Test MotoGP a Sepang, Andrea Dovizioso: "Alla fine ci siamo (quasi) arrivati"
SEPANG - La preoccupazione di sabato si trasforma in consapevolezza di avere dei problemi, ma anche di non essere così lontano come potrebbe sembrare. Andrea Dovizioso e la sua squadra hanno lavorato duro per recuperare dopo una giornata difficile: i test si chiudono con un Dovi moderatamente soddisfatto.
"Sì, sono contento, abbiamo migliorato la messa a punto e il 'feeling' con le gomme. E’ vero che questi pneumatici hanno più grip, ma cambia il modo di guidare. Io e Miller siamo stati i soli a fare il tempo con la media: un altro aspetto positivo”.
C’è ancora qualcosa che ti preoccupa?
“Non so come si comporterà la gomma in gara, probabilmente non lo sa nessuno: facendo tanti giri consecutivi, sembra che cali parecchio, ma è tutto da verificare. Ci vorrebbero più test: con il grip che c’era in questi giorni sull’asfalto, i tempi che si vedono non sono reali”.
Chi ti è sembrato più a posto?
“La simulazione migliore l’ha fatta Viñales, poi c’è Rins, ma non è facilissimo interpretare questi test”.
Alla fine, qual è il bilancio?
“Sono stati tre giorni un po’ complicati, ma ci siamo arrivati. Il tempo sul giro conta poco: ho fatto il mio miglior crono alle 12, quando era molto caldo. Le gomme sono particolari, non sono ancora fluido come vorrei. Sepang è un buon circuito per fare delle comparative, ma le condizioni sono estreme”.
Le gomme cambiano così tanto?
“Sì, e bisogna adattarsi. E’ vero che c’è più grip, ma in trazione, mentre ce n’è meno al massimo angolo di piega. Inoltre spinge molto sull’anteriore, creando qualche difficoltà: credo ci sia margine di miglioramento”.
Yamaha e Suzuki sembrano beneficiarne...
“Analizzando questi tre giorni è emerso questo: Viñales e Rins hanno dimostrato di avere il passo anche dopo 8/9 giri consecutivi. Maverick è l’unico che ha fatto una vera simulazione, andando molto forte negli ultimi 10 giri. Ma è tutto da confermare”.
Hai fatto 10 giri insieme a Petrucci.
“Sì, per essere il più vicino possibile alle condizioni gara, perché cambia se hai davanti un altro pilota. Ho fatto 5 giri davanti io e 5 Danilo, raccogliendo dati importanti. La gomma è calata parecchio, ma credo che in Qatar capiremo qualcosa di più. Ci siamo avvicinati ai rivali, e quando vai a fare il passo, come succede il terzo giorno, emergono meglio le differenze. La nostra moto è quella che abbiamo usato nei test 2019 a Valencia e a Jerez: sicuramente abbiamo ancora un po’ di margine, ma a fare la differenza sarà soprattutto la gestione delle gomme”.
Secondo Alberto Puig, Suzuki e Yamaha sono quelle cresciute di più in questo inverno: sei d’accordo?
“Suzuki non lo so, Yamaha sicuramente ha lavorato durante l’inverno, ma è sempre difficile capire quanto i miglioramenti siano dovuti alla moto e quanto al corretto sfruttamento della gomma”.
Non è questione di erogazione, bensì di distribuzione dei pesi e dello spazio residuo nella parte del retrotreno dei 4 in linea, dove in funzione di una maggiore disponibilità di quest'ultimo, si possono realizzare soluzioni ciclistiche diverse dal V4.
Ormai è fatto constatato e accettato da tutti che i 4 in linea (Yamaha e Suzuki) si comportino meglio nella percorrenza delle curve. Volete dire che un gommista non sia in grado di realizzare carcasse e mescole che forniscano più grip e durata in questa fase, magari - o forse certamente - a discapito della resistenza della gomma in fase di accelerazione a moto dritta (come nel 2016...)?