Pedrosa: rinnovo in HRC non scontato. Movimenti in Ducati e Yamaha
Rinnovato fino al 2016 il contratto con Marc Marquez, la HRC sta iniziando a pensare a chi mettere al suo fianco. Il candidato principale rimane Dani Pedrosa, ma, forse per la prima volta, il suo posto vacilla, la sua riconferma è tutt’altro che certa. Per diversi motivi, tra cui pesa, naturalmente, la mancanza del titolo iridato in nove anni di MotoGP con la prima Casa motociclistica del mondo: rinnovando il contratto, si arriverebbe a undici stagioni presumibilmente senza aver conquistato il mondiale, perché in questo momento non c’è nessuno che creda che si possa battere Marquez a parità di moto. Cambia quindi la strategia della HRC: a fianco di Marc ci dovrà essere una “seconda guida”, che garantisca risultati e costanza e che costi poco, perché la maggior parte dei soldi a disposizione sono stati destinati al nuovo fenomeno del motociclismo.
Pedrosa risponde a tutti questi requisiti, ma vuole essere pagato da “prima guida”: il braccio di ferro tra lui e la HRC si gioca su questo aspetto e soltanto se rivedrà le sue richieste può sperare nel rinnovo del contratto, altrimenti dovrà andare da un’altra parte.
SUZUKI: SEI MILIONI A DISPOSIZIONE
Ovvero alla Suzuki, unica alternativa possibile per il pilota spagnolo. La Casa giapponese, che rientrerà ufficialmente nel motomondiale nel 2015, avrebbe a disposizione circa sei milioni di euro per i piloti: questo significa che per la prima guida ci sarebbero pronti cinque milioni di euro, cifra molto superiore a quello che la Honda garantirebbe a Pedrosa. Dani - e chi gli sta attorno - è convinto di poter strappare un ingaggio simile alla HRC, ma la realtà è molto differente: ecco perché la conferma di “camomillo” è tutt’altro che scontata. Ed è una novità, la prima volta che succede. In ogni caso la situazione di Pedrosa è molto differente rispetto al passato: se accetterà di rimanere in HRC saprà di essere certamente la seconda guida, con la possibilità concreta di prendere paga costantemente dal compagno di squadra, mentre andando in Suzuki avrà la sicurezza di essere il re del box, ma in sella a una moto difficilmente già pronta per la vittoria. Insomma, in ogni caso un bel ridimensionamento.
QUALE ALTERNATIVA A PEDROSA?
Comunque è certo che la HRC stia pensando a un’alternativa, che deve rispondere ai requisiti specificati prima: un pilota che garantisca comunque risultati, che accetti più o meno dichiaratamente di essere la seconda guida e che non chieda cifre folli. “Paletti” che restringono notevolmente la cerchia dei pretendenti – questo, quindi, va a favore di Pedrosa – e che alzano le quotazioni di Andrea Dovizioso, che con la Ducati sta ottenendo il massimo ottenibile in questo momento. La storia tra Dovizioso e la HRC non era finita troppo bene – nel 2011 la Honda avrebbe voluto dirottare il Dovi in un team satellite per fare posto a Casey Stoner, ma fu costretta a creare una squadra con tre moto per il giusto rifiuto del pilota italiano – e in Giappone sono piuttosto attenti a questi aspetti, ma adesso la situazione è cambiata e Andrea viene individuato – giustamente - come un possibile compagno ideale di Marquez. Dovizioso, comunque, è in trattativa per sostituire Stefan Bradl, che quasi certamente non verrà riconfermato dal team LCR, da Lucio Cecchinello, sistemazione più che gradita al pilota italiano.
LORENZO, MOSSE AZZARDATE
In Casa Yamaha, la riconferma di Valentino Rossi è data per scontata: nelle prossime settimane, quando il numero uno di Yamaha corse Lin Jarvis tornerà operativo – ha subito un intervento chirurgico a una gamba dopo una caduta con una moto da enduro – si discuteranno i dettagli del rinnovo per altri due anni. Non ci dovrebbero essere problemi, mentre ce n’è qualcuno in più per Jorge Lorenzo, soprattutto per come si sta muovendo chi gli sta attorno. A Le Mans si è capito che non c’è stata alcuna offerta concreta della Ducati a Lorenzo ma che, piuttosto, è stato il suo manager Albert Valera ad andarsi ad offrire a Borgo Panigale e starebbe facendo lo stesso con la Honda. Mosse, sinceramente, un po’ azzardate e poco condivisibili per un campionissimo come lui: l’unico risultato fino adesso ottenuto è stato quello di far innervosire i responsabili della Yamaha. La quale – è bene ricordarlo – ha già un contratto firmato con Pol Espargaro, anche se ha la possibilità di lasciarlo al team Tech3 con una M1 ufficiale. Insomma, Lorenzo in questo momento è confuso non solo in pista. Prova a dargli un consiglio il suo compagno di squadra:
«Io nel 2010 ho sbagliato – sono le parole di Valentino Rossi -, avevo preso troppo male l’arrivo di Lorenzo in squadra, mi aspettavo che la Yamaha mi fosse riconoscente per sempre per quello che avevo fatto, invece avevano ragione loro. Anche perché la Yamaha non è che perché era arrivato Lorenzo mi avrebbe fatto fare la seconda guida: avremmo avuto esattamente lo stesso materiale. Io, però, mi sono arrabbiato e ho fatto delle scelte sbagliate: credo che Jorge rimarrà».
DUCATI, AL MOMENTO SOLO IANNONE
Tutto in evoluzione in Ducati: al momento, l’unico pilota che rimarrebbe volentieri sulla Desmosedici è Andrea Iannone, che punta a un posto nel team ufficiale, con la possibilità anche di un ingaggio “interessante”. Tutta in evoluzione, invece, la posizione di Andrea Dovizioso, con il quale si sta iniziando adesso a parlare della prossima stagione.«Sto esercitando la mia pazienza» ha ironizzato a Le Mans Andrea, ovviamente piuttosto provato da un anno e mezzo di delusioni e bocconi amari: Dovizioso vuole una moto competitiva, ma in questo momento nessuno la può garantire in Ducati, anche se nel 2015 sarà tutto nuovo. «Perlomeno adesso si vede un progetto da seguire» conferma Andrea.
Ancora più critico Cal Crutchlow, che ha sì un accordo di due anni con la Ducati, ma con l’opzione a suo favore: entro la fine di luglio, il pilota britannico può “liberarsi”. Cal è solo alla quinta gara con la GP14, ma già non ne può più ed è alla disperata ricerca di un’alternativa interessante.
Fossi in Dovi...
Stando in Honda invece potrebbe anche avere una chance come la ebbe Pedrosa nel 2012, dove rottasi la prima guida indiscussa, tanto si dedicarono i due team (quello di Stoner e quello di Dani) a fare la moto per lo spagnolo, che quasi quasi tirava uno scherzone a Jorge.
Crutchlow andrà via: è uno che è ben consapevole dei tempi e delle poche possibilità che può avere.
Iannone pure, dato che è ben consigliato...
Insomma, se Ducati non tira fuori qualcosa qui al Mugello che faccia venire dei pensieri positivi a tutti i piloti del circus, va a finire che l'anno prossimo la D16 tocca guidarla a me...
squalo19, i delirii ittici
Mizzega, ne hai mangiati di omogeneizzati al salmone per arrivare a queste fantasie, neh?
Poi magari un po' di analisi storica allargata - ma temo di parlare con l'ennesimo canarino, quindi ogni appello all'obbiettività è vano... - non farebbe male: Ducati già poteva aspirare a vincere il mondiale nel 2006 con Capirossi, se Gibernau non l'avesse steso compromettendone gravemente l'integrità fisica. Il fatto è che già allora si sperimentava l'iniezione diretta ad alta pressione, che abbinata al Twin-pulse desmo, dava un vantaggio di potenza enorme alla moto italiana. La diminuzione della cilindrata ha acuito questo vantaggio che tra l'altro gli pneumatici dedicati hanno aiutato a mettere a terra. Non hanno sbagliato la moto gli altri, bensì è stata Ducati a fare un salto tecnologico in avanti.
Ovviamente nel 2008, con l'avvento delle valvole pneumatiche e la relativa elettronica, il gap è diminuito. Poi certo, tu vorrai omettere che per azzerare tale vantaggio, anzi, per mettere in svantaggio chi prima era avanti, da regolamento è stata CASUALMENTE VIETATA L'INSTALLAZIONE DELL'INIEZIONE DIRETTA NEI MOTORI E LIMITATA LA PRESSIONE DI ALIMENTAZIONE MASSIMA ANCHE PER L'INIEZIONE INDIRETTA A 10BAR.
E non voglio entrare nella vicenda 2008 delle gomme, perché mi sembri così distante dalla realtà, che dovrei cominciare dall'alfabeto...
Finito questo escursus tecnico però, ti invito ad andare a rivedere gli ordini di arrivo dei GP 2007, tanto per prendere coscienza di come si classificasse la seconda guida Ducati, quello stesso pilota che l'anno precedente lottava per il mondiale, quando Stoner, quello che dal basso della tua esperienza dici che "evidentemente fermo non era, ma neanche a livello di altri campioni (lo dicono sempre i dati)" - MA QUALI DATI, CHIEDO IO???- arrivava costantemente primo.
Se vuoi i dati su Stoner, quelli veri, oggettivi e reali, te li pubblico io.
In ogni caso se vuoi proviamo a raffrontare anche i tempi sul giro su tutte le piste di Stoner 2010 con quelli di valentino 2011 (quindi moto vecchia contro moto nuova).
Vuoi?