MotoGP 2016. FP2 in Austria: due Ducati davanti
Zeltweg - Fa freddo a Zeltweg, addirittura freddissimo al mattino durante le FP1, quando il termometro non supera i 12 °C. Nelle FP2, fortunatamente, la temperatura sale e, di conseguenza, si abbassano i tempi, fino all’ottimo 1’23”617 finale di Dovizioso, 0”238 più rapido del compagno di squadra, leggermente penalizzato da un problema alle costole, conseguenza di una caduta con la moto da cross durante la pausa estiva.
«La situazione è positiva - questa la prima analisi dell’ingegnere Gigi Dall’Igna ai microfoni di SKY appena terminata la sessione - ma bisogna stare calmi, non abbiamo ancora fatto nulla, è solo primo giorno di libere. Già nei test avevamo visto di avere un buon passo, ma eravamo un po’ preoccupati per per le gomme inedite rispetto a luglio: invece, la Michelin ha fatto un buon lavoro sul posteriore. Domani bisognerà provare sulla distanza, per capire il comportamento a fine gara: rimaniamo con piedi per terra, concentrati, sapendo però che siamo competitivi. Tra i nostri avversari, Marquez è probabilmente quello che ha provato meno e ha più margine di miglioramento: al momento è lui che ci può dare più fastidio. La moto non è fatta solo dal motore, ma di tanti componenti: qui abbiamo trovato un buon compromesso, adesso bisogna concretizzare il lavoro».
GRANDE VANTAGGIO
Il vantaggio sui rivali è altissimo, così come lo era stato nei test: Vinales, terzo, è 0”854 da Dovizioso, Rossi, quarto, a 0”866, Marquez, decimo, a 1”422. A proposito del capoclassifica iridato, indicato da Dall’Igna come l’avversario al momento più pericoloso, va detto che è stato tra i pochi (forse addirittura l’unico) a non montare gomme nuove nel finale. Un rischio, da una parte, perché avrebbe potuto uscire dai primi dieci e in caso di pioggia domani sarebbe stato costretto a passare dalla Q1, dall’altra, però, un altro segnale di come Marc quest’anno lavori solo in funzione della gara: ecco che il suo distacco – pesante numericamente – è meno marcato di quanto dica la classifica.
Tornando in Casa Ducati, ha impressionato come i due Andrea siano stati di fatto sempre il punto di riferimento, alternandosi al comando, a parte una sporadica comparsa al primo posto di Vinales, davvero bravo con la Suzuki. A completare il quadro della forza Ducati, ecco il sesto posto di Petrucci e il nono di Pirro (con il medesimo tempo di Lorenzo, ottavo): insomma, si confermano le previsioni della vigilia, la Desmosedici e i due Andrea sono i favoriti. Perlomeno in condizioni di asciutto.
BENE VINALES, BENE ROSSI, COSI’ COSI’ LORENZO
Alle loro spalle, ha impressionato Vinales, mentre Rossi ha lavorato con buon profitto per tutto il turno, finendo quarto a pochi millesimi dal futuro compagno di squadra. In attesa delle dichiarazioni dei protagonisti, la sensazione è che Valentino abbia disputato un buon turno, sempre in crescita, su buoni tempi, Ducati escluse. Insomma, Rossi è con Vinales e Marquez quello più competitivo dopo le Rosse, mentre Lorenzo ha dato buoni segnali di ripresa, anche se il tempo finale non è particolarmente brillante: sta comunque andando decisamente meglio rispetto al Sachsenring, nonostante le condizioni climatiche siano quelle a lui sfavorevoli. Malissimo anche Dani Pedrosa, solo 19esimo, dopo anche una caduta nelle FP1, con la moto che era volata sugli air fence, costringendo la direzione corsa a interrompere la sessione del mattino con la bandiera rossa: c’è troppo asfalto all’esterno delle curve, questa è una pista decisamente adatta alla F.1, meno alla MotoGP.
Classifica FP2
Pos. | Num. | Rider | Nation | Team | Bike | Km/h | Time | Gap 1Prev./st |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1 | 4 | Andrea DOVIZIOSO | ITA | Ducati Team | Ducati | 311.7 | 1'23.617 | |
2 | 29 | Andrea IANNONE | ITA | Ducati Team | Ducati | 308.3 | 1'23.855 | 0.238 / 0.238 |
3 | 25 | Maverick VIÑALES | SPA | Team SUZUKI ECSTAR | Suzuki | 306.9 | 1'24.471 | 0.854 / 0.616 |
4 | 46 | Valentino ROSSI | ITA | Movistar Yamaha MotoGP | Yamaha | 303.8 | 1'24.483 | 0.866 / 0.012 |
5 | 35 | Cal CRUTCHLOW | GBR | LCR Honda | Honda | 303.4 | 1'24.688 | 1.071 / 0.205 |
6 | 9 | Danilo PETRUCCI | ITA | OCTO Pramac Yakhnich | Ducati | 302.3 | 1'24.866 | 1.249 / 0.178 |
7 | 8 | Hector BARBERA | SPA | Avintia Racing | Ducati | 307.3 | 1'24.956 | 1.339 / 0.090 |
8 | 99 | Jorge LORENZO | SPA | Movistar Yamaha MotoGP | Yamaha | 306.0 | 1'24.988 | 1.371 / 0.032 |
9 | 51 | Michele PIRRO | ITA | Ducati Team | Ducati | 307.8 | 1'24.988 | 1.371 |
10 | 93 | Marc MARQUEZ | SPA | Repsol Honda Team | Honda | 304.9 | 1'25.039 | 1.422 / 0.051 |
11 | 68 | Yonny HERNANDEZ | COL | Pull & Bear Aspar Team | Ducati | 303.4 | 1'25.042 | 1.425 / 0.003 |
12 | 45 | Scott REDDING | GBR | OCTO Pramac Yakhnich | Ducati | 306.2 | 1'25.140 | 1.523 / 0.098 |
13 | 44 | Pol ESPARGARO | SPA | Monster Yamaha Tech 3 | Yamaha | 306.7 | 1'25.221 | 1.604 / 0.081 |
14 | 43 | Jack MILLER | AUS | Estrella Galicia 0,0 Marc VDS | Honda | 302.2 | 1'25.321 | 1.704 / 0.100 |
15 | 53 | Tito RABAT | SPA | Estrella Galicia 0,0 Marc VDS | Honda | 302.0 | 1'25.770 | 2.153 / 0.449 |
16 | 19 | Alvaro BAUTISTA | SPA | Aprilia Racing Team Gresini | Aprilia | 305.5 | 1'25.882 | 2.265 / 0.112 |
17 | 38 | Bradley SMITH | GBR | Monster Yamaha Tech 3 | Yamaha | 303.9 | 1'25.941 | 2.324 / 0.059 |
18 | 41 | Aleix ESPARGARO | SPA | Team SUZUKI ECSTAR | Suzuki | 302.6 | 1'25.945 | 2.328 / 0.004 |
19 | 26 | Dani PEDROSA | SPA | Repsol Honda Team | Honda | 309.1 | 1'26.130 | 2.513 / 0.185 |
20 | 6 | Stefan BRADL | GER | Aprilia Racing Team Gresini | Aprilia | 303.1 | 1'26.149 | 2.532 / 0.019 |
21 | 50 | Eugene LAVERTY | IRL | Pull & Bear Aspar Team | Ducati | 304.2 | 1'26.469 | 2.852 / 0.320 |
22 | 76 | Loris BAZ | FRA | Avintia Racing | Ducati | 297.1 | 1'26.491 | 2.874 / 0.022 |
-
Ormau, Genova (GE)Mi permetto di ricordare un proverbio israeliano:"prima di ringraziare il giorno, attendi che scenda la notte". :-) A buon intenditor......
-
Gisulfo, Arpino (FR)Ho qualche dubbio. La pista è favorevole ai motori con "cavalli veri", come la Ducati, e sono d'accordo. Il telaio, con le modifiche suggerite dal collaudatore Stoner, va meglio. Mi sembra, però, inverosimile che la Ducati sia diventata, improvvisamente e dopo sei anni di buio totale, lo spauracchio di tutti gli altri piloti. Qualcuno non la racconta giusta.