Spunti, considerazioni, domande dopo il GP d'Argentina
Quali sono state le chiavi del GP?
1) La grande tranquillità di Viñales. Maverick, in questo momento, sa perfettamente di avere del margine rispetto a tutti gli avversari, e questo gli consente di gestire al meglio ogni momento della gara, senza prendere rischi;
2) La voglia di vincere di Márquez. Dopo la brutta gara del Qatar, Marc aveva voglia di riscatto immediato, convinto di avere una moto sufficientemente competitiva per spingere forte. Questo, probabilmente, l’ha portato a sbagliare.
3) La trasformazione di Rossi. Ancora una volta sembrava incapace di domare la sua Yamaha M1, invece le ultime modifiche provate nel warm up gli hanno dato fiducia, sicurezza e, soprattutto, un avantreno finalmente stabile in frenata. La buona partenza ha fatto il resto.
4) La scarsa competitività di Dovizioso. Su questa pista ci si aspettava che Andrea e la Ducati si giocassero quanto meno il podio, invece hanno lasciato spazio agli avversari.
Perché Márquez è caduto al quarto giro mentre aveva 2”248 di vantaggio su Viñales?
Risponde Márquez: «Sinceramente non lo so. E’ stata una caduta molto strana, anche se qualcuno può pensare che stessi spingendo troppo visto il vantaggio che avevo. Ma non è così, non ero al limite, ero inclinato di appena 25° contro gli abituali 30/35° in quel punto, stavo girando in un ritmo normale».
Perché Andrea Iannone è stato penalizzato con un “ride trough”, anche se, effettivamente, non è partito in anticipo?
Le immagini televisive hanno mostrato che, purtroppo, la moto di Andrea si è mossa leggermente: anche se Iannone non ha tratto alcun vantaggio, non è partito prima dello spegnersi del semaforo.
Penalità giusta, quindi?
Sì, dal punto di vista regolamentare, ma la regola deve essere rivista, in questo caso la penalizzazione è troppo elevata rispetto alla (NON) infrazione commessa.
Dopo due soli GP, si può dire che la stagione Ducati sia già compromessa?
Purtroppo sì, perlomeno per quanto riguarda il titolo: la Yamaha sembra di un altro pianeta rispetto alla Ducati, e anche la Honda appare più competitiva. E Lorenzo sembra ancora lontano dall’essere efficace. Per il momento, è questa la dura realtà.
Il quarto posto di Alvaro Bautista è casuale?
Assolutamente no: Bautista sta andando fortissimo con questa moto fin da quest’inverno, e anche in Qatar avrebbe potuto fare bene se non fosse caduto. La sensazione è che possa stare spesso nelle posizioni importanti.
Giri veloci in gara (tra parentesi, il giro in cui è stato realizzato).
Viñales 1’39”694 (12), Pedrosa 1’39”740 (13), Crutchlow 1’39”751 (11), Bautista 1’39”811 (19), Márquez1’39”848 (3), Rossi 1’39”877 (14), Dovizioso 1’39”893 (8), Zarco 1’39”959 (7), A.Espargaró 1’40”060 (12), Danilo Petrucci 1’40”103 (7), Andrea Iannone 1’40”242 (17).
Le tre più belle frasi del fine settimana.
Paolo Simoncelli (domenica): «Suzuki ha un sacco di qualità, ma deve credere di più in se stesso. Adesso gli do un sacco di botte» (ridendo);
Valentino Rossi (domenica), sulla M1 2017: «Ho pensato che se Viñales riesce a farla andare così forte, ci devo riuscire anch’io».
Tony Arbolino (domenica): «Paolo (Simoncelli, NDA) dice che sono un artista della moto? Mi sa che non capisce niente di piloti…».
per un costruttore che intende sviluppare la moto per la nuova stagione cercando un adattamento ottimale alle gomme, quanto potrebbe influire sulla moto stessa se poi la gomma anteriore è fatta con una carcassa totalmente diversa e anche più morbida ?
Vero è che questa gomma è presente fin dai test.
Ma se diversi piloti iniziano ad avere dubbi mano a mano che guidano, qualcosa vorrà dire...