Rossi: "Il segreto è la passione, divertirsi"
LOSAIL – E’ tutto un altro Valentino Rossi rispetto al 2013. D’accordo, anche l’anno scorso, dopo il GP del Qatar ci si esaltava per il secondo posto di Valentino, ma fu un illusione: questa volta, le basi sembrano più solide e, soprattutto, Rossi è convinto di aver svoltato tecnicamente. E, come, al solito, non le manda a dire. «E’ bastato un GP per risolvere tutti i problemi in frenata che avevo nel 2013». E ancora: «Quando ho scelto Galbusera sembrava fosse un azzardo, perché non aveva mai lavorato in MotoGP: invece dentro al box si opera meglio e più di prima». Insomma, per Valentino è chiaro cosa non ha funzionato nella passata stagione e questa ennesima impresa gli dà, al debutto della 19esima stagione iridata, una carica enorme.
«Grazie a tutti, alla Yamaha, a Galbusera – sono le prime parole dette a caldo e, come si è visto, non è casuale che Valentino elogi subito il suo capotecnico -. E’ stata una grande gara, con una rimonta anche rischiosa, soprattutto all’inizio. Quando mi sono trovato con Marquez, avevo il potenziale per combattere e ho anche avuto la possibilità per vincere, ma lui è stato più bravo di me. Adesso, però, bisogna continuare così: Austin e l’Argentina saranno fondamentali per capire se sarò competitivo per tutto l’anno. Secondo me posso esserlo, bisogna vedere quanto».
E’ questa la chiave fondamentale: il secondo posto del Qatar non deve rimanere un caso isolato. Lo sa bene anche Rossi.
«Sento di guidare meglio. L’anno scorso sono sempre stato in grande difficoltà in frenata, senza mai riuscire a trovare una buona messa punto, mentre nel 2014, già nei test abbiamo risolto tanti problemi e adesso mi sento forte in ingresso curva. Non sarà facile continuare così, perché comunque fino alle qualifiche ero decimo, ma nel box c’è un bel linguaggio, riusciamo turno dopo turno a migliorare la moto».
Insomma, è soprattutto una questione tecnica.
«L’anno scorso ero già talmente contento di guidare la Yamaha che andava bene qualsiasi cosa, adesso ho affilato meglio le armi».
Questo gli ha permesso, a 35 anni, di combattere ad armi pari con un fenomeno di 21.
«Ma il nostro sport non è così fisico come potrebbe essere, che so, l’atletica. Già nel calcio ci sono tantissimi giocatori fortissimi che sono più vecchi di me. Il segreto è la passione, divertirsi: a me piace fare il mio “lavoro”, lo dico tra virgolette. Insomma, non credo sia così penalizzante la mia età, anche se, naturalmente, il sabato pomeriggio, nel giro alla “morte”, forse sono un po’ vecchio, mi danno sempre quei 2-3 decimi del cazzo e mi tocca partire dietro, però poi in gara sono ancora veloce. E’ stato un gran GP, mi sono divertito: bisognava partire un po’ più avanti, ma se le gare saranno tutte così saranno meravigliose. E’ stato bellissimo, tutti attaccati, non so perché, in realtà, però siamo stati tutti lì. E’ bello vederli davanti, un giro perdi, un altro guadagni, fai un errore, poi alla curva dopo lo fa un altro».
Difficile spiegare perché: i nuovi regolamenti non sembrano centrare sullo spettacolo visto in Qatar.
«Non so bene: forse contano le gomme che scivolano un po’ di più all’inizio, poi con la benzina devono tutti stare un po’ più attenti, ci sono tante moto in principio che vanno forte e poi rallentano, ma fanno un po’ di “confusione”. Insomma, è bello: mi sono divertito moltissimo come non mi succedeva da anni, i primi giri sono stati veramente fighi».
Anche gli ultimi, per la verità, con una sfida stellare tra Rossi e Marquez, il “vecchio” e il “bambino” della MotoGP.
«E’ bello combattere con lui. Avevo la possibilità di vincere; forse ho fatto un piccolo errore quando mi sono rifatto passare, però lui era un po’ più veloce di me: quindi se l’è meritata. C’erano 2-3 curve nelle quali in accelerazione mi dava un po’ troppo, io recuperavo in altre; nell’ultimo giro sono arrivato vicino, ma mi è mancato quel pelo per provarci».
Si è parlato tanto di nuove regole, ma alla fine, davanti, ci sono sempre i soliti: ecco il pensiero di Rossi.
«Sinceramente, prima di partire non sapevo come sarebbe andata a finire. Tanti da casa mi dicevano che alla fine saremmo stati sempre noi a giocrcela, ma non ero così convinto, invece è andata così. Bisogna dire che chi ha fatto le regole ha superato alla grande il primo test sul campo, ci ha preso su tutto: oggi, se ero a casa, la guardavo sicuro…».
Sarà un caso, ma i boati in tribuna erano tutti per te.
«E’ sempre bello avere così tanti tifosi in giro per il mondo: direi che me li sono meritati!».
Avevi delle motivazioni particolari?
«Stamattina mi sono svegliato molto bene, completamente diverso da sabato: ero pronto, sono riuscito a concentrarmi moltissimo per la gara, avevo solo quello nella testa. Ma non so perché: se si riuscisse a capire il segreto, sarebbe facile…».
Renzino
Renzino
E poi chi è " rozzi " le persone hanno un nome e un cognome