MotoGP. Paolo Simoncelli: “Ai ragazzi interessa solo essere nel mondiale, non fanno sacrifici”
Le Mans - Da tempo, Paolo Simoncelli segue i ragazzi, li fa crescere, li porta al mondiale, come aveva fatto in passato con il figlio, il grande Sic. E’ la persona giusta per parlare della crisi di risultati dei piloti italiani in Moto3.
“E’ un discorso che parte da lontano - è la sua tesi -: è stato un errore abbandonare le minimoto. Quando Marco ha iniziato, fino a 14 anni, tutte le domeniche si correva, la sfida in pista era molto formativa, non solo dal punto di vista sportivo. Con le moto di adesso, si sta sempre con il gas aperto, non imparano a fare la differenza”.
Bello il ricordo di Paolo di quei tempi, nel podcast ripercorre le sfide tra il Sic, Dovizioso, Pasini e tutti gli altri.
“Adesso a 12 anni si sentono già arrivati, c’è fretta di passare alle ruote alte”.
Naturale fare un confronto con quanto succede in Spagna: secondo Simoncelli, “lì è tutto un po’ più facile, a cominciare dall’andare a girare in pista”.
Paolo spiega come anche la famiglia incida: “Arrivano e ti dicono: mio figlio è un fenomeno, nessuno vuole fare sacrifici, si sentono già Marquez più volte campione del mondo. E i genitori non si sbattono più per far arrivare il figlio”.
Poi il discorso si allarga alla Moto3, alla bellezza della categoria, alle penalizzazioni, al rapporto tra i piloti di oggi.
“Manca la sana rivalità di una volta. E con le sanzioni siamo arrivati al ridicolo: se togli spontaneità ai piloti, rovini questo sport”.
Tutte le valutazioni di Paolo Simoncelli (anche su Tony Arbolino) nel 114esimo episodio di #atuttogas, online su Moto.it e sulle principali piattaforme podcast a partire dalle ore 9 di domenica 14 maggio.
Appuntamento a settimana prossima per una nuova puntata di #atuttogas