MotoGP 2020. Danilo Petrucci: "Ne ho sentite tante in questo periodo"
"Ce l'avevo quel gesto lì, da tantissimo tempo e mi sono detto: appena rivinco lo faccio". Il gesto di cui parla Danilo Petrucci ai microfoni di Sky è quello del dito indice teso, schiacciato davanti al viso, come a dire: tutti zitti! Appena scende dalla moto la gioia si mescola a rivalsa ed esplode. "Mi è proprio uscito dal cuore perché ne ho sentite tante in questo periodo - ha spiegato - però da ieri mi sono detto che sia che fosse asciutto o bagnato domani provo a vincere. Quando ho visto l'acqua mi sono detto che una gara sul bagnato è tosta ma anche che non avevo nulla da perdere. A un certo punto Dovi mi ha attaccato e dai maxi schermi vedevo Alex Marquez che si avvicinava e allora ho spinto ma mi si è chiuso lo schermo e allora sono dovuto stare calmo. Gli ultimi dieci giri sono stati lunghi ma però ho detto: oggi non mi passano".
Nell'intervista riservata alla stampa italiana si è dilungato maggiormente anche sulle sensazioni contrastanti di questa vottoria.
"Sono veramente contento, dopo un periodo difficile tornare (a vincere, NDR) è una bellissima sensazione. Voglio tornare al box e non vedo l'ora poi di essere a casa con le persone che mi sono state vicine".
Oggi ti sei tolto un bel sassolino.
"Sì, dopo ieri mi sentivo già più leggero e soprattutto molto carico. Adesso è facile dirlo, ma volevo davvero giocarmi la vittoria comunque fosse stata la gara, asciutta o bagnata. E' stata una bella liberazione, perché la sensazione più brutta era quella che il Mugello fosse l'unica vittoria".
Quando hai saputo che avevi vinto?
"L'ho capito all'ultima curva, perché non sapevo Marquez quanto stesse recuperando e siccome il fratello qui mi ha sempre tolto la vittoria non volevo che anche Alex mi fregasse. Sapevo che qui avevo una grande possibilità, l'obiettivo era il podio ma vincere è totalmente diverso. Non ho pensato ad altro, solo ad andare il più forte possibile".
Come vivi la libertà di sapere di essere su un'altra moto l'anno prossimo.
"Il momento con Dovi l'ho rivisto dopo, volevo stare in testa perché c'era tanta gente che stava risalendo, sapevo che c'erano Rins e Miller. Ora voglio vincere, non ho nulla da perdere, non ho ordini di scuderia e quindi adesso me la voglio giocare. Correre sapendi di avere la moto l'anno prossimo non cambia nulla perché l'anno prossimo è l'anno prossimo. Quest'anno sono stato molto in difficoltà perché la moto non è cambiata, ma è cambiato il suo carattere con la gomma dietro che mi ha preso davvero in contropiede. Ho cominciato a lavorare sull'elettronica ma non era quella la direzione e allora ho cominciato a guidare diversamente la moto in base a quello che volevo e in due gare sono riuscito a ritornare dove volevo. Adesso voglio continuare a fare belle gare per il finale di stagione".
Hai mai perso la fiducia in te stesso in questi mesi?
"No, anche perché quando corri in MotoGP sai che sono i dettagli a fare la differenza e allora ho continuato a lavorare duro come l'anno scorso quando mi giocavo le gare ed ero terzo in campionato. Quest'anno ho preso un sacco di schiaffoni a livello morale e alla fine sono contento e basta di essere tornato qui".
Cosa devi cambiare in futuro avere meno alti e bassi caratteriali?
"Devo cambiare squadra e quello sicuramente aiuterà e avere con me persone che credono in me al 100%. Probabilmente l'anno scorso non era così. Mi dispiace molto aver sofferto nel finale di stagione però devo cambiare er essere più concentrato su me stesso e cercare di essere più convinto senza l'aiuto di nessun altro. Penso che sia ora di farlo".
La costanza di rendimento (che il più delle volte è quella che ti fa vincere un titolo) è una virtù che pochissimi hanno, in tutti gli sport non solo nel motociclismo.