Dakar e Rally del Marocco. The italians are coming!
Zagora, Marocco, 14 Ottobre. Il Rally del Marocco non è solo la corsa dei Campioni. È il Rally della preparazione alla Dakar, d’accordo, della scoperta della disciplina affascinante, dell’esplorazione africana e tante altre cose a seconda delle motivazioni. Tutte riconducibili alla passione per i Rally-Raid. Più di ogni altro, tuttavia, il Rally del Marocco è l’Esame di Maturità dell’aspirante Dakariano. Da un po’ di tempo lo è anche ufficialmente, da quando cioè ASO, la società organizzatrice della Dakar, ha deciso che l’accesso alla regina delle Avventure motoristiche non è solo il prezzo, per quanto salato, di un biglietto. La partecipazione alla Dakar bisogna guadagnarsela sul campo. Nasce Road to Dakar, nascono Rally come l’Andalusia, e le chiavi d’accesso alla Dakar vengono distribuite come bonus su vari fronti, per esempio il Campionato Motorally italiano. L’ultima parola, in ogni caso, spetta a loro, ai responsabili della Dakar.
Tra i molti italiani quest’anno intenzionati ad andare in Arabia Saudita ci sono figure interessanti. Questo spiega, anche se non totalmente, la grande affluenza al Rally del Marocco 2021 “sostituto” del 2020 cancellato a causa della pandemia di CoViD-19.
Dunque Italiani. Maurizio Gerini e Jacopo Cerutti sono nella corta e esclusiva lista Rally GP, o élite, altri 16 nomi sono inclusi nella lista Rally 2, o aspiranti “grandi”. Tra questi molti sono alla partenza per guadagnarsi il diritto alla Dakar. Cerutti conclude al 19° posto un indolore Dakar-test personale, Gerini conclude con una… testata subito nella prima tappa. Nulla di grave, ma i medici applicano il protocollo più rigido “sconsigliando” la ripartenza dopo una forte commozione cerebrale. Poco male, non è successo niente e “Gerry” passa assistente di lusso di Francesca Gasperi. 10 Nomi Rally 2 italiani concludono il Rally marocchino. Paolo Lucci, Husqvarna, è secondo, Leonardo Tonelli, Husqvarna, ottavo, e Carlo Cabini, Honda, 14°. Questi sono i migliori. Un secondo gruppo, diciamo di top 30, comprende Lorenzo Maria Fanottoli, KTM, e d Eufrasio Anghileri, Honda. Poi ci sono Fabio Lottero e Domenico Cipollone, KTM, Aldo e Andrea Winkler, KTM, Ugo Peila, Giuseppe Pozzo, Iader Giraldi, tutti KTM, e Francesca Gasperi, Honda.
Cominciamo da quest’ultima, Francesca Gasperi, la nostra ragazza in corsa per un posto alla Dakar. Gara difficile, ma… sempre meno man mano che i giorni passavano. Scuola ed esame, insomma, a nostro giudizio perfetti. Ma non è ancora detta l’ultima parola perché, a quanto pare, dopo l’iscrizione, un Andalusia riuscito (e già doveva essere “esame”) e il Marocco portato a termine, ASO, nella figura di David Castera, che poi è l’organizzatore e proprietario del Rally del Marocco, si è presa ancora una settimana per emettere i propri verdetti. Uno stillicidio, tra l’altro non troppo simpatico visto che la Dakar porta via comunque un anno di preparazione su infiniti fronti.
Francesca Gasperi. “Io sono molto contenta, soddisfatta. Ho finito il Rally, che era il mio obiettivo, e dieri che tutto è andato bene… anche se ogni giorno è successo qualcosa di storto che mi ha messo alla prova. Il primo giorno ho debuttato tra le dune. Credevo che non ci sarei mai riuscita, di non farcela, ero disidratata e tesa. Ho finito ed è stato come un incantesimo. Dal secondo giorno ho cominciato a sentirmi sempre meglio, ma il terzo mi sono fermata per l’incidente a Herbert Kolling. Questa è stata un’esperienza molto dura, ma non mi sono sentita di lasciare il posto sinché il ferito no è stato evacuato. Il quarto giorno mi sentivo ormai un leone (si fa per dire) e tutto stava andando per il meglio. Già pregustavo l’esperienza di arrivare presto al bivacco quando la frizione mi ha mollato. Un disco rotto, forse difettoso. Fatto sta che sono arrivata più tardi del solito e con una forfetaria. Il quinto e ultimo giorno ero tranquilla e… in ansia. Tensione… superficiale e un po’ di scaramanzia. Tappa corta ma con un bel pieno di dune. Ormai sapevo come cavarmela e iniziavo a divertirmi quando, scivolata e spenta la moto, questa non voleva più saperne di avviarsi. Batteria andata. Per fortuna ho scoperto l’altro lato affascinante del Rally-Raid. Accanto a me si è fermato un Quad, lo guidava Axel Dutrie. Un vero galantuomo, ha smontato il suo quad finché non è arrivato alla batteria, ha tirato fuori i cavi e mi ha disimpegnato. Ho finito la tappa e il Rally in compagnia di un’altra ragazza, Jasmin Riccius. Insomma, aspetto che mi rilascino il visto per la Dakar, ho imparato molto, soprattutto ho visto che posso farcela, forse neanche tanto male. è stata un’esperienza bellissima!”
I Winkler padre e figlio. Andrea è grande, Aldo ha fatto le Dakar delle origini. A entrambi adesso è venuta voglia di farne una insieme, un salto notevole di generazione. Da una parte la forma fisica, dall’altra un’esperienza invidiabbile. Decidono e si preparano, poi ad Aldo rifiutano la partecipazione lo scorso anno. Ad Aldo Winkler! Non polemizziamo. Padre e figlio ripartono da capo, questa volta partecipando al Mondiale Cross-Country Rally. Ma il Silk Way Rally è dimezzato, così tocca al Marocco. Insieme vuol dire non solo essere della partita, ma condividere ogni momento del Rally. Non c’è fretta, né ambizione. Solo il desiderio di partecipare e di poterci… essere. Sono al traguardo, laggiù oltre metà classifica, uno dietro l’altro. Questo era l’obiettivo. Centrato. Ora, anche per loro, una settimana in attesa che dall’ufficio passaporti ASO esca il visto. Roba da pazzi!
Da strade diverse alla stessa mèta. Paolo Lucci e Leonardo Tonelli. Li abbiamo tenuti a battesimo entrambi. Quasi letteralmente, in un caso. Un giorno decidono che “devono” fare la Dakar. Uno è un Castiglionese, imprinting da concittadino di Fabrizio Meoni, l’altro è un pisano di padre malato di queste cose. Strategie diverse, obiettivo comuni, strade che convergono in Marocco. Paolo è andato all’attacco dell’Africa, prima tra le dune di Merzouga poi all’Africa Race, dove si è comportato benissimo e ha capito tante cose. Non ancora la pazienza, tuttavia. Leonardo ha scelto la via dell’organizzazione in proprio (vale a dire con il supporto incondizionato di Davide Tonelli) metodica e progressiva. Siccome da noi i dollari non avanzano, ha iniziato dalla gavetta. È diventato un protagonista del Motorally, ormai pluri Campione e realtà, e finalmente dal Motorally di Antonio Assirelli è arrivata l’opzione che lega gli ingredienti: il “bonus” di un’iscrizione offerta da ASO al migliore, purché non “dakariano”. Motorally talent scout e fucina di rookies insomma, finalmente. Leonardo vince il bonus, ma non basta. Via tutti al Marocco. Eccoci alla cronaca “ragionata”. Paolino parte subito all’attacco e scala rapidamente il vertice della classifica Rally 2. Leonardino parte da lontano e si fa le ossa, rapidamente poiché ha talento di guida e di navigazione, con garbo perché non ha pratica della velocità sulle grandi pianure. Un giorno, il terzo, Paolo passa al comando per un incrocio di circostanze. È attaccato all’americano Mason Klein, e quando questi è penalizzato di 15 minuti balza in testa alla corsa. Hai voglia di dirgli che ha la corsa in pugno, basta che si metta in modalità controllo asfissiante, Paolo riparte all’attacco nella quarta e quasi manda tutto a monte. In fondo, tuttavia l’equilibrio è ristabilito. Lucci è bravo e veloce, secondo assoluto e per lui arriva quel coupon magico che è l’iscrizione gratis alla Dakar. Leonardo se la prende con calma. Per uno che alla fine della prima tappa era in coda, ma non se ne fa minimamente un cruccio e continua a far foto nel deserto che vede per la prima volta, progredire è “inevitabile”. Colpo si colpo Leonardo da Cascina è ottavo assoluto. Non ha mai sperimentato la velocità pura… sì, lo ammette, una volta solo e solo fino a160 KM/h. Bene, ci vediamo alla Dakar. Bravi entrambi. Davvero!
Paolo Lucci. “È stata una bella gara. prima di tutto un bel Rally del Marocco. Ben organizzato, belle Speciali, curato. Per quanto mi riguarda è stato un bell’allenamento per la Dakar e, alla fine, anche un bel risultato. H vinto l’americano Mason Klein, molto bravo, e dietro di me è arrivato il figlio di Alfie Cox, una leggenda, Brad, bravissimo. Un bel risultato e una bella preparazione. Per cosa? Eh sì, ho vinto l’iscrizione alla Dakar, e questa è una parte del sogno che si realizza. Sì, lo so, avrei potuto aspettare Klein, il quarto giorno quando ero in testa, controllarlo e vincere. Ti dico la verità, ci ho provato, ma stargli dietro voleva dire fare tutta la tappa nella polvere. A parte che non mi piace, ho pensato che poteva essere rischioso, così sono partito e ho fatto la mia corsa, non quella degli altri. Non è andata male comunque!”
Leonardo Tonelli. “Non so se la tappa più bella è stata la quarta o l’ultima. La penultima, devo dire, era bella da levare il fiato, 300 e passa chilometri di Speciale, ma c’era di tutto, sabbia, sassi, interminabili plateaux, tanta navigazione e scenari mozzafiato. Mi sono divertito tantissimo. La mia corsa l’ho scoperta giorno dopo giorno, con calma e cercando di prenderla per il verso giusto. Non ho mai avuto particolari difficoltà, ma ogni giorno, ogni chilometro, mi aspettavo di trovarne e ho cercato di stare sempre in guardia. Ultima giornata corta, molto sabbiosa, bellissima da guidare ma molto intensa fisicamente. Alla fine sono soddisfatto, direi tantissimo. Finisco ottavo della categoria Rally 2 e… soprattutto, super obiettivo centrato: vado alla Dakar!”
Bravi tutti, i protagonisti e i solitari appassionati in cerca di divertimento. Mancava solo lui, Franco Picco e la sua nuovissima Fantic… ah già, ma lui non ha bisogno di sottoporsi ad esami della Dakar!
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