Aprilia SBK, un solo obiettivo: vincere!
A Noale abbiamo incontrato i due piloti della squadra ufficiale Aprilia, che tra pochi giorni scenderanno in pista a Jerez (5 e 6 Febbraio) per un ultimo test, prima di partire alla volta di Phillip Island dove disputeranno le prime due manche del campionato mondiale Superbike 2014. In Aprilia non nascondono di certo quale sia il loro obiettivo per il 2014. Vogliono vincere il titolo, riportare a Noale il mondiale piloti Superbike e confermare quello costruttori, che si sono aggiudicati lo scorso anno. Tornare alla vittoria anche senza Biaggi e Dall’Igna assume evidentemente un sapore particolare per tutti i componenti del Reparto Corse Aprilia, che non hanno mai smesso di lavorare e di migliorare la già eccezionale RSV4 Factory. Una moto che sono in molti a considerare la migliore delle Superbike. A portarla in pista saranno il confermato Sylvain Guintoli e la new entry Marco Melandri.
Il pilota italiano ci è apparso molto sereno e per nulla preoccupato dalle alte aspettative che vengono riposte in lui. Ha scelto Aprilia per vincere, per aggiudicarsi quel titolo che da anni gli sfugge. Sereno quanto determinato, Marco vuole fare i passi giusti per capire la RSV4 ed adattarla per quanto possibile, al suo stile di guida. Il Reparto Corse Aprilia sta aiutando lui e il suo compagno di squadra in questa delicata fase. A quanto ci è stato riferito dal responsabile del settore elettronica, lo stile di guida di Guintoli è abbastanza simile a quello di Biaggi, entrambi richiedono un forte controllo della trazione e si affidano molto all’elettronica. Non è stato quindi difficile per il francese trovare subito un buon feeling con la RSV4. Melandri invece ha una guida del mezzo più fisica e richiede un’elettronica meno invasiva. Da qui la necessità di un periodo di adattamento ed un diverso settaggio dell’elettronica. Ma è solo questione di tempo e già nelle prime due gare, dopo i test di Jerez e quelli di Phillip Island che precedono di pochi giorni il primo round stagionale, vedremo un Melandri in grado di sfruttare tutto il grande potenziale della moto veneta.
Marco Melandri
Marco come stai fisicamente? Hai risolto i problemi alla spalla ed alla caviglia?
«La spalla ora è definitivamente guarita e per fortuna anche la caviglia. Per quanto riguarda quest’ultima tutto è derivato dal mio incidente di Suzuka del 2003 che mi aveva lasciato molti calli ossei con i quali però ero riuscito a convivere sino allo scorso anno. Prima della gara di Jerez, a causa di un banale infortunio sulle scale di casa, ho forzato la caviglia e successivamente nelle prove in pista mi sono rotto i legamenti e mi si è staccato parte del callo osseo. Per fortuna l’intervento chirurgico al quale mi sono sottoposto nel Novembre 2013 ha messo le cose a posto. E’ stata necessaria una plastica ai legamenti esterni ed il piede ora è ancora un poco gonfio, ma è il normale decorso post operatorio. L’importante è che io ora stia bene. Vado in bici e riesco ad allenarmi e nei test di Portimao la caviglia non mi ha dato fastidio».
Senti il peso della responsabilità? L’Aprilia vuole quel titolo che gli è sfuggito lo scorso anno.
«Stiamo lavorando tutti per quell’obiettivo. So che non sarà facile, ma ritengo che quest’anno i presupposti ci siano tutti. Nel 2012 fu quasi una sorpresa per me il fatto di aver lottato sin quasi alla fine per il titolo mondiale. Lo scorso anno invece non è stata una sorpresa non poter vincere il titolo».
Cosa ti è mancato sino ad ora per vincere il mondiale?
«Nel 2012 ho commesso molti errori nelle ultime tre gare, ma ritengo di aver pagato a caro prezzo la decisione di BMW, giunta a poche gare dal termine, di ritirare la squadra ufficiale. Una notizia che mi ha messo in difficoltà. Ero preoccupato e mi è mancata la serenità indispensabile per poter vincere. Proprio nel momento più delicato è mancato l’appoggio dell’azienda. Quando ci hanno comunicato il ritiro del team ufficiale io, pur avendo un altro anno di contratto, ero preoccupato soprattutto per la situazione dei ragazzi che lavoravano con me. Mi sentivo responsabile del loro futuro. L’anno scorso invece immaginavo che avremmo fatto un passo indietro dal punto tecnico e così è stato. Inoltre la fortuna non ci ha certamente dato una mano».
Come ti sei trovato sulla RSV4 ufficiale? Raccontaci le tue impressioni.
«In questi anni penso di avere accumulato un bel bagaglio di esperienza e so che i mondiali non si vincono in inverno. Ho iniziato questa stagione con calma, cercando di conoscere la mia nuova moto, i pregi ed i difetti. Ho cercato di capire cosa dovevo cambiare nel mio stile di guida per essere veloce con l’Aprilia. Inoltre ho cercato subito di instaurare un dialogo costruttivo con le persone che lavoreranno con me. E’ una cosa fondamentale, che ti consente di lavorare bene durante la stagione, quando hai poco tempo a disposizione devono bastare un’occhiata o poche parole per capirsi con lo staff tecnico. Posso dire che siamo sulla strada giusta. A Portimao quando è stato il momento di montare una gomma morbida per cercare il tempo sul giro hanno chiuso la pista (a causa dell’olio perso da un pilota, NDA) se no sono convinto che avremmo certamente fatto segnare dei tempi molto buoni. Ma ci rifaremo nei test di Jerez del 5 e 6 Febbraio prossimi».
Devi cambiare molto nel tuo stile di guida o sei già a buon punto?
«Siamo a buon punto e sono soddisfatto. Certo possiamo e dobbiamo migliorare ancora e per questo stiamo lavorando sia sulla posizione di guida che soprattutto sulla parte elettronica. Stiamo valutando nuove soluzioni che testeremo a Jerez e che penso potremo utilizzare già a Phillip Island».
Cosa ti aspetti dal primo appuntamento mondiale in Australia?
«Sono curioso di conoscere i valori in campo. In Australia le condizioni meteo saranno completamente diverse rispetto all’Europa e quindi voglio vedere se verranno confermati i risultati dei test invernali. Penso che come sempre ci saranno molte sorprese. Mi aspetto molti piloti veloci sul giro secco, ma poi le gare potranno dare responsi diversi rispetto a quelli delle prove».
Sono in molti a pensare ad una lotta Melandri-Sykes per il titolo, ma ci saranno di certo molti outsiders.
«Saranno in molti ad andare forte. Mi aspetto ad esempio una Ducati molto veloce in qualifica, il mio compagno di squadra sarà ancora velocissimo e oltre ai soliti Rea e Laverty vedo bene anche Baz. Su alcune piste potrà stare anche davanti a Sykes, specialmente dove bisogna far scorrere la moto. Saranno gare interessanti ed un campionato senza dubbio avvincente».
Sylvain Guintoli
Sylvain Guintoli ha saltato tutti i test invernali a causa delle conseguenze dell’infortunio alla spalla per una caduta in bicicletta. Una spalla che ha rovinato il finale di stagione 2013 del pilota francese ed ha rischiato di compromettere anche la stagione che sta per iniziare. Ci sono voluti due interventi chirurgici per metterla a posto. Sylvain non sale in moto dall’Ottobre dello scorso anno e solo da poco tempo ha potuto riprendere gli allenamenti, alla ricerca di una condizione fisica che gli consenta di affrontare al meglio i primi impegni stagionali. E’ quindi lecito non attendersi subito un Guintoli al 100% anche se la sua voglia di vincere e di lottare per quel titolo che lo scorso anno gli è sfuggito solo nel finale di stagione è davvero tanta e potrebbe consentirgli di superare i problemi derivanti dal suo lungo stop.
Sylvain come sta la tua spalla?
Ora abbastanza bene, ma questo inverno ero molto preoccupato. Ho dovuto sottopormi a due interventi chirurgici, uno a novembre ed uno a metà dicembre. Il primo non aveva dato i risultati sperati, mentre il secondo è stato molto importante e sembra abbia finalmente sistemato le cose. Ora la spalla è più stabile e posso finalmente allenarmi. Mi sento abbastanza bene, ma solo i test di Jerez tra pochi giorni, potranno farmi capire a che punto sono e se il problema alla spalla potrà finalmente considerarsi risolto. Sono davvero ansioso di risalire in moto. Non lo faccio dall’ultima gara del campionato 2013 che disputai a Jerez.
E dopo i test ci saranno subito le prime due gare di Phillip Island.
«Per fortuna quella australiana è una pista che mi piace molto e dove l’anno scorso sono riuscito a vincere. Spero di poter puntare alla vittoria anche quest’anno, se le mie condizioni fisiche lo permetteranno».
L’anno scorso il tuo finale di campionato è stato considerato deludente, ma forse non a tutti è risultata chiara la gravità del tuo infortunio alla spalla.
«Sì, di certo l’infortunio alla spalla è stato determinante ed è andato sempre peggiorando. E’ stato molto peggio di una frattura perché ha richiesto tempi di guarigione lunghissimi. Subito dopo l’infortunio ho corso il round di Mosca, ma mi è andata bene perché Laverty è caduto, Sykes ha rotto il motore e la gara si è corsa sotto la pioggia. In quelle condizioni la spalla non mi ha creato molti problemi ed io sono tornato in testa alla classifica. Ma purtroppo nelle gare successive il dolore è aumentato e soprattutto non avevo più forza nel braccio, non mi potevo allenare e non riuscivo fisicamente a combattere alla pari con i miei avversari, che invece in pista davano il 100%. Sono sicuro di aver dato il massimo possibile, di più proprio non potevo fare e sono tranquillo con la mia coscienza».
Quindi quest’anno entrerai in pista con una grande voglia di vincere.
«Sì, spero proprio di stare bene fisicamente perché solo una precaria condizione fisica mi potrebbe impedire di puntare al titolo mondiale. Ho una moto ed un team eccezionali e voglio sfruttare al massimo questa grande possibilità di conquistare il titolo. Per l’Aprilia e per me stesso».
Con Melandri vai a costituire una squadra molto forte.
«Sì, Marco è un ottimo pilota e sarà un grande stimolo avere un compagno ed un avversario come lui. Entrambi possiamo lottare in ogni gara per il podio e quindi possiamo puntare al titolo. Da parte mia ho un anno di esperienza sulla RSV4, una moto fantastica, e conosco bene tutti i ragazzi della mia squadra. Ci capiamo bene ed è facile lavorare in un team così professionale. Non possiamo che puntare alla vittoria».
paolo 7303
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