MotoGP 2022. GP di Spagna a Jerez, Alex Rins: “In Suzuki non c’è un numero uno e un numero due”
Jerez - Non è ancora riuscito a vincere, ma Alex Rins è in grandissima forma. E la rimonta fatta a Portimao è una di quelle cose da ricordare del 2022, soprattutto la partenza: la prima domanda in conferenza stampa è proprio sull’impresa al via in Portogallo (qui i VIDEO della gara e un articolo dedicato a Rins, con tanti commenti di voi lettori).
“Non è stato facile fare quella partenza e recuperare tante posizioni: ho rischiato molto scegliendo la traiettoria più esterna, ma questo mi ha permesso di essere poi nella traiettoria ideale nella successiva piega. Arrivo qui con grande fiducia, questa pista mi piace molto: nel 2021 ero caduto alla curva 6 mentre stavo andando forte, vediamo cosa si può fare quest’anno”.
Che effetto fa arrivare a Jerez, dove c’è tantissimo pubblico, da capo classifica del mondiale, seppure a pari punti con Quartararo?
“È bellissimo, così come è fantastico arrivare qui e vedere già al mercoledì sera moto, camper, pubblico intorno al circuito. Qui tanti piloti sono veloci, in particolare gli spagnoli: sarà una gara molto difficile, il livello della MotoGP è altissimo. La categoria è dura, bisogna spingere forte in tutti i turni”
Alla televisione greca, Quartararo ti ha indicato come il suo principale rivale in campionato: come vivi questa situazione?
“Per me è un piacere, è bello che uno come Fabio mi consideri come uno dei favoriti. Ma abbiamo fatto solo cinque GP nel campionato più lungo di sempre: credo sia troppo presto, bisogna rimanere sempre lì davanti quando conta di più”
In questo momento ti senti il numero uno del box Suzuki? Ed eventualmente, quanto è importante esserlo?
“In Suzuki non è così importante essere il numero uno nel box: io lavoro al massimo, così come fa Joan. Suzuki non fa differenze, lavora allo stesso modo per entrambi i piloti. Io ho sempre avuto un buon trattamento: è chiaro che è sempre molto importante battere il compagno di squadra, ma in Suzuki non c’è un numero uno e un numero due. Credo…”
Cosa proverete lunedì nei test?
“Non lo so ancora, ma piccole cose di elettronica, sospensioni, messa a punto”.
Lo abbiamo visto troppo spesso nella ghiaia, senza che ci fosse un estremo bisogno di tirare senza un domani.
Mir è decisamente più costante e in genere porta sempre a casa il massimo dalla situazione, sia in gara che in ottica campionato.