Dakar 2025. T10. Docherty e Roma outsiders, vigilia di resa dei conti nello “shaker” Empty Quarter [VIDEO]
Shubaytah, Arabia Saudita, 15 Gennaio 2025. Preludio. La situazione è mooolto interessante. Si entra nell’Empty Quarter. La trilogia delle tre tappe conclusive della 47ma edizione della Dakar Arabia Saudita è totalmente ambientata nell’immensità oceanica delle dune di una regione isolata e inquietante, tutt’altro che ospitale. Ci si arriva con il Rally sostanzialmente aperto. Ispirato, indiziato e abbastanza chiaramente indirizzato, ma sostanzialmente aperto. Tra le Moto Daniel Sanders comanda con autorità e grande senso tattico dall’inizio, sin dal prologo. Lo segue la muta dello squadrone Honda Monster, Schareina e Van Beveren i più vicini, compatto, non altrettanto preciso nelle strategie, ma pur sempre motivato e pericolosissimo. Tra le Auto, persi per strada Sainz, Loeb, Roma e altri, Henk Lategan è riuscito a tenere a bada gli attacchi di Al Rajhi ed Ekstrom, fino alla nona tappa, quando una foratura e un errore di navigazione hanno costretto il sudafricano a rimettersi in discussione. La situazione si è rovesciata specularmente, Yazeed Al Rajhi, altra Toyota, che era secondo a 7 minuti, è passato in testa con 7 minuti di vantaggio, ed è tornato efficacemente alla carica Al Attiyah, riavvicinato con la confortante prima vittoria di Dacia. Adesso restano tre tappe, 120, 300 e 60 chilometri per le tre Speciali conclusive, l’ultima verosimilmente ininfluente.
La decima e, al massimo, l’undicesima per chiudere la partita. È quel che si pensa da un po’ e da più parti. La decima è una lunghissima marcia di avvicinamento in trasferimento, oltre 500 chilometri, e una corta Speciale, 120 chilometri circa, ancora una volta su due tracciati differenti per Moto e Auto. Partenza in contemporanea e giostra totale di dune nell’Empty Quarter per una introduzione corta ma certamente impegnativa. Le medie crollano, neanche la metà delle punte registrate il giorno precedente, la navigazione (ma anche la scelta delle traiettorie) diventa cruciale, il rischio di sbagliare, e con quello di buttare molto o tutto, elevatissimo. le classifiche entrano nel frullatore dell’Empty Quarter.
Caldo bestiale, Luciano Benavides, KTM, parte e resta da solo per tutta la Speciale. Un minuto e passa di Bonus Apripista, ma l’avanzata è stata obbligatoriamente delicata e lenta, e alle sue spalle in molto si son fatti sotto, soprattutto che partiva dalle retrovie. Van Beveren, Honda, e Sanders, si avvicinano, ma chi guadagna davvero è chi è partito dalla decima posizione in poi, Michael Docherty, KTM, Ruy Gonçalves, Sherco, Tobias Ebster, KTM. Schareina, Honda, ci prova, ma capisce ben presto che non è la giornata della grande occasione. Si accoda nella risalita, inizia a pensare al domani, che arriva subito e che è, di fatto, l’ultima occasione per un rovesciamento di fronte che sarebbe clamoroso. Anche Sanders, KTM, rallenta nel finale per non mettersi nei guai con l’ordine di partenza, ma l’australiano porta a casa comunque la pagnotta del giorno.
Nell’aperitivo di Empty Quarter a Shubaytah vince Michael Docherty. È curioso. L’ultimo sudafricano ad aver vinto una tappa della Dakar era stato Alfie Cox, 22 anni fa. Curioso, ancora. Docherty si è trasferito negli Emirati per vivere e allenarsi in questo Deserto, l’Empty Quarter in effetti sconfina a casa sua. Al secondo posto ecco Ruy Gonçalves, il portoghese ufficiale Sherco che non è mai stato plateale né clamoroso, ma giorno per giorno ha eroso risultati e posizioni nella generale. Al terzo Tobias Ebster, un altro Rally 2 come Docherty, austriaco, è il nipote di Heinz Knigadner. Sanders guadagna un altro minuto e mezzo su Scaherina. Il vantaggio dell’australiano sullo spagnolo sale a 16 minuti e mezzo, Van Beveren è a 22 minuti, il fiato sul collo di Benavides e Brabec nella corsa per il podio. È un vero e proprio rimpasto di classifica di giornata, non tropo influente, tuttavia, sulla generale. Sia Sanders che Schareina partiranno molto indietro nella undicesima, nessuno davanti di cui fidarsi veramente per qualità della navigazione, Schareina subito dietro a Benavides, che potrebbe in qualche modo “disturbarlo”. Ancora una volta tutti gli italiani, Montanari, Winkler, Internò, Zacchetti e Lucchese sono al traguardo. Paolo “Dakar Experience” Lucci, per buona parte della Speciale attorno alla decima posizione, cede tempo e terreno nel finale.
Capitomboli anche nella gara delle Auto. La prima vittoria alla Dakar di Dacia (ma ricordiamoci che ha vinto il Rally del Marocco al debutto, due mesi fa) ha messo le ali a Nasser Al Attiyah. Forse anche un po’ troppo entusiasmo. Sta di fatto che non sono ancora passati 10 chilometri che l’Equipaggio della Dacia #200 si perde. Al Attiyah dirà che è stato il giorno più brutto della sua vita. Senz’altro un’esagerazione, ma basta a dare l’dea della “temperatura” nell’abitacolo della Macchina occupata anche dal navigatore Edouard Boulanger. Ciliegina sulla torta, Al Attiyah deve lasciar passare anche il “nemico” Al Rajhi e tornare indietro per ripartire da capo, questa volta con opzioni di successo vicine allo zero. Il trenino in avanscoperta sulla pista, composto da Al Rajhi, Ekstrom e Al Attiyah, si scompone al KM83, quando Al Rajhi si ferma per cinque minuti, piantato tra le dune forse perché troppo rilassato. Al Attiyah torna apripista.
In quei 120 chilometri prendono una nuova forma sia la Speciale che la classifica Generale. Come per la gara delle Moto, i maggiori dividendi vanno a chi è partito dietro, outsiders o diseredati in fila, tra questi Nani Roma, Ford M-Sport, Lucas Moraes, Cristina Gutierrez. A capitalizzare è anche e soprattutto Henk Lategan, Toyota Gazoo, che vede incrementare il proprio vantaggio su Al Rajhi. Più nessuna sorpresa, ce ne sono state già abbastanza, fino alla fine della Speciale. Partito da p23 al mattino, Joan “Nani” Roma torna alla vittoria dopo dieci anni, l’ultima mel 2015 quando difendeva la corona conquistata un anno prima con la Mini. È la prima vittoria anche per il Ford Raptor sviluppato da M-Sport.
Nuovo avvicendamento nella Generale della Gara delle Auto. Henk Lategan, Toyota Gazoo, torna al comando, Yazeed Al Rajhi scade di nuovo al secondo posto, Mattias Ekstrom, Ford M-Sport, mantiene il terzo. Il vantaggio di Lategan su Al Rajhi è minimo, neanche due minuti e mezzo. Niente da fare per Ekstrom e per Al Attiyah, tutt’al più in confronto diretto per la conquista dell’ultimo posto sul podio finale. L’undicesima e penultima Tappa della Dakar è lunga, oltre al trasferimento comune, 308 chilometri di Speciale per le Moto, 275 per le Auto. Sicuramente emozionante, sarà nell’uno e nell’altro caso la resa dei conti, due duelli al sole, Sanders vs Schareina, Lategan vs Al Rajhi, sotto il sole implacabile dell’Empty Quarter.
© Immagini. ASO Media, Red Bull Content Pool, DPPI, RallyZone, Ford, ItalTrans Media, Ford Performance, Dacia Media, Prodrive, Honda Monster, Fantic, KTM, Hero