Dakar 2017. Jordi Viladoms e il “suo” Team KTM
Parigi, 23 Novembre. Jordi Viladoms. È il Pilota-Ingegnere maestro di vita, autentico signore e acuto analista, che cambiava totalmente faccia e attitudine per trasformarsi, una volta salito in sella, in uno dei più forti piloti della storia del Rally Raid. Dopo aver corso, vinto e… assistito le vittorie altrui, giustamente la Squadra per la quale correva, KTM, lo ha premiato scegliendolo per dirigere la formazione che affronta il Campionato del Mondo Cross-Country Rally e la Dakar, ora alla vigilia dell’edizione 2017. Più di quanto riportato sopra, comunque, considero Viladoms un grande amico, e una persona di cui ci si può fidare. Il meglio dell’essere, insomma. Anche per la squadra KTM è stata una stagione densa di impegni ma atipica, con scelte mirate sempre alla preparazione per la Dakar. Di fatto abbiamo visto poco Viladoms e i suoi Uomini durante l’anno, ma finalmente lo incontriamo alla Presentazione della Dakar a Parigi.
Dunque, che avete combinato in vista della Dakar appena presentata dal tuo vecchio amico Marc Coma? A che punto siete, a che punto è Antoine Meo?
«Comiciamo dalle note dolenti: purtroppo Antoine Meo non è ancora a posto. È un peccato, soprattutto perché è stata una stagione molto difficile per lui. Si è fatto operare allo scafoide infortunato nel finale della scorsa Dakar, ma ha bisogno di un nuovo intervento, a cui si sottoporrà prossimamente a Barcellona, dal Dottor Mir. Il dolore era rimasto, la preparazione ne ha ovviamente risentito e la decisione è stata saggia e inevitabile. Meo non parteciperà alla prossima Dakar. Mi dispiace tantissimo, per lui prima ancora che per noi. È un Pilota che si è rivelato importante e molto veloce anche in una disciplina nuova per lui, ma non possiamo rischiare e cureremo il suo completo recupero prima di riportarlo alla Dakar 2018».
Parliamo allora della Formazione ufficiale KTM, eventualmente con i ruoli assegnati, se ce ne sono.
«Ruoli, innanzi tutto. Non ce ne sono. Come l’anno scorso, tutti i Piloti KTM saranno liberi di interpretare la loro Gara come ritengono più opportuno. Non ci sono ovviamente ordini di scuderia a priori. Sono tutti bravi, uno ha vinto la Dakar, uno è stato Campione del Mondo, tutti sono in grado di vincere un Rally, anche importante e difficile come la Dakar. Sono tutti Piloti “buoni”, e in ogni caso bisognerà vedere come si presenterà la nuova Dakar e quale dei nostri Piloti dimostrerà di sapersi adattare meglio a quel tipo di gara. Quello che ho visto è che sarà una Dakar diversa, da capire meglio. Quello che è stato meglio fino a ora magari non lo sarà a gennaio, e viceversa potremmo sfruttare meglio caratteristiche tecniche e dei Piloti non così efficaci nella Dakar scorsa. Tutti i nostri Piloti hanno lavorato molto durante l’anno, tutti hanno una buona velocità e una buona preparazione fisica e mentale, sulla navigazione. La Formazione Red Bull KTM Factory Racing Team: Toby Price, Australia, il vincitore dell’ultima edizione, Sam Sunderland, Gran Bretagna (ma di stanza negli Emirati) Vice Campione del Mondo. Entrambi hanno rinnovato il rispettivo contratto con KTM, estendendolo fino alla fine della stagione 2019. Mathias Walkner, Austria, Campione del Mondo uscente e perfettamente recuperato dall’infortunio di inizio anno, e Ivan Ramirez, Messico, un giovane bravo e promettente che debutta al posto di Meo. A latere, nella formazione integrata KTM Factory Racing Team, la Regina delle Dune, Laia Sanz, Spagna. La novità è Ramirez, ma il Pilota era già con KTM, a 23 anni ha già una buona esperienza, corre con il Team ufficiale nella Baja 1.000, e può essere una bella sorpresa».
Squadra che vince non si cambia, insomma. E la Moto che vince? Secondo tradizione anche in questo caso?
«Quella sì che non si cambia! Più o meno, la 450 Rally è… esattamente uguale alla Moto dello scorso anno. È in effetti tradizione KTM non cambiare continuamente e conservare e migliorare costantemente le buone cose. La Moto è andata molto bene l’anno scorso, e certamente abbiamo lavorato su un’ampia area di affinamenti e di piccoli miglioramenti possibili, ma sostanzialmente è la stessa Moto che ha vinto la Dakar 2016».
È sempre lo stesso anche Toby Price, il “ragazzone” un po’ guascone scopertosi fuoriclasse della Dakar al termine della scorsa edizione?
«Sì, è sempre lo stesso. Ha un gran carattere, una grande “birra”, e adesso più esperienza. Adesso sa come si fa a vincere la Dakar. È sempre lo stesso. Quando può si diverte, va a provare con la macchina o alla Baja California, ma è molto concentrato sulla sua “missione”».
Invece c’è un Pilota che è cambiato molto… tu. Come è stato quest’anno di cambiamenti totali?
«Difficile. Molto lavoro. Ma molto contento. È una strada molto diversa, un lungo cammino nel quale non si deve sbagliare. Il “lavoro”, tuttavia, mi piace moltissimo, anche se ho ancora tante cose da imparare, certamente. Mi impegno molto, e cerco di mettere tutta la mia esperienza al servizio della Squadra. È una grande Squadra, e dunque c’è anche una grande responsabilità, ma anche una grande, invidiabile opportunità!».
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TheBerronespolo, Rosignano Monferrato (AL)Stavolta vi freghiamo, forza Barreda Bort !!!