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L'analisi tecnica dei tempi delle pole di MotoGP, Moto2 e 125

- Marquez (125) e Stoner (MotoGP) candidati alla vittoria; a Rossi mancano 3 decimi di passo di gara. La Moto2 è un terno al lotto | M. Temporali, Losail
L'analisi tecnica dei tempi delle pole di MotoGP, Moto2 e 125


ANALISI 125


Marc Marquez, Derbi, ha un passo di gara insostenibile per gli altri. Unico pilota a girare sotto al 2’07”, con ben tre passaggi in 2’06”651 (pole position), 2’06”997 e 2’06”993 negli ultimi cinque giri tirati. Non ha la moto più rapida del lotto, la classifica delle velocità lo vede al quinto posto, con 223,4 km/h contro la Derbi più veloce di Efren Vazquez che ha toccato i 227,7.
C’è grandissima possibilità che il piccolo pilota spagnolo allunghi fin dalle prime battute facendo gara a sé. Sempre che non si trovi immischiato nelle prime fasi, cadendo in uno dei frequenti errori commessi nel 2009. Pol Espargarò, Nicolas Terol ed Efren Vazquez sono candidati alla zona podio, con un passo di gara che si attesta sul 2’07”200, circa 4 decimi più alto di Marquez. 

Analizzando i tempi parziali, l’unico pilota con un gap ridotto da Marquez a non più di un decimo e mezzo di ritardo per ognuno dei quattro settori, è Espargarò


Analizzando i tempi parziali, l’unico pilota con un gap ridotto da Marquez a non più di un decimo e mezzo di ritardo per ognuno dei quattro settori, è Espargarò, pilota spesso capace di cambiare marcia tra il sabato e la domenica. Certo è che qui in Qatar non si vedrà il classico trenino di piloti giocarsi la vittoria, ma sarà al massimo un affare a due. Restiamo in attesa anche di vedere un Bradley Smith in recupero, nono tempo, dopo che ha lottato con una moto lenta per tutte le sessioni di prove. Il record della pista gli appartiene (anno 2008), corre con la squadra più titolata della 125 e l’anno scorso ha rischiato di vincere il titolo mondiale. Teniamolo d’occhio.

ANALISI MOTO2

Grandissimo equilibrio: in Moto2 può cambiare ancora tutto. Nella classe non c’è stabilità, le moto e i piloti sono in evoluzione, c’è il rischio che un pilota “non sospetto” possa vincere la gara ai danni di Toni Elias, unico a scendere sotto al muro del 2’02”, poleman, nonostante viti e ferro nella mano sinistra e nella gamba destra, inseriti per l’incidente di poche settimane fa. Per lui difficile vincere, la gara è lunga (e combattuta) e lui è troppo sofferente.
Dalle qualifiche si può dire che ci sono almeno sei piloti in grado di allungare sul resto del gruppo. I motori uguali rischiano di dare la possibilità a chi è un pochino più lento di riagganciarsi là dove c’è un minimo di rettilineo. Nelle prime battute di gara, quando mancherà ancora il ritmo, il trenino rischierà di essere anche molto più lungo… 15 piloti chiusi in un secondo, 30 in un secondo e otto. Anche per Claudio Corti (28esimo), Simone Corsi (26esimo), Andrea Iannone (21esimo) e Mattia Pasini (18esimo)c’è la possibilità di trovarsi nel gruppo dei dieci.
Per Pasini, Motobi, la velocità più alta: 275,8 km/h. Per Alex De Angelis (quarto tempo), una delle più basse (l’ottava partendo dal fondo della classifica),con 265,7 km/h.
Julian Simon, il primo a scendere in 2’02”, è stato spesso in testa alle qualifiche, seguito da Stefan Bradl e De Angelis. Proprio quest’ultimo sembra avere più decisione nei sorpassi (ne vedremo parecchi), favorito anche dalle sue traiettorie “spezzate” tra frenata e ingresso curva, stile MotoGP. Un vantaggio in bagarre, ma il lungo rettilineo del Qatar rischiano di vedere vanificare i suoi attacchi. Questi tre nomi più Elias (tutti racchiusi in meno di due decimi di secondo), Takahashi e Cluzel (a 4 decimi) sono indubbiamente i piloti più concreti della qualifica della Moto2.
Impossibile fare un pronostico reale all’80%, i dati tecnici disponibili sono troppo suscettibili a variazioni. A beneficio dello spettacolo e delle sorprese.

ANALISI MOTOGP


Casey Stoner ha una mezza marcia più. Al quinto giro delle qualifiche ha stampato un rapido 1’55”758, ripetuto in successione per altre due volte. In totale sono 8 i giri in 55”, su 10 buoni. 19 le tornate totali dell’australiano, 25 quelle di Valentino Rossi, più di chiunque altro. Segno che in Yamaha c’è da lavorare. Il suo primo 55” si è visto dopo dieci giri e l’ha ripetuto per nove volte su 14 passaggi buoni.
Ha risolto in parte i problemi accusati nel T3 e T4, dove perde relativamente un decimo scarso e 3 decimi e mezzo nell’ultimo settore, quello veloce, del dritto e della volata al traguardo. Peggio utilizzando la gomma posteriore più morbida, dove si evidenziano problemi di trazione dal secondo settore della pista fino in fondo. La Ducati di Stoner sembra invece avere maggior equilibrio, dato che il 55” e zero l’ha ottenuto con entrambe le configurazioni di pneumatici. I motori Yamaha sono tremendamente lenti, Rossi ha la terz’ultima velocità: 319,4 km/h, contro i 329,1 del “duca” n.27. In cima alla classifica ci sono tre Ducati e tre Honda, le Yamaha sono negli ultimi sei posti (ultime due le M1 di Edwards e di Spies).

I motori Yamaha sono tremendamente lenti, Rossi ha la terz’ultima velocità: 319,4 km/h, contro i 329,1 del “duca” n.27


Nel caso di un arrivo in volata tra Rossi e Stoner, il favorito è l’australiano. Ma all’80% Casey si allontanerà nel corso dei primi cinque giri. L’ultimo gradino del podio, secondo l’analisi, spetta a Jorge Lorenzo. Non ha il passo del 55”, ha fatto solo tre giri alla fine per cercare il tempone con gomma morbida. Con gomme dure fatica parecchio, rischia di fare gara solitaria. Dietro di lui non c’è nessuno che possa impensierirlo, a meno che non salti fuori la sorpresa Pedrosa, ma dubito.
Tutte le Honda perdono tantissimo al T3, quella parte del circuito meno tortuosa e maggiormente da raccordare, dove frenate e ripartenze sono ridotte a una soltanto. Curioso che i piloti Honda come Pedrosa (settimo), Aoyama (decimo),Simoncelli (quindicesimo) e Melandri (ultimo) abbiano fermato il loro miglior crono con gomme da gara dopo il quarto, quinto passaggio delle sessioni ufficiali, non riuscendo poi a migliorarsi nel corso dell’ora disponibile, fino al montaggio del pneumatico più morbido. 

La "carena" di Max
La "carena" di Max


Nel secondo gruppo,per la lotta del quarto, quinto e sesto posto, Dovizioso e Pedrosa, con l’inserimento di De Puniet ed Edwards sono i più concreti. Capirossi, che parte quinto, ha staccato un giro alla morte all’ultimo passaggio disponibile,in scia a Rossi, ma purtroppo non ha il passo gara. Corriamo il rischio di vedere una gara noiosa.
 

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