MotoGP 2024 - Yamaha: quando si vedranno i risultati? [VIDEO]
#lanotiziainprimafila di oggi è dedicata alla Yamaha, che non vince una gara dal GP Germania 2022 e non sale sul podio dal GP Indonesia 2023. Quest’anno, il miglior risultato è fino adesso il settimo posto di Fabio Quartararo nel GP Portogallo. Eppure Yamaha, così come Honda, dispone di concessioni importanti - motori non contingentati, buon numero di test per collaudatori e piloti ufficiali - e tanti uomini sono cambiati dentro al box. Ma i risultati non si vedono: è normale che sia così o il tanto lavoro svolto non sta portando i miglioramenti sperati? Proviamo a capire qual è la situazione.
Fabio Quartararo come Casey Stoner ai tempi della Ducati
Dopo essere stata per tanti anni la moto di riferimento, Yamaha ha cominciato a perdere terreno a partire dal 2017, quando Valentino Rossi ha cominciato a evidenziare le lacune della M1, sottolinenando soprattutto due aspetti: mancanza di grip e metodo di lavoro rispetto alla Ducati. Dal 2019 la situazione è diventata più critica ma i risultati di Fabio Quartararo - e di Franco Morbidelli nel 2020 - hanno mascherato le difficoltà, un po’ come succedeva con Casey Stoner quando correva con la Ducati. Nel 2021, nonostante una M1 non proprio così competitiva, Fabio ha vinto il mondiale, mentre gli altri piloti Yamaha hanno chiuso molto lontani. A Iwata hanno ritenuto che la M1 non fosse poi così male, pensando soltanto a cercare più cavalli per il motore, così come chiedeva Quartararo, trascurando gli altri aspetti della moto, come invece chiedevano gli altri protagonisti. Nel 2022, la situazione è ulteriormente peggiorata, ma il campione francese ci ha comunque messo una pezza, giocandosi il titolo con Pecco Bagnaia. Così, si è perso ulteriore tempo, accumulando ritardo sia nell’individuare i limiti tecnici sia nel metodo di lavoro, che nel frattempo è cambiato in maniera radicale con le innovazioni introdotte da Ducati. Nel 2023 Yamaha ha addirittura perso la squadra satellite, aggravando la situazione, perché i dati a disposizione per migliorare la M1 sono pochissimi a confronto con le altre squadre. Tutto questo ha portata Yamaha a perdere continuamente competitività dal 2018 a oggi. Ecco perché, adesso, è così difficile recuperare.
Le concessioni non fanno miracoli
Nel 2024 è iniziata una vera e propria rivoluzione, tanto che durante l’inverno Lin Jarvis, numero uno delle corse Yamaha, ha paragonato quest’anno al 2004, il famoso anno in cui arrivarono Valentino Rossi come pilota e Masao Furusawa a capo del reparto corse. Allora, però, venne subito conquistato il titolo mondiale, ma oggi Yamaha è troppo indietro per pensare di annullare il distacco in un solo anno. E’ iniziato però a cambiare il metodo di lavoro grazie a Max Bartolini, arrivato da Ducati. Ma i risultati non si vedono, al di là del tanto materiale provato. Come mai? Perché, lo ribadisco, il distacco dai primi è grande e perché ci vuole tempo per assorbire il metodo e mancano uomini. L’arrivo del team Pramac nel 2025 può aiutare molto sotto questo aspetto, ma ci vuole tempo.
Il contributo di Andrea Dovizioso
L’ultima mossa è stata quella di ingaggiare Andrea Dovizioso come tester, al momento al posto dell’infortunato Cal Crutchlow. Il Dovi ha prima fatto un test al Mugello per capire più che altro se era ancora in grado di pilotare una MotoGP, mentre a Misano ha iniziato a lavorare per davvero sulla moto. Con ottimi risultati, per quanto è emerso: sono già state provate modifiche di assetto importanti ed è stata individuata una strada da seguire. Anche in questo caso non si può pensare che possa cambiare tutto in poco tempo, ma uno come Dovi può portare molto allo sviluppo.
Investimenti e 4V
Molti individuano nel quattro cilindri in linea il limite della M1 e lo stesso Jarvis non ha escluso che si possa pensare a questa configurazione per il 2027, quando ci sarà il cambio regolamentare. Non ci sono però certezze su quanto vantaggio possa dare il 4V rispetto al 4 in linea, al di là dell’ingombro trasversale, nettamente superiore nel caso del quattro in linea con conseguenze sull’aerodinamica. C’è invece la consapevolezza che iniziare da zero con un 4V comporterebbe tempi piuttosto lunghi per arrivare al livello degli avversari, perdendo così ulteriore terreno invece di recuperarlo. Un aspetto che è invece emerso chiaramente in questi mesi è che Yamaha non si sta risparmiando, investendo anche se c’è un cambio regolamentare in arrivo. Questo è positivo.
Metà 2025
In definitiva, quando potrebbero arrivare i primi risultati? Secondo me a metà del 2025. Sarebbe già un successo.
E’ questa #lanotiziainprimafila di oggi, vorrei sapere la vostra opinione.
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m45lagondaPenso che dipenda tutto dagli investimenti che ancora vorrà fare in una motocicletta che nel 2027 dovrà essere, per forza di regolamento, differente. Questo discorso vale anche per Honda, Aprilia e KTM. Se poi Ducati dovesse continuare nello sviluppo delle sue GP a dispetto del 2027, la vedo dura per tutti recuperare il terreno perso. Sono comunque curioso ed in attesa di vedere come cambierà il regolamento soprattutto della Moto2 e la SBK per quel fatidico 2027, perché il rischio di avere una MotoGP un po’ meno regina è al momento molto alto.
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billiballo, Monza (MB)una valutazione sarà da fare solo a fine campionato, se allora nonostante un anno di concessioni il gap sarà ancora tanto quanto, non avrà nemmeno più senso fare grandi investimenti, vorrebbe dire rifare un progetto che ha già la data di scadenza a 2 anni, senza garanzie di riuscita.