MotoGP: Dani Pedrosa e Physium, la terapia che ha risolto i suoi problemi
Dani Pedrosa è di gran lunga il pilota più piccolo e leggero della MotoGP. La costituzione fisica che lo ha favorito (e lo ha fatto accusare di eccessivo vantaggio da altri piloti) in 125 e 250, in MotoGP gli ha spesso giocato contro. Un po’ perché così leggero e senza “leve” da sfruttare per caricare adeguatamente a moto nei diversi frangenti si è dovuto inventare uno stile di guida più rischioso degli altri, con traiettorie spigolate e moto raddrizzata appena passato il punto di corda, un po’ perché più leggero significa anche più fragile. Non a caso, la sua carriera è stata costellata di infortuni che, uno dopo l’altro, ne hanno minato la condizioni fisica in modi diversi.
Oltre alle fratture, i ripetuti interventi gli hanno causato la formazione di tessuti cicatriziali superficiali e più profondi che hanno compromesso circolazione e giusta trasmissione degli impulsi nervosi, tanto da portarlo a ventilare un ritiro dopo il primo Gran Premio del 2015. A causa dei problemi fisici – sindrome compartimentale al braccio destro – Dani è arrivato a sospendere la sua carriera “a tempo indefinito” dopo il Qatar, saltando tre GP e sottoponendosi all’ennesima operazione per ridurre la pressione sulla muscolatura dell’avambraccio destro.
Il trattamento del decorso post-operatorio è stato però quello che gli ha cambiato la vita, come Dani stesso racconta nel video che vi proponiamo. Un sistema innovativo di trattamento del tessuto cicatriziale che si forma a seguito degli interventi chirurgici, che evita il crearsi di rigidità che comprimono i nervi e causano perdita di sensibilità e di forza degli arti.
Il successo del trattamento ha determinato la rinascita di Pedrosa non solo da un punto di vista fisico ma anche psicologico: il liberarsi dal dolore e dal problema ho la portato ad una seconda parte di stagione fra le migliori mai disputate dal pilota di Sabadell. E a voler diventare testimonial del sistema Physio, come dimostra il video che vi proponiamo in apertura.
Ma purtroppo, a queste persone non viene mai riconosciuto il loro lavoro.
Lo stesso per gli ingegneri che lavorano nei vari team. Persone di cui nessuno saprà mai nulla.