MotoGP 2020, allocazione variabile per i motori
Flessibilità è la parola d'ordine per la stagione MotoGP 2020. In attesa che il campionato - auspicabilmente - prenda il via, con una... geometria variabile in termini di numero delle gare, organizzazione sanitaria e quant'altro, i regolamenti si adeguano anche sotto il piano tecnico. E così, anche il limite al numero di propulsori utilizzabili in una stagione deve tenere conto del fatto che al momento non è ancora chiaro quanti Gran Premi verranno disputati - è di oggi la notizia della cancellazione dei GP di Gran Bretagna e d'Australia - proponendo numeri variabili.
L'allocazione prevede quindi due eventualità: un Mondiale fino a 11 gare, e uno fino a 14, naturalmente escludendo il GP del Qatar che per la classe regina del resto non è stato corso. Nel primo caso, i costruttori che non godono di concessioni avranno a disposizione 4 motori per pilota, mentre quelli che le possono sfruttare (Aprilia e KTM) ne potranno utilizzare fino a 6 per ciascun pilota. Nel secondo caso si aumenta di uno il numero per entrambi, con una stima che quindi "atterra" a circa tre gare per propulsore.
Limitazione simile per la Moto3, che però - contando anche il GP del Qatar, regolarmente corso - si trovano a fronteggiare un "algoritmo" un po' più complesso. Se infatti il numero di gare del 2020 fosse inferiore da 12, le stagioni '20 e '21 verrebbero considerate come un campionato unico, dal punto di vista del limite ai propulsori, che sarebbe così di nove motori per pilota. Se invece nel 2020 si dovessero correre 12 o più gare, le due annate saranno considerate distinte e il limite verrebbe posto a 4 motori se i GP saranno fra 12 e 14, e 5 se invece fossero fra i 14 e i 18.
Vietati i test privati per Moto2 e Moto3
Bloccati fino a nuovo ordine e con effetto immediato, invece, i test privati per le due classi inferiori. Una decisione dura ma giusta, pensata per livellare i valori in campo in una stagione in cui buona parte dei team faticherà a raccogliere soldi oltre ai sussidi offerti da Dorna, soprattutto pensando alle limitazioni ai viaggi in atto in molti paesi (che potrebbero complicare la vita ad alcuni team più che ad altri) ma anche per le difficoltà che dovrebbe affrontare Dunlop, che quindi ha dichiarato di non poter assistere i team in questi test privati.