MotoGP, Aragón 2015. Rossi: "Lorenzo più veloce? Solo in prova"
ARAGÓN – Valentino Rossi è pronto e, naturalmente, ci crede: Aragon è uno dei pochi circuiti al mondo dove non ha mai vinto, ma è convinto di potersela giocare anche qui con Jorge Lorenzo, alla vigilia il favorito assieme a Marc Marquez. L’avvicinamento al 14esimo appuntamento stagionale inizia, come sempre, con uno sguardo al GP precedente.
«Misano non è stata la gara che mi aspettavo, non ero contento, avrei voluto fare meglio. Per il campionato, però, è stato un GP molto importante, perché ho guadagnato altri punti su Lorenzo. Mancano ancora cinque gare e questo è probabilmente il circuito più difficile per me, anche se negli ultimi due anni ho fatto un po’ meglio. Nel 2013 sono salito sul podio, però solo grazie alla caduta di Pedrosa, mentre nel 2014 stavo andando forte, forse un po’ troppo, visto che sono caduto nel tentativo di passare proprio Dani. La pista comunque mi piace, è bello guidare qui».
23 punti a cinque gare dalla fine: è un buon margine da amministrare?
«Sicuramente è un buon vantaggio, ma non ancora sufficiente, soprattutto considerando il potenziale di Lorenzo, che va forte ovunque e fin dal primo turno di libere. Ma anche Marquez è velocissimo: basta arrivare due volte dietro di loro per perdere tutto il vantaggio».
Perché sei in difficoltà su questo tracciato?
Ci sono curve lunghe, dove devi essere veloce, ma, allo stesso tempo, devi preservare le gomme. Inoltre, ci sono tante frenate difficili, non da dritti, ma sull’angolo della gomma, ovvero la situazione dove la Honda e Marquez sono più forti. Ma la M1 quest’anno è più competitiva, siamo migliorati anche a stagione in corso, dovremmo essere meno in difficoltà rispetto al passato, anche perché qui abbiamo fatto dei test: dovremmo avere già un buona base di partenza e ho lavorato anche sul mio stile di guida. Spero e credo che possiamo fare meglio».
A che sfida del passato paragoni questa con Lorenzo?
«Jorge è velocissimo, un po’ come lo era Stoner nel 2008: direi che si può paragonare a quella sfida. La differenza è che allora Casey aveva la Ducati, mentre adesso abbiamo la stessa moto. Rispetto al passato, alle sfide con Biaggi e Gibernau, la più grande differenza è che allora io ero più veloce di loro: adesso per me è più difficile».
Questa gara è più importante di altre?
«No, è come le altre. Piuttosto, saranno differenti le tre gare consecutive fuori dall’Europa: quelle sì saranno più stressanti e difficili».
La pressione si comincia a sentire più forte?
«E’ indubbio e innegabile che si senta la pressione, ma è così già dalle prime gare, dalla mia seconda vittoria in Argentina: ero in testa al campionato, avevo un po’ di vantaggio e quando cominci a credere che puoi conquistare il titolo, la pressione sale. Sicuramente nelle ultime cinque gare sarà sempre peggio. E’ molto importante cercare di essere veloci e competitivi, nelle prove, ma soprattutto in gara, perché non si può pensare di controllare o di non essere abbastanza veloci, perché non solo avresti uno svantaggio per te, ma dai un vantaggio al tuo avversario, che diventa sempre più forte. Bisogna provare a salire sul podio e stare vicino a Lorenzo che qui va sempre molto forte».
Marquez dice che Lorenzo è più veloce, ma che tu gestisci meglio le situazioni in gara: sei d’accordo?
«No. Non al 100%: Jorge è velocissimo, è il suo più grande pregio. Jorge è più rapido di me soprattutto in prova, come conferma il fatto che in prova mi è partito davanti 12 volte su 13: in qualifica è nettamente superiore, anche se io nelle ultime gare sono migliorato, gli sono stato più vicino, però lui è sempre un pelo più avanti. In gara, però, non è sempre più veloce di me, delle volte lo è, altre sono più veloce io. Lì ce la possiamo giocare: negli scontri diretti sono arrivato più avanti io rispetto a lui. Di base, lui va sempre molto forte e questo diventa difficile da gestire, ma se sono a posto posso essere veloce come lui. Lorenzo ha più una velocità innata, ma il mio potenziale, se arrivo a posto alla domenica, è simile al suo».
Non credo alla battaglia psicologica. Psicologicamente è molto forte forse più di Marquez che quando qualcosa non va è troppo incline all'errore; gli errori di Jorge sono più da "sfiga".
Secondo me, a scanso di fatti eclatanti, se la giocheranno fino alla fine e comunque sempre sul filo del rasoio.
In bocca al lupo a tutti e due, se da una parte sono pro Valentino dall'altra non mi dispiacerà per niente se vincerà Jorge (ma un paio di euro li punterei ancora su Marc).