MotoGP 2016. Rossi: "I detrattori non sanno più cosa dire"
LE MANS Sorridente, rilassato, concentrato: Valentino Rossi si presenta a Le Mans con il morale alle stelle. Merito, è ovvio, dello strepitoso successo di Jerez: una vittoria nettissima, stra-meritata, ma che qualche detrattore (ci sono sempre, in ogni sport) ha cercato di spiegare (senza riuscirci, peraltro) con qualche favoritismo da parte di Michelin.
«I detrattori non sanno più cosa dire: trovare 113 scuse diverse è difficile e a volte bisogna ripetersi».
Già, è proprio così: trovare ogni volta una scusa per giustificare un successo è piuttosto avvilente. Rossi, a Jerez, è stato semplicemente il più bravo, bisogna farsene una ragione. Così come bisogna tenere ben in mente che ripetersi è difficilissimo: Valentino non vince due gare consecutive dal 2009.
«Vincere qui sarebbe importantissimo, perché è da una vita che non mi riesce di conquistare due GP di fila. Però è difficile partire per una nuova gara pensando di poter vincere: bisogna procedere passo dopo passo e vedere il livello di competitività che avremo già da venerdì. A Jerez ero riuscito a partire subito molto bene: bisognerebbe riuscirci anche qui, ma bisogna prima capire se siamo a posto con la moto. Non è necessario fare primo: sarebbe già un risultato importante salire sul podio e fare una bella gara. Qui a Le Mans, negli ultimi anni con le Bridgestone, sono sempre andato molto bene, la M1 era molto competitiva e anche qualche anno fa ero sempre stato molto veloce: non ho quindi dubbi sul potenziale della Yamaha, ma bisognerà vedere come si comporta con le Michelin, anche perché è stata portata una posteriore differente, un po’ più morbida, e questo potrebbe cambiare le carte in tavola».
Come giudichi questo ennesimo cambio di carcassa (su una sola gomma) fatto dalla Michelin?
«A me sembra positivo: Michelin sta cercando di migliorare. E’ un punto interrogativo, perché bisognerà verificare come si comporterà la Yamaha con quella gomma: domani la proveremo e vedremo le prestazioni. Rispetto alla Bridgestone, la Michelin da una gara all’altra porta un pneumatico in più: secondo me questo è positivo, ci provano. E’ anche bello per il pilota provare con qualcosa di nuovo».
Matteo Flamigni, il tuo telemetrista, dice che sei nel momento migliore della tua carriera, che forte così non lo sei mai stato: è un complimento o un’analisi veritiera?
«Quest’anno sto andando forte, probabilmente più che nel 2015: tante volte, nella passata stagione, soprattutto nelle prove, dovevo limitare i danni o comunque non attaccare, mentre sembra che quest’anno riesco a essere un po’ più competitivo. Però è solo la quarta gara».
Perlomeno in qualifica, però, credi di aver svoltato?
«Ho fatto tre prime file in quattro gare, mentre nel 2015, ero partito per la prima volta davanti ad Assen: sicuramente sono più competitivo, ma bisogna continuare così».
In questo momento guardi più al tuo compagno di squadra o a Marquez?
«Tutte e due allo stesso livello, ma guardo un pochino di più a Marquez perché adesso ha più punti: ha quasi una gara di vantaggio (24 punti, NDA). Ecco perché sarebbe importante recuperare su di lui: ma dopo l’errore di Austin devo concentrarmi a fare gara per gara, poi vedremo».
Marquez sembra aver imparato a fare il ragioniere: è ancora più pericolo per questo?
«A Jerez ha visto che non c’era niente da fare e ha rallentato: è stato un segno di maturità rispetto all’anno scorso. Ma l’importante è andare forte: se ci riusciamo possiamo provare a dargli fastidio».
A Jerez hai vinto in un modo come non avevi mai fatto nella tua carriera, in testa dal primo all’ultimo giro…
«E’ bello riuscire a fare qualcosa di nuovo, soprattutto alla mia età…».
E sul tuo compagno di squadra cosa puoi dire: Vinales o Pedrosa?
«So che lo sponsor vuole un pilota spagnolo, ma niente di più. Io non avrei problemi né con l’uno né con l’altro: Pedrosa è forte, ha grande potenziale ed è più vecchio, Vinales ha grande talento e meno esperienza».
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