Dakar 2023-D13. E Ora Chi Può Battere Toby Price? [UPDATING]
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Al-Hofuf, 14 Gennaio. [DAKAR INCREDIBILE, CAMBIA TUTTO, O QUASI! Leggete il prossimo articolo, l'aggiornamento è clamoroso] È la penultima tappa, Shaybah-Al-Hofuf. Appena 154 chilometri di prova speciale. Menù della Casa: dune, sabbia veloce, attraversamenti. Non ci si può più fidare. Doveva essere un lungo finale in salita, invece si è rivelato un epilogo in discesa di tappe brevi e grandi volate tra dune e pianori. Bellissimo, per carità. Ma chi ha investito nel finale ha sbagliato. È un finale in cui si vive alla giornata. Toby Price, KTM, è passato al comando. Mezzo minuto do margine. Niente. La tattica più delicata spetta a lui. Ne ha parlato con Jordi Viladoms, il fuoriclasse catalano che è stato uno dei più grandi portatori d’acqua della storia. Per fare quel mestiere, per chi vinceva, dovevi avere tecnica, intelligenza, senso tattico. Tutto al livello dell’eccellenza. Oggi Jordi è il Team Manager del “Gruppo” KTM alla Dakar. Dicevamo, ne hanno parlato alla vigilia e sono giunti a una conclusione comune. Pochissimo spazio per la strategia! Può esser solo perdita di tempo e di attenzione. Price è arrivato a una conclusione. “Io sto bene, la Moto sta bene. Nessuna tattica rivoluzionaria possibile. Via a manetta, il fisico a sostenere il ritmo più elevato possibile, il processore lassù un booster mode, pronto a elaborare pressoché istantaneamente. L’esperienza non è male, altro boost!”
Speciale, il via appena sbuca il sole. Dentro verso Ovest per cercare un CP chiave, dietrofront, finale verso Nord-Est, anche un po’ di contro sole. Poi oltre 500 chilometri di trasferimento lungo il Golfo Persico e il confine con gli Emirati e il Qatar. Aprono Cornejo, Honda, Sanders, GasGas, e Toby Price. La Speciale è più difficile del previsto, più tecnica, più lenta. Le medie scendono dai 90 ai 60. Non è partito Klein, che dalla nona tappa accusa dolori alle cervicali (ma non ha niente di grave) e poco dopo il chilometro 50 cadrà malamente Walkner, che già era partito con un polso non a posto. Dolori alla schiena, sarà evacuato in elicottero e Kevin Benavides rimarrà con lui fino all’arrivo dei medici. Sanders all’attacco di Cornejo, Price all’assalto. Sanders ragiunge Cornejo a metà Speciale, dai due terzi è Price che impone il ritmo spingendo fortissimo.
I tempi, naturalmente, vengon costruiti da dietro. Il più forte oggi e veloce è Michael Docherty, il sudafricano che corre in Rally2 letteralmente scatenato, poi c’è il “solito”, generoso Luciano Benavides a caccia di risultati del giorno. più sorprendente, o forse no, dovevamo aspettarcelo, è l’attacco di Adrien Van Beveren, che sale progressivamente. I tre finiranno nell’ordine al traguardo di Al-Hofuf. Alla scarsa consistenza di Howes, che deve aver deciso di non rischiare, fa riscontro la veemenza dell’attacco di Price. L’australiano è quarto davanti a Dumontier, altro Rally2 e, appunto, Howes.
L’effetto della penultima Speciale sulla classifica Generale consente di aprire finalmente una finestra che non sbatta continuamente al vento della corsa. Toby Price, KTM, allunga in testa. Non troppo, il suo vantaggio sale a un minuto e mezzo, ma solidifica la tendenza e bisogna considerare che con l’ordine di partenza inverso dell’ultima Speciale del Rally Price potrà controllare meglio, e più direttamente, gli avversari. Primo Toby Price, ormai una mano sul Tuareg, secondo Howes a uno e trenta. Al terzo posto sale Adrien Van Beveren che scavalca Pablo Quintanilla e sale sul podio. Paolo Lucci inossidabile sale di una posizione, è 16° assoluto, ormai un grande!
Il Gran Finale si gioca verso Dammam. Speciale ancora più corta, 136 chilometri e ordine di partenza delle Moto invertito perché in vista del Podio comanda la TV. Le auto nell’ordine di giornata, quindi sul podio saliranno prima le Moto vincenti, poi le Auto vittoriose. È un plurale poco maiestatis, si sa che alla Dakar vince uno solo, tutti gli altri hanno perso!
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