MotoGP e Coronavirus, ecco cosa pensano piloti e team manager
Le misure prese dal governo del Qatar hanno lasciato poco spazio a FIM e Dorna: di fatto, gli italiani e i giapponesi in arrivo in quel Paese sono costretti a tornare immediatamente da dove sono partiti o a sottoporsi a un regime di quarantena di 14 giorni almeno. E se per Moto2 e Moto3 non ci sono problemi particolari, poiché team e piloti sono rimasti a Doha - dove hanno appena concluso i test - e quindi correranno, invece purtroppo per la MotoGP non c’era scelta: italiani e giapponesi rappresentano ben oltre il trenta per cento del paddock: dunque la MotoGP non correrà il GP del Qatar anche se tutto il materiale è già lì, perché era rimasto ben chiuso nei box dopo i tre giorni di test. Il GP successivo della Thailandia, in calendario per il 22 marzo, è stato rinviato a più avanti, e la data è da definire.
Davide Tardozzi, team manager di Ducati, è preoccupato: in Qatar è rimasto un solo meccanico italiano, il box è montato, le moto sono lì. I motori per la gara sono invece appena arrivati laggiù, in queste ultime ore; ora si tratta di sistemare tutto il materiale nelle casse, in modo che Dorna lo “pallettizzi” e lo stocchi, per poi spedirlo negli States per la gara del 5 aprile come era previsto. Il meccanico è solo, ma si farà aiutare.
Anche Paolo Bonora, project leader di Aprilia MotoGP, ammette che è stata una botta. “Era nell’aria - ci dice - e poi ieri sera l’ufficialità. E’ un vero peccato, anche perché avevamo preparato il GP proprio bene. Ora il problema è far rientrare moto e materiale: noi abbiamo il vantaggio di disporre dei meccanici del team Gresini di Moto3 e Moto2, però con la complicazione che parte del materiale andrà ad Austin e parte invece tornerà in Italia dove vogliamo fare una serie di test, magari anche con i piloti ufficiali, approfittando del fatto che non abbiamo limitazioni. Ma Austin si farà davvero?”.
Il dubbio è lecito. Anche se manca un mese al GP del Texas, le misure già prese dal governo Trump limitano già oggi gli arrivi dall’Italia. C’è un certo scetticismo, però manca tanto tempo, e la situazione potrebbe migliorare.
Danilo Petrucci si sente un po’ come due anni fa, quando fu annullato Silverstone. “Mi sento impotente. Sono stato due giorni a girare in Toscana con la moto da cross e con l’enduro, ma sulla MotoGP chissà quando potrò salire. Sono due gare perse, poi chissà come si risolverà la situazione. Non sono preoccupato, però, e non ho cambiato modo di vivere, noi siamo abituati a viaggiare tanto e a prendere una serie di precauzioni”.
Giovanni Zamagni non condivide la scelta di far correre in Qatar Moto2 e Moto3, avrebbe preferito un rinvio come per la Thailandia, anche la MotoGP in scena, più avanti in stagione; ma concorda su un punto: trovare spazio sul calendario sarebbe stato difficile, come dice anche Francesco Guidotti, team manager Pramac.
“E poi le due classi minori sono già sul posto - considera Guidotti - e dunque perché non farle correre? Personalmente mi sento stranito, l’aspetto drammatico è la prospettiva, perché siamo nelle mani dei vari governi: di solito sono ottimista, ma adesso no e temo che in Texas non andremo a correre. E poi considero le ricadute sui costi di viaggio e trasporto, alcuni biglietti già pagati. Quando metteranno la Thailandia in calendario? O luglio o dopo Valencia”.
Quando ai parla di SBK, con la gara programmata proprio in Qatar dal 13 al 15 marzo, sette giorni dopo la GP, Ducati è la casa più impegnata e Davide Tardozzi sottolinea che i meccanici e piloti italiani sono rimasti fuori dal nostro Paese a lungo, oltre 15 giorni.
Teoricamente non ci sarebbero problemi, ma se conterà soltanto il passaporto allora anche le derivate saranno messe fatalmente fuori gioco.
Anche Davide Brivio, team manager Suzuki, è molto dispiaciuto per l’annullamento della MotoGP in Qatar, ma sottolinea che la sicurezza delle persone è il tema più importante; sul piano della logistica, poi, alcuni componenti del team erano rimasti a Doha e per Suzuki non ci sono problemi particolari. Sui social si leggono anche i commenti di molti piloti, da Marc Marquez che potrà avere un vantaggio dalla dilatazione dei tempi concessi per il recupero, a Pecco Bagnaia che dice “E’ molto triste ma non possiamo farci nulla, spero che la situazione migliori in breve tempo. L’unica cosa che possiamo fare adesso è continuare a lavorare. E auguro buona fortuna ai piloti di Moto3 e Moto2”.
E’ deluso anche Fabio Quartararo, che si definisce “triste dopo tutto il nostro lavoro, ma questa è la realtà. Vedremo adesso quando sarà possibile fare la prima gara”.
Paolo