Anche in squadra sono stati fatti dei cambiamenti e tutti attorno a me sono molto motivati: c’è un’energia nuova e credo che questo sia positivo”.
Hai parlato di cambiamenti nella squadra: li puoi illustrare nei dettagli?
“Sicuramente il più grande è quello di Livio Suppo: era un componente importante del team Ducati. Adesso ci sono Vitto (Guareschi, ndr) e Alessandro (Cicognani, ndr), due persone che conoscono bene moto e squadra: possono essere un buon aiuto per noi. Vitto, in particolare, si concentrerà solo sul box e sul team, mentre prima faceva tutto Livio: forse anche troppo. Adesso ci sono persone con incarichi più dedicati e con Vitto c’è un ottimo rapporto. Inoltre, conosce meglio di ogni altro la moto, perché è lui che ha fatto tutti i test e questo garantirà un ottimo interfaccia con Filippo (Preziosi, ndr) e la fabbrica”.
Il 2009 è stato un mezzo disastro: colpa tua o della moto? E come pensi che andrà nel 2010?
“Non c’è mai una sola causa, è sempre una combinazione tra moto, pilota e squadra. Sicuramente io non ho sfruttato al meglio la GP9, giro dopo giro non riuscivo a capirne il reale limite. Ho dovuto un po’ modificare il mio stile di guida e l’approccio, mentre la Ducati, nel corso della stagione, ha un po’ cambiato la Desmosedici”.
Cosa può portare Vittoriano Guareschi?
“Ho lavorato a stretto contatto con Vitto in alcuni test e lui era qualche volta presente alle corse. Spesso, durante i GP, mi chiamava il sabato sera per raccogliere le mie impressioni. Vitto conosce tutto della nostra moto, non c’è nulla che non abbia provato al Mugello. E’ stato un pilota e solo uno che è stato in pista con questi “proiettili volanti” può capire certe cose: questo gli permette di capire come metterci a nostro agio Per lui è una sfida nuova e al sabato pomeriggio dovrà anche prendere decisioni difficili, ma tutti abbiamo fiducia in lui”.
Sembra che la Ducati sia adatta solo a Stoner: è veramente così?
“E’ una domanda che mi è stata fatta centinaia di volte. Sicuramente Casey-Ducati sono una combinazione fantastica e i suoi punti di forza sono perfetti per la GP9. Ma non ci si può nemmeno dimenticare che Casey è un talento speciale: lui sarebbe veloce con qualsiasi tipo di moto. La Ducati è sicuramente particolare, ma ha dei picchi di competitività elevatissimi, che Casey riesce a sfruttare in ogni GP”.
Tu sei un pilota che ha bisogno di molti giri per arrivare al top: il nuovo regolamento che limita i motori a sei per tutta la stagione, rappresenta un problema ulteriore per te?
“Il limite non esiste per i test invernali e questo è positivo. Sicuramente sono pochi sei motori per 18 GP ed è una sfida che i tecnici dovranno affrontare attentamente. Ma questo è un problema loro, io devo imparare a velocizzare il lavoro, a non sfruttare al massimo il propulsore in alcune situazioni. Spero che tutto questo porti a una riduzione dei costi, ma non sono così sicuro che avverrà. I test invernali saranno fondamentali per trovare un buon assetto di base, quello che mi è mancato nel 2009, quando durante il week end di gara facevo un sacco di cambiamenti, perdendo così parecchio tempo”.
E’ stato frustrante per un campione del mondo come te ritrovarsi a lottare per le posizioni di rincalzo?
“Sì. Ma non ho mai dubitato né del potenziale della moto né del mio”.
Dopo il terzo posto di Indianapolis, Stoner si è congratulato con te con un sms: com’è il rapporto con lui?
“Davvero ottimo, anche se, naturalmente, non sempre abbiamo le stesse idee. In pista mi ha sempre sconfitto; anzi, per la verità, non c’è mai stato uno scontro diretto! Ma è un bravissimo ragazzo e spesso ci vediamo anche fuori dal paddock”.
Prima hai detto che sei stato spesso in galleria del vento: perché?
“Ci ero stato anche nel 2009, ma quest’inverno abbiamo passato più tempo, alla ricerca di qualche decimo. Nella passata stagione io ero sempre il più lento dei piloti Ducati in rettilineo: abbiamo cercato di capire il perché”.
Nel 2009 si è parlato dei Magnifici Quattro: credi che nel 2010 ci saranno più piloti in grado di vincere? E cosa pensi di Spies?
“Lo spero, anche se, al momento i Magnifici Quattro (Rossi, Lorenzo, Pedrosa e Stoner, ndr) al momento hanno sicuramente un vantaggio, un passo a superiore rispetto a tutti gli altri. Sta a noi colmare questo divario. Spies può fare una buona stagione: è un pilota forte e lo conferma il suo successo al debutto in SBK. Non dimentichiamoci che in MotoGP ha già corso delle gare: sa già cosa lo aspetta, non può essere considerato un semplice debuttante”.
Hai vinto l’ultimo mondiale delle 1000, poi, con le 800, hai avuto un po’ di difficoltà: sei contento che si torna al litro di cilindrata?
“Sicuramente le 1000 si adattano meglio al mio stile di guida, ma mancano ancora due anni: il mio pensiero è solo sul 2010”.