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Dakar 2011, 8ª tappa. L’"Inferno” delle dune di Copiapo

- Una tappa “dakariana” tipicamente… cilena, in un labirinto privo di riferimenti. Una tappa incui è fondamentale la navigazione è l'occasione per un approfondimento sulla sicurezza e sui tre sistemi in dotazione ai piloti | P. Batini
Dakar 2011, 8ª tappa. L’Inferno” delle dune di Copiapo


Le temutissima trilogia delle tappe dopo la giornata di riposo è stata lievemente ridimensionata, poiché la prima di esse è stata sensibilmente accorciata. Restano due tappe che, nelle premesse, si apprestano a ricoprire un ruolo chiave nello sviluppo della già molto dura edizione 2011. Antofagasta è stata dunque raggiunta con una tappa impegnativa ma corta, adesso resta da venire a capo del rebus della Antofagasta – Copiapo e della successiva tappa ad “anello” con partenza ed arrivo a Copiapo.

Andiamo con ordine, ed occupiamoci della prima. 776 chilometri in totale, ed una lunghissima Speciale di ben 508 KM. I piloti l’affronteranno dopo aver coperto i preliminari 268 chilometri di trasferimento, dunque già abbondantemente “in pressione”. La prima parte della Speciale si sviluppa su terreni misti, ma prevalentemente duri, e si conforma alla morfologia particolare di quest’area, caratterizzata da una miriade di piccoli rilievi che diventano gli ostacoli naturali di un labirinto privo di riferimenti. Trovare e seguire la pista giusta, segnata da quella manciata di Waypoint stabiliti dai tracciatori, può diventare difficilissimo o far perdere molto tempo.

La seconda parte è più aperta e scorrevole. È stata tracciata sulle piste delle miniere. In questo caso i riferimenti principali sono le indicazioni del road book. Ancora navigazione, nota per nota del road book. Infine c’è il piatto forte della giornata: cento e passa chilometri dominati dalle dune, sempre più alte e difficili da superare, “imbarazzanti” man mano che il caldo rende meno consistente la superficie sabbiosa. Una giornata, dunque, di fatica e tensione, bisogno di mantenere lucidità e nervi a posto. Accorciare la tappa della vigilia è stata una decisione assennata, anche e soprattutto in funzione della sicurezza, che è l’impegno chiave per la sopravvivenza dei Rally. I Campioni sanno affrontare situazioni come queste, e solo un grosso imprevisto può mandarli “nel pallone”. Per i “privatoni” è diverso, per molti di loro la prima delle due tappe di Copiapo sarà inevitabilmente una prova durissima, forse un calvario, ed è giusto cha abbiano avuto l’opportunità di tirare il fiato un giorno ancora. Tre ritiri ancora, intanto, tra gli italiani. Sono quelli di Ivan Boano, Antonio Cabini e dell’italo-belga Ennio Cucurachi.


Navigazione e Sicurezza

Possiamo così occuparci anche della strumentazione che completa la dotazione di sicurezza di ciascuna moto. Sono tre strumenti in più, importantissimi.
Balise Sarsat, il trasmettitore di segnale di allarme. È stato il primo sistema di allarme utilizzato nei rally. È un dispositivo in grado di lanciare un segnale di allarme che viene captato da una rete di satelliti appositamente posizionati su orbite polari, che a loro volta “rimbalzano” il segnale ai responsabili di intervento. Il pilota, o chi per lui, schiaccia un bottone, ed il segnale parte. I soccorsi sono attivati. Ha un certa “inerzia” funzionale perché innesca una serie di operazioni a catena che richiedono tempi variabili, ma per anni è stato l’unico strumento a garantire il salto di qualità dell’intervento in casi di emergenza. La “Balise” resta, oggi, in dotazione come backup di sicurezza in caso di guasto dell’Iritrack.

Iritrack.
È un sofisticato sistema di tracciamento satellitare, per mezzo del quale l’avanzamento di ogni pilota è monitorato dall’organizzazione. Associa le funzioni di registrazione ed invio di dati GPS e di trasmettitore di segnali allarme e voce (bidirezionale). Sempre in funzione durante la tappa. I segnali possono essere inviati sia automaticamente che manualmente. Dotato di accelerometro e di inclinometro, lo strumento è in grado di rilevare un arresto brusco della moto (o la sua eccessiva inclinazione) seguito da un lungo stop (il limite è stato fissato in 3 minuti), ed in questi casi è programmato per emettere automaticamente il segnale di allarme. Tre pulsanti manuali sono azionabili dal pilota (o da altro pilota che assista ad un incidente). Il pulsante blu attiva le sezione fonia, il rosso lancia un segnale di incidente con danni al pilota, il verde un segnale di panne.

Sentinel. È uno apparecchio messo a punto nei Rally per facilitare i sorpassi delle moto da parte di auto e camion. Il Sentinel permette ai piloti di moto e quad di ricevere il segnale di sorpasso (acustico e ottico) emesso da un auto o da un camion. Ogni veicolo in gara ne è dotato, e la differenza tra lo strumento auto e moto è che quest’ultimo non emette il segnale ma può soltanto riceverlo. Per capire meglio, è un po’ come un radio clacson.

L’utilizzo del telefono GSM, o preferibilmente satellitare, purché l’apparecchio non includa una sezione GPS, è autorizzato ed incoraggiato.


La dotazione personale obbligatoria di sicurezza comprende, inoltre, luci e razzi di segnalazione, accendino, specchio di segnalazione, un telo di sopravvivenza, il camelback per due litri di acqua. Altri 3 litri devono essere previsti obbligatoriamente in un serbatoio fissato alla moto, ed ogni pilota deve partire per la tappa del giorno con la propria razione alimentare di emergenza.

Guarda il video della 7ª tappa

  

 

Piero Batini

Foto: DPPI, Red Bull

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