MotoGP, Assen 2016. Dovizioso: "Io e Rossi ci siamo autoeliminati"
ASSEN – Andrea Dovizioso non si dà pace, fatica a trattenere la delusione: trovarsi a terra quando sogni la vittoria, fa molto male. Anche Dovizioso, come Rossi, non cerca scuse.
«Io e Valentino ci siamo eliminati a vicenda: eravamo i due più forti in quelle condizioni, ma prima ho sbagliato io, poi lui. Quando cadi non ci sono scuse, vuol dire che hai fatto un errore, ma va anche analizzata la situazione».
Facciamolo.
«Ci sono state tante cadute, tutte sul davanti, nella stessa maniera. E’ anomalo che tanti piloti della MotoGP scivolino nello stesso modo: la gomma anteriore non lavorava bene, tanto che dopo aver effettuato 15 giri in gara1, siamo ripartiti tutti con la stessa anteriore usata, perché altrimenti sarebbe stato impossibile scaldarla in pochi giri. Con la gomma posteriore “soft” avevamo molto più grip sul posteriore: nelle curve lente puoi gestire la situazione con il freno, in quelle veloci no: ho perso il controllo in una curva da quinta e quando accade non puoi più recuperare».
E’ difficile da digerire?
«Sì, tanto, è una caduta pesante. Siamo arrivati ad Assen dopo le difficoltà di Barcellona, ma siamo stati competitivi, anche sull’asciutto. Ho conquistato la pole, sono andato forte sul bagnato, ma avrei dovuto gestire meglio la situazione: sono molto arrabbiato e deluso, soprattutto per la squadra. Stiamo soffrendo tanto, potevamo raccogliere un bel risultato su una pista a noi poco favorevole».
In questo anno e mezzo, sono state tante le occasioni perse: perché succede?
«In Qatar, sia nel 2015 sia nel 2016 ho fatto secondo per pochi decimi: molti guardano al passato, ma io sono sicuro che nessuno avrebbe potuto fare meglio in quelle due gare. In altre occasioni, come oggi, vieni tradito dalla voglia di ottenere un risultato a tutti i costi, perché è tanto che non ci riesci, è tanto tempo che io e la Ducati non vinciamo. Ma questa è una categoria dove ci vuole tranquillità: solo così te la giochi. So cosa ci manca, ma non è facile trovare una soluzione. Per questo sono contento di far parte di questo progetto anche nel 2017».
PETRUCCI: “CHE SFIGA, POTEVO VINCERE”
Decisamente giù di morale anche Danilo Petrucci, costretto al ritiro non da una caduta, ma dalla rottura dell’alternatore.
«Dopo un inizio di campionato con infortuni e tanti problemi, nelle ultime due gare sono sempre stato competitivo: qui si poteva anche vincere. In gara1 Stavo recuperando bene e quando Rossi e Dovizioso hanno rallentato li ho passati e ho cercato di prendere un po’ di margine. Pioveva veramente fortissimo, hanno fatto bene a fermare la gara. In quella successiva, Rossi e Dovizioso sono partiti subito forte, mentre io stavo controllando: già dalle prime curve, però, ho capito che c’era qualcosa che non andava, finché la moto si è spenta completamente».
Purtroppo ha avvicinato e generato anche tanti fanatici, che ancora oggi con rabbia, odio e livore attaccano Rossi a 360° e i suoi tifosi (e i suoi sostenitori, e i suoi simpatizzanti, i familiari, i piloti dell'academy, persino quelli che non tifandolo lo ritengono comunque un gran pilota). E solo perché Rossi gli ha preso la scena.
E come li vuoi chiamare se non invasati?
Diciamo le cose come stanno.
Il problema non sono i gialli, i rossi, i meno esperti o la casalinga che guarda una gara all'anno tifando Rossi. Il problema è il tifoso in se, che superato certi limiti diventa una sorta di animale, incapace di costruire un dialogo civile e di avere un confronto sano, nel rispetto delle opinioni altrui.
la differenza tra un campione e un ottimo pilota, è che il primo fa la corsa su sé stesso, sulle proprie sensazioni, trovando la soluzione migliore per ottimizzare le proprie qualità e quelle della moto e non necessariamente sugli avversari, copiandone le scelte, a volte anche quelle scellerate...