Le tappe della Dakar 2011, un po' di numeri
La Personal Dakar 2011 “seziona” il continente sudamericano per la terza volta, e per la terza volta con la formula Buenos Aires-Buenos Aires. Partenza il primo giorno dell’anno dalla capitale argentina, attraversamento delle Ande per un largo giro che toccherà il Nord del Cile ai confini con il Perù ed attraverserà il Deserto di Atacama, il “più arido del Mondo”, e rientro in Argentina per la conclusione “formale” nella Capitale, il 16 di gennaio. 9.600 chilometri in totale, e di questi 5.000 di prove speciali in 13 tappe. Una sola, agognata giornata di riposo, l’8 gennaio ad Arica. I passi di Jama e San Francisco a fare da “spartiacque” andini delle sezioni argentine e cilene del Rally, rispettivamente di 7 e 6 tappe più la giornata di riposo di Arica. 407 equipaggi moto, auto e camion in totale. Le moto che hanno passato le verifiche tecniche finali e sono state ammesse alla partenza sono 170. I motociclisti con “passaporto” italiano: Ivan Boano, Giulio Napoli, Filippo Ciotti (che ha preso il posto dell’infortunato Fesani), Silvia Giannetti, Fabrizio Mugnaioli, Franco Picco, Carlo Zuffetti, Enio Cucurachi, Antonio Cabini, Guido Cusumano, Francesco Beltrami, Daniele Carmignani, Claudio Perderzoli, Giovanni Stefani, più il sanmarinese Alex Zanotti. Due i Quad: quello Yamaha della Campionessa del Mondo Camelia Liparoti ed il Polaris di Norberto Cangani.
Il Programma
Gennaio 1: Buenos Aires - Victoria (377 km)
Gennaio 2: Victoria - Cordoba (758km/192km Prova Speciale)
Gennaio 3: Cordoba - San Miguel de Tucuman (740km/300km Prova Speciale)
Gennaio 4: San Miguel de Tucuman - San Salvador de Jujuy (752km/521km Prova Speciale)
Gennaio 5: San Salvador de Jujuy - Calama (761km/207km Prova Speciale)
Gennaio 6: Calama - Iquique (459km/423km Prova Speciale)
Gennaio 7: Iquique - Arica (721km/456km Prova Speciale)
Gennaio 8: Arica: Giornata di Riposo
Gennaio 9: Arica - Antofagasta (839km/631km Prova Speciale)
Gennaio 10: Antofagasta - Copiapo (776km/508km Prova Speciale)
Gennaio 11: Copiapo - Copiapo (270km/235km Prova Speciale)
Gennaio 12: Copiapo - Chilecito (862km/176km Prova Speciale)
Gennaio 13: Chilecito - San Juan (768km/622km Prova Speciale)
Gennaio 14: San Juan - Cordoba (678km/555km Prova Speciale)
Gennaio 15: Cordoba - Buenos Aires (826km/181km Prova Speciale)
Gennaio 16: Buenos Aires. Cerimonia Podio
Prospettive
Gli “hilights” dell’edizione 2010 della Dakar Argentina Cile erano stati, nel bene e nel male, il terribile incidente occorso a Luca Manca, per lungo tempo in coma ed oggi finalmente recuperato al 100% (c’è mancato davvero poco che lo vedessimo a Buenos Aires anche quest’anno), la forte penalizzazione inflitta al Campione in carica Marc Coma, “reo” di essersi fatto sostituire irregolarmente un pneumatico durante la gara e dunque escluso virtualmente dalla corsa al successo, il grande debutto dell’Aprilia di Francisco Lopez culminata con il podio di Buenos Aires, e la magnifica vittoria di Cyril Despres, la terza della carriera “dakariana” del francese. A rendere ancor più significativa l’affermazione di Despres il fatto che l’”andorrano” di adozione aveva per l’occasione dato vita ad una squadra tutta sua, in grado di garantire al pilota una straordinaria efficienza.
L’edizione 2011 della Personal Dakar Argentina Cile è caratterizzata da alcune variabili maturate durante il corso di queste ultime stagioni rallistiche. Prima fra tutte la definitiva assunzione del fatto che tutti i migliori piloti (definiti in una lista di merito compilata da ASO) corrono con moto fino a 450cc. È la volontà di livellare le possibilità, garantire una maggiore partecipazione delle Marche ed aumentare la sicurezza diminuendo gli investimenti. Tutto vero e… tutto falso. È vero che il numero della Case “implicate” è ragguardevole, e comprende, oltre a KTM, anche Aprilia, BMW, Sherco, Yamaha, Honda, Beta Husaberg (c’è anche la cinese Jincheng), ma è vero anche che gran parte delle partecipazioni di Marca è delegata all’intraprendenza ed alla passione di preparatori, team e filiali localizzate. È vero che la sicurezza è teoricamente aumentata, grazie anche ad un road book maggiormente teso ad una Dakar “navigata” e tecnica, ma è anche vero che le 450 di “punta” sono già arrivate ad un livello di prestazioni paragonabile a quello delle “obsolete” grosse cilindrate, e richiedono peraltro una condotta di gara più aggressiva e “tirata”. A favore della sicurezza concorre il “deterrente” affidabilità, più critico con moto di cubatura ridotta e soprattutto legato allo scarso feedback che accompagna le nuove moto, che hanno a disposizione tre motori per l’intera Dakar. Sotto questo aspetto le parti sembrerebbero invertirsi quando si pensa che le Aprilia di Filippo Assirelli hanno già oltre un anno di “pista”, mentre le nuove KTM sono apparse solo al recente Rally del Marocco (sebbene siano state sviluppate incessantemente per tutta a stagione e possano contare sull’enorme esperienza della Casa Madre). Per quanto riguarda gli investimenti, pochi discorsi: partecipare a una Dakar ne richiede di enormi.
Il grande duello annunciato
Non c’è dubbio che anche la Dakar 2011 sarà caratterizzata dal duello tra Cyril Despres e Marc Coma. Il francese e lo spagnolo sommano le ultime cinque vittorie alla Dakar, corrono con la stessa moto e, quest’anno, anche con le stesse gomme Michelin. Despres, il “detentore” ha rinunciato al numero UNO di diritto sulla sua carenatura in favore del DUE, numero con il quale ha vinto le sue tre edizioni della Dakar. Coma ha rilevato l’UNO, ma anche lui, quando ha vinto, aveva il numero DUE. Per trovare un “defender” che abbia portato alla vittoria una moto con il numero UNO bisogna risalire a Fabrizio Meoni (bis con la bicilindrica LC8 nel 2002) e, prima ancora, al recordman della Dakar Stephane Peterhansel, sei vittorie in moto e tre in auto). Cabala a parte, lo spagnolo ed il catalano si sono preparati a dovere per affrontare la nuova sfida ed arrivano al duello in condizioni “olimpiche”. Il francese vanta il conforto della sua eccezionale squadra “Cyril-centrica”, lo spagnolo sull’esperienza della Squadra che ha fatto vincere anche, nel 2004, Joan “Nani” Roma, e sull’”avvento” di Gio’ Sala in qualità di manager. Il francese conta su una grande maturazione psico-fisica, che affianca ad un talento indiscutibile, il catalano sulla sua evoluzione agonistica che associa ad un livello altissimo potenza e velocità anche in condizioni critiche di navigazione. Despres ha un portatore d’acqua collaudato, Ruben Faria, Coma si affida all’assistenza in corsa di uno spagnolo molto veloce e promettente, Juan Garcia Pedrero. I “duellanti hanno esacerbato le conseguenze dall’’”affaire” pneumatico del 2010, si stimano ma non si parlano. La cosa più bella sarebbe vederli stringersi la mano e lasciarsi alle spalle i veleni del confronto fuori dalla pista per dare vita ad una sfida ancora più emozionante. Entrambi sono persone superbe, degne della nostra più alta stima.
Outsider temibile
35 anni, a metà tra i 36 di Despres ed i 34 di Coma (il che parla chiaro sul valore dell’esperienza dei “dakariani), Francisco “Chaleco” Lopez è la terza figura di spicco di questa Dakar, senza togliere nulla ai vari Pal Anders Ullevalseter, Helder Rodrigues, David Casteu, Jordi Viladoms, Olivier Pain (o Ruber Faria, o “Zé” Helio che ha preso il posto dell’infortunato David Fretigné) che arricchiscono il “piatto” della Dakar 2011. È “nato” con la Honda, cresciuto con la KTM e “maturato” con l’Aprilia, con la quale ha vinto il Tunisia nel 2010. È pilota fortissimo e determinato, e quest’anno non ha lasciato nulla al caso, includendo nel programma di preparazione anche una lunga serie di test psico-fisici. È un “Lupo Solitario”, ha una moto concettualmente ideale per affrontare al meglio la lunga maratona sudamericana e… è sudamericano. Come qualche anno fa Carlo De Gavardo, Campione del Mondo della 450 e star cilena prima di lui “Chaleco”, che porta il soprannome del padre Renato, vecchio asso cileno del motocross, è uno di quelli che si è preparato partendo con la moto da casa ed attraversando l’Atacama infinite volte, da solo, dando notizia di partenza ed arrivo dei suoi allenamenti ai “carabineros”, che vegliano sulla carriera desertica del cileno. Corre da solo, non si preoccupa di avere un “portatore d’acqua” alle spalle, così come non fa una grinza di fronte a freddo polare o caldo torrido, fatica e notti in bianco. È un osso duro, e conosce come le sue tasche il territorio del Rally. Il podio del 2010 sembra essere, per Lopez, più un trampolino che un traguardo da confermare.Guarda la presentazione video delle tappe e dei protagonisti
Un po' di numeri
Una gara che attraversa paesaggi mozzafiato e trasmessa dai canali televisivi in 190 paesi, la Personal Dakar Argentina Cile apre la stagione 2011 dei grandi eventi sportivi internazionali.230 cameramen, giornalisti, registi e tecnici saranno sul campo per la copertura quotidiana di 7 ore del Rally - tra cui due ore di trasmissione in diretta per 70 canali sparsi in tutti i cinque continenti. 190 nazioni seguiranno le gesta dei contendenti della Dakar, che rappresenta da sola un totale di 51 differenti nazionalità; un’occasione per vedere all’opera tutti i migliori piloti di rally raid del mondo in, auto, moto, camion e quad; senza però dimenticate i tantissimi piloti privati che sono la vera anima del rally e affrontano la propria sfida personale in questa grande avventura umana.
Grazie ai tre elicotteri dedicati alle riprese, alle telecamere installate a bordo dei veicoli in gara e ai cameraman che seguono il percorso di gara, nulla sarà perso delle prodezze e delle difficoltà dei concorrenti, così come dei fantastici paesaggi sudamericani. Dalle pianure dell'Argentina fino al deserto cileno di Atacama, attraverso le Ande, la Dakar 2011 è un invito ad un viaggio di emozioni e fantastiche immagini.
Piero Batini
Italia Esclusa, certo...
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