SBK. Le pagelle del GP di Germania
Sono state due gare abbastanza noiose, ma che hanno completamente riaperto il campionato. In realtà entrambe ci avrebbero potuto regalare un finale thrilling, ma due cadute hanno costretto i commissari di pista ad esporre la bandiera rossa e a sospendere la gara sul più bello. E’ stato un po' come se al cinema mentre state guardando un film giallo e stanno svelando chi è l’assassino si spegnesse il video e si accendessero le luci. La prima delle due cadute è stata molto brutta e forse evitabile ed è stato un miracolo se non ha avuto conseguenze ancora più gravi. Purtroppo i marshall presenti nel punto dove Sandi ha rotto il motore non si sono accorti della presenza di olio in pista. I primi tre hanno visto la moto del team Pedercini che fumava e hanno visto Sandi che cadeva per cui hanno stretto la traiettoria senza mettere le ruote sull’olio. Non altrettanto hanno potuto fare Rea e Camier che li seguivano e che sono letteralmente volati via prima nella sabbia e poi contro le barriere.
Perché l’olio non è stato segnalato? Perché in quel punto non erano stati fissati degli air fence che avrebbero attutito la caduta dei due sfortunati piloti inglesi? Proprio in questi giorni si è riunita la commessione dei piloti per la sicurezza. Non sappiamo ancora che cosa i quattro rappresentati dei piloti (Checa, Melandri, Sykes e Guintoli). Abbiano deciso, ma proprio ieri Melandri ci spiegava che sarebbe importante che prima di ogni gara la commissione potesse valutare assieme agli organizzatori, lo stato della pista, evidenziando gli eventuali punti dove fosse necessaria una maggiore sicurezza. In pratica il lavoro svolto da Franco Uncini in MotoGP. Sta di fatto che Rea si è rotto il femore (è stato operato ieri sera per ridurre la frattura) mentre Camier per fortuna non ha riportato nessuna conseguenza rilevante. Per finire il bollettino medico, Baz caduto rovinosamente nel warm up, ha riportato una frattura alla vertebra C2, fortunatamente senza ripercussioni neurologiche.
Lasciamo il discorso sulla sicurezza che affronteremo prossimamente in modo più dettagliato, e parliamo della classifica del campionato. Sykes è passato in testa ma ha un solo punto di vantaggio su Guintoli, fermo restando che ancora non sappiamo chi dei due sia arrivato terzo a Monza e quindi ci sono in ballo tre punti che potrebbero anche rivelarsi determinanti. Speriamo che i burocrati delle FIM si riuniscano al più presto e si decidano a stabilire a chi debbano essere aggiunti o tolti i famosi tre punti. La fine del campionato non è poi così lontana. Dietro ai primi due troviamo Melandri e Laverty rispettivamente a 30 e 40 punti dall’inglese della Kawasaki.
Ma chi ha raccolto più punti al Nurburgring è stato Chaz Davies (41 contro i 38 di Sykes) che però è 66 punti lontano dalla vetta. Tanti, forse troppi. La Superpole è stata vinta da Badovini, mago dell’acqua, che poi però in gara non si è quasi mai visto. Peggio di lui, ancora una volta, il suo compagno di squadra Checa. Giugliano rimette la testa fuori dopo il mezzo naufragio di Silverstone, mentre Fabrizio si sta specializzando in rimonte che però non portano a risultati importanti.
Sembra che questa sia stata l’ultima volta delle Superbike al Nurburgring. Nuovi circuiti incombono (Austria, Malesia, Qatar….). Il tracciato tedesco non ha il fascino del vecchio Ring e così come Aragon o Silverstone è frutto della mania di grandezza di chi ha voluto costruire una cattedrale nel deserto. Non si capisce perché attorno ad un circuito debbano per forza sorgere mega strutture del tutto inutili ed inutilizzate, che poi causano il fallimento dell’autodromo, proprio come sta avvenendo a molti tracciati europei, Nurburgring compreso.
Le pagelle
Tom Sykes – Anche con la tenera Pirelli SC0 Tom non si trasforma più nel verde Hulk che avevamo visto l’ultima volta a Imola. Sykes parte a cannone ma poi non riesce a distanziare i suoi avversari. In Germania la fortuna gli da una mano in gara uno e gli evita un confronto all’arma bianca con i piloti BMW, ma nella seconda non riesce a tenere il ritmo dei primi tre e si accontenta del quarto posto. Ritorna in vetta alla classifica, ma non è il guerriero verde che vorremmo vedere. Voto 8
Sylvain Guintoli – La formichina francese bisogna che ogni tanto morda se vuole portare a casa il titolo. Un quarto ed un quinto posto possono andare bene ad un pilota privato, non ad un ufficiale che vuole mantenere la vetta della classifica. Nemmeno nell’acqua della Superpole riesce a primeggiare, lui che era considerato un esperto delle piste bagnate. Siamo uomini o caporali? Lo sapremo tra poche gare. Voto 6
Marco Melandri – Fatica nelle qualifiche perché la sua S1000RR non ne vuole sapere di sfruttare la gomma da tempo. Ma la Superpole del Nurburgring è bagnata e lui parte in prima fila. Sulla pista dove lo scorso anno diede l’addio al titolo, oggi ha recuperato 11 punti ed una posizione in classifica. E non è stato nemmeno fortunato visto che la bandiera rossa di gara uno arriva nel momento sbagliato, quando lui era passato in testa. Non si fa distrarre dalle voci di mercato, dimostrando maturità e determinazione. Voto 8
Eugene Laverty – La Superpole bagnata lo relega al dodicesimo posto, ma lui parte forte e nei primi giri è già con i primi. Scivola in gara uno (ma allora questi nuovi carter Aprilia sono davvero pericolosi?) ma si rialza e porta a casa un punto. Gli va meglio nella seconda ma anche nel suo caso la bandiera rossa forse gli ha negato una vittoria. Perde una posizione in classifica e ora con 40 punti da recuperare non potrà più fare errori.
Voto 7
Chaz Davies – Era dal round di Aragon che non lo vedevamo così in palla, ma questa è una delle sue piste preferite e anche l’anno scorso dal Nurburgring Chaz portò a casa gli stessi risultati : terzo e primo. Già nelle prove aveva dimostrato di avere un ritmo molto alto, ma la pioggia della Superpole gli aveva consentito solo un settimo posto in griglia. Riduce il gap dalla vetta da 82 a 66 punti ma sono ancora tanti.
Voto 8,5
Michel Fabrizio – In prova dimostra di essere tornato quello di inizio stagione, ma poi la Superpole bagnata lo costringe per l’ennesima volta a partire dalla quinta fila. Solite rimonte che però portano solo ad un sesto ed un ottavo posto. Resta il dubbio di cosa avrebbe potuto fare se fosse partito davanti. L’impressione è che gli manchi solo un pizzico di fortuna per regalare a se stesso ed alla sua squadra un risultato di prestigio.
Voto 6
Davide Giugliano – Era atteso al varco dopo il brutto round di Silverstone e non ha iniziato bene, cadendo nelle Q1 (anche lui accusa i nuovi carter larghi Aprilia). Ad un passo dal baratro, Davide ha mantenuto i nervi saldi ha risalito la corrente e pur partendo dalla quinta fila ha fatto due buone gare, a ridosso degli ufficiali. Se ritrova la serenità perduta può ancora puntare in alto.
Voto 7
Ayrton Badovini – La classe operaia va in Paradiso e con grande sensibilità di guida e tanta grinta, Ayrton vince la sua prima Superpole proprio davanti ai vertici Audi. Poi in gara la Panigale non gli permette di fare meglio di un non ed un settimo posto. Vederlo sorridente in pole position bersagliato dai fotografi ci ha aperto il cuore. Forza Ayrton non mollare.
Voto 8 (6 per le gare e 10 per la Superpole)
Carlos Checa – Tra lui e la Ducati siamo ormai ai titoli di coda. Carlos non ci crede più e, almeno dai risultati, sembra che El Toro abbia smesso di lottare. Non entra nemmeno in Superpole (non ci ricordiamo un precedente del genere per Carlos) e parte dalla penultima fila per due gare anonime e due decimi posti. Se non altro questa stagione disastrosa allontana il suo ritiro dalle corse perché siamo convinti che Checa non possa lasciare di se questo ricordo. E poi c’è ancora chi lo apprezza…..
Voto 4
MAX BIAGGI
Bisa88, il traliccio
La risposta sul perché non sia stato mantenuto il traliccio, eventualmente cambiando - oltre allo schema di rigidezza variando spessori e numeri di segmenti - il materiale di cui era fatto, è: non lo so.