Dakar 2023-D811. Fotofinish. Che Succede al Bivacco della Tappa Marathon?
Empty Quarter Marathon, 12 Gennaio. Che succede al Bivacco della Tappa Marathon? Di solito che non si vede l’ora di ripartire. Al bivacco, isolato e inaccessibile a chiunque non sia concorrente, ci sono solo i Piloti. Ci sono delle eccezioni, legate soprattutto ad aspetti della gestione logistica e sportiva, medica, ma poca roba. Il regime di controllo è rigido, le trasgressioni punite in modo esemplare. Tali bivacchi sono anche spesso anche un po’ tristi, desolati. In fondo i giorni di convivenza con i meccanici e i lussi stipati nei camion e nei mezzi di supporto assistenti creano un’atmosfera serale preziosa, calda. Niente unisce più di un piatto di pastasciutta e un bicchiere di… ops, non si dovrebbe dire. Niente rallegra di più al termine di una giornata quasi sempre dura, difficile. Il bivacco di Empty Quarter Marathon è l’originale del programma, la semi Marathon a Al Duwadimi è stata una “creazione” per aggiustare una situazione di crisi, i Motociclisti ci sono arrivati in trasferimento e in ogni caso era prevista un’area e un tempo di service. In quel caso la desolazione del maltempo trasformò il tendone del catering in un Hotel Brancaleone e qualcuno è riuscito anche a farsi quattro risate in quell’accozzaglia di grottesche situazioni di emergenza.
A Empty Quarter la situazione è diversa. Intanto il contesto di terreno è caratteristico e il grande ordine aiuta a semplificare. Poi i concorrenti sono arrivati presto, vi hanno trovato gli effetti personali trasportati dagli organizzatori, materassino, tenda, sacchi a pelo, e hanno avuto tutto il tempo di fare i propri tagliandi o di aiutarsi tra loro per risolvere un eventuale problema. Ricordate quella volta che Price dovette ricucire di fascette e corde quel che restava di pneumatico e mousse? No, quest’anno nessuno dovrebbe aver accusato problemi di gomme, comunque punzonate a Shaybah, e gli impatti non possono essere stati cruciali, è stata una Speciale di sabbia e le temperature non sono mai state troppo alte. Quindi il lavoro si limita a qualche controllo programmato e i ricambi a leve, pastiglie, un iniettore. Un big team può spalmare tra i suoi uomini qualche pezzo in più, ma mai certamente un parafango o un manubrio. Il punto cruciale della formula Marathon è l’accesso dei camion T5, che sono realmente in gara e… realmente assistenza. Ovvero sarebbero il cavallo di Troia ideale per una Marathon. Niente paura, il loro raggio d’azione è drasticamente limitato da una regola semplice, il tempo che ciascun concorrente può dedicare alla manutenzione: mezz’ora per i RallyGP, un’ora per gli altri! Se tutto è organizzato così bene perché non si dovrebbe vedere l’ora di andarsene? Per quella pastasciutta tra amici della sera successiva.
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