MotoGP 2018. Rossi: "Senza grip al posteriore"
PHILLIP ISLAND – Puntava al podio, anche se temeva problemi con la gomma anteriore, invece Valentino Rossi è arrivato solo sesto al traguardo, rallentato da un anomalo funzionamento della posteriore. E’ deluso, e non lo nasconde.
«Speravo nel podio: è un risultato deludente. Fin dal giro di ricognizione ho avvertito poco grip a sinistra sul posteriore: ho capito subito che sarebbe stato un GP complicato. Sono stato veloce fino a metà gara, ma negli ultimi 10 giri ho dovuto rallentare tanto: ci ho provato a rimanere lì, ma non ce la facevo. E’ un risultato negativo, anche perché ho perso punti in campionato su Dovizioso e Vinales me ne ha recuperati tanti».
C’è molta differenza tra la tua moto e quella di Vinales?
«Non tanta, ma Vinales, per come guida, anche quando scivola riesce a essere più efficace di me in accelerazione. Io pensavo di poter essere più efficace, ma avevo poco grip sul posteriore. Ho cercato di essere il più gentile possibile con la gomma, ma non è servito a niente. Uscendo dai box, nel giro di allineamento, non ho avvertito niente di anomalo, ma nel giro di ricognizione sì, era come se la gomma fosse troppo dura (scaldata in maniera sbagliata? Giro la domanda al nostro ingegnere Giulio Bernardelle, NDA). Per la Yamaha è stata una grande giornata, ma bisogna capire cosa è successo dalla mia parte del box. Sicuramente è un bel risultato per Vinales e da a tutti un po’ di fiducia, ma non cambia più di tanto la nostra situazione».
Perché tanti alti e bassi?
«Non lo so. Oggi, per la verità, ero tranquillo, perché quando ho messo la dura posteriore nelle FP4, ho avuto subito buone sensazioni e anche stamattina nel warm up ero più preoccupato per l’anteriore, ma abbiamo perso tanto grip nel posteriore, nonostante la moto fosse esattamente uguale a ieri».
Un tuo giudizio su Vietti.
«E’ stato impressionate. Celestino viene da una stagione difficile, si è rotto due volte una clavicola e, a parte un secondo posto a Barcellona, ha un po’ deluso. Alla fine ha fatto meglio nel mondiale… Già a Motegi aveva fatto una bella gara, ma qui è stato incredibile. Non aveva mai visto la pista, ha solo 17 anni: non è da tutti fare podio. E avrebbe anche potuto vincere, perché negli ultimi giri era il più veloce. Sono contento anche per il team, dopo un anno difficile: prima di cadere per la scivolata di Arbolino, Foggia sembrava il più competitivo».
Bezzecchi?
«Non so cosa dire, il mondiale non si dovrebbe decidere così, non è giusto».
Bagnaia?
«E’ stato un GP molto difficile, ma ha perso un solo punto: adesso deve chiudere il mondiale in Malesia».
Quindi dico la mia,sapendo gia' che i talebani di tavullia,andranno su tutte le furie.
A mio avviso esistono,come ho gia' scritto,due tipi di persone,che si avvicinano al motociclismo.
Gli appassionati e i tifosi.
E molto,ma molto ma molto difficilmente,chi e' uno e' anche l'altro.
Semplicemente perche' se sei tifoso,sei automaticamente portato a difendere,spesso anche contro l'indifendibile,il tuo idolo.
Non osservi cio' che i suoi avversari fanno,non apprezzi il loro talento e la loro capacita' anche QUANDO SONO SUPERIORI al tuo idolo.
Ne consegue che tu,tifoso,NON SARAI MAI ONESTO,ne' sarai mai giusto nei tuoi commenti.
E questo non vuole essere un offesa,e' parte integrante dell'essere tifoso di qualcuno.
I commenti scritti di pancia,anche in questo sito,ne sono la prova evidente.
L'appassionato invece e' BEN ALTRA COSA,una categoria infinitamente superiore al tifoso.
L'appassionato gode a veder guidare i campionissimi alla loro maniera,gode a sentire il rombo di una Ducati,piuttosto che un Aprilia,di una Honda piuttosto che una Suzuki.
L'appassionato,non essendo legato a nessun personaggio,ne' a nessuna casa costruttrice,gode di tutto cio' che la moto,intesa come mondo,puo' offrire.
Ecco l'enorme differenza fra un appassionato e un tifoso.
Il tifoso avra' sempre dei limiti e non sara' mai onesto nell'ammetterli.
L'appassionato no. Non ha limiti nell'apprezzare il MOTOCICLISMO.
Spero di aver ben reso l'idea.
Infatti non vedrete MAI,un appassionato FISCHIARE LORENZO O MARQUEZ O CHICHESSIA,sotto al podio,non lo vedrete mai ribaltare una DUcati(ai tempi di stoner),scrivendoci sopra il numero 46 a bomboletta,come successe ai tempi al MUGELLO,non lo vedrete mai minacciare di morte un pilota,costringendolo alla scorta personale.
ECCO la differenza fra tifoso e appassionato.
L'appassionato e' il solo avente diritto a mio avviso,a poter parlare di moto.
Gli altri possono trovarsi al bar a far gara a chi la spara piu' grossa,sul proprio idolo o su questa o quella moto,gonfiando il discorso proporzionalmente agli alcolici ingeriti.
Io la vedo cosi',ma quando alla sbk a imola johnny rea,in honda,rientrante dopo un terribile infortunio,vince gara 1 e nel giro d'onore,scende dalla moto,si mette seduto a terra e scoppia a piangere,come un bambino e dalle colline attorno alle acque minerali,UNA FOLLA ASSURDA ESPLODE IN UN BOATO DI APPLAUSI E OVAZIONI,DI QUALSIASI BANDIERA,DI QUALSIASI FEDE MOTOCICLISTICA,ti rendi conto cosa vuol dire ESSERE APPASSIONATI,e di quanto piccoli sono i tifosastri.
Quel giorno,memorabile,a imola,io c'ero e parecchie cose mi son state chiare.....