Intervista

Fase 2: l'Italia scopre le bici. Le città si riempiono di ciclabili. Si parte da Milano

- Tante ciclabili spuntano nelle città (Milano in testa), il Governo incentiverà l'acquisto e cambierà il il Codice della Strada. Ne parliamo con Marco Mazzei, presidente di Milano Bicycle Coalition
Fase 2: l'Italia scopre le bici. Le città si riempiono di ciclabili. Si parte da Milano

Il Coronavirus trasformerà l'Italia nell'Olanda? No, non crediamo, ma è innegabile che sia una dolorosa occasione per modificare alcune delle nostre abitudini e - perché no? - cambiare in meglio la nostra mobilità urbana. Nelle città saranno infatti protagoniste le due ruote: soprattutto gli scooter, ma, ancora di più, potrebbe essere centrale il ruolo di biciclette ed eBike. Il Governo annuncia incentivi per l'acquisto di bici, eBike e monopattini e Milano sta per trasformarsi in pochi mesi in una città a misura di ciclisti.

Abbiamo parlato di questo, e di tanto altro, con Marco Mazzei presidente Milano Bicycle Coalition ed esperto di mobilità leggera.
"Al netto del fatto che stiamo vivendo una tragedia - spiega Marco - è indubbio che questi due mesi hanno innescato una serie di processi che altrimenti avrebbero richiesto anni. Tutti abbiamo imparato qualcosa: la capacità di cambiare radicalmente le nostre vite in poco tempo e io credo che dovremmo portarci questa capacità anche nella Fase2. Soprattutto nelle città verrà ripensato tutto l'insieme delle nostre abitudini sociali e quindi, prima di tutto, la mobilità. Il tema del distanziamento ci fa dare per scontato che sui mezzi pubblici non si potrà andare come prima, si parla di una riduzione addirittura dei due terzi del numero di passeggeri. Dall'altra parte c'è la sensazione (anche giustificata, ndr) che l'utilizzo dell'auto privata sia più sicuro, ma è ovvio che le città non hanno lo spazio per accogliere tutti questi veicoli. Il traffico era già congestionato prima, non è quindi immaginabile e tantomeno auspicabile un ulteriore aumento. Il processo di ripensamento dello spazio per renderlo meno autocentrico è una trasformazione che va a favore di una maggiore qualità della vita".

Diventano sempre più urgenti e necessari spazi per la mobilità leggera. Il Governo e le amministrazioni comunali si stanno muovendo in fretta per dare una risposta massiccia in questa direzione.
"Sì, molte di queste ciclabili verranno allestite rapidamente grazie anche a una serie di deroghe al Codice della Strada che verranno fatte per Decreto. Questo consentirà di creare da subito delle ciclabili temporanee che richiederebbero minimi interventi infrastrutturali. Saranno le grandi ciclovie su cui si muoveranno le persone, ma servirà anche. Va quindi fatto anche un lavoro di incentivazione nei confronti delle persone a cambiare stile di vita e in questo le eBike possono certamente rappresentare un elemento di svolta".

La ministra De Micheli parlava proprio oggi di incentivi all'acquisto di eBike e monopattini. Possono essere utile?
"Sì, certamente. Sia perché accendono la miccia dell'interesse sia perché gioca a favore della sicurezza. Tutti abbiamo in cantina una vecchia bicicletta però spesso cade a pezzi e non è il modo migliore di mettersi in strada in sicurezza. Incentivare l'acquisto di mezzi nuovi invece va nella giusta direzione".

A parte l'incentivo economico come si possono convincere gli italiani a muoversi in bici e a spendere per una buona bicicletta, magari a pedalata assistita?
"Per molti anni siamo stati abituati a vedere il valore e la tecnologia solo legati a certi mezzi di trasporto come le automobili e le moto, mentre la bicicletta la immaginiamo sempre come uno strumento semplice, poco costoso e di scarso valore. Serve un'attività culturale che richiede un po' di tempo e anche un po' di prove, perché quando metti una persona su una bici da 3.000€ la differenza viene immediatamente percepita da tutti; in termini di comodità e di sicurezza". 

Milano è in prima linea, come si trasformerà nei prossimi mesi?
"C'è un progetto molto sostanziale e anche molto simbolico che riguarda l'asse Corso Buenos Aires e Viale Monza. Completerà un itinerario ciclabile che parte dalla zona nord di Milano e arriva fino a San Babila e va ad intervenire su due assi che da sempre sono problematici per chi si muove in bicicletta. Questo quindi sarà il progetto simbolicamente più importante e darà anche un segnale forte. Poi andrà replicato su altri assi simili come Corso Vercelli per esempio e in altre zone della città su cui non abbiamo ancora visibilità. Abbiamo visto progetti relativi alla trasformazione dei controviali in zone 20 o zone 30 riservati ai residenti che accedono a proprietà private e alla mobilità leggera. Due modifiche importantissime riguarderanno poi i ciclisti. La prima è la realizzazione delle cosiddetta 'case avanzate' che negli incroci permettono alle bici di stare in una zona a loro riservata davanti alle automobili. Questo consente di partire prima delle auto per farlo in maggiore sicurezza e senza avere i gas di scarico davanti. Questo è un passo avanti strepitoso nella qualità dell'esperienza di andare in bici. Fino ad ora non è stato possibile crearle per alcuni elementi del Codice della Strada che con tutta probabilità verranno sbloccati. La seconda modifica importante è la possibilità di tracciare delle ciclabili provvisorie o sperimentali solo con una riga per terra e con la segnaletica verticale su quasi tutte le strade. Questo permetterà di realizzare in un mese decine di chilometri di ciclabili che prima avrebbero richiesto anni. Ad esempio il primo asse (Buoenos Aires, Viale Monza) arriverà prima dell'estate e gli altri dovrebbero essere pronti per la riapertura delle scuole a settembre, quella che sarà chiamata Fase 3. Questo ovviamente se i decreti annunciati andranno in porto".

  • WingsOfTime
    WingsOfTime, Cusano Milanino (MI)

    Lo sviluppo sostenibile della mobilità urbana, soprattutto nei grandi centri, non è questione da poco e andrebbe progettato con la massima serietà, con la speranza che si raggiunga un buon livello di integrazione fra trasporto privato e trasporto pubblico.
    Sfortunatamente progetti come quello sopra illustrato, tutto "ripensare gli spazi", lotta "all'autocentrismo" e "progetti simbolicamente importanti", sono solo delle trovate confusionarie infarcite di propaganda di bassissima lega, che sottovalutano la necessità di avviare anche in Italia un ripensamento SERIO della mobilità individuale.
    Senza star qui a scomodare i difetti dello stato liberare, o perdersi in questioni esistenziali (vero Raffaello 1709?) dato che non è questa la sede per filosofeggiare, vorrei far notare a quelli che prendono ad esempio altre grandi città europee che, in luoghi come Londra e Berlino, la mobilità sostenibile costituisce un sistema perfettamente INTEGRATO con un trasporto pubblico efficiente e capillare: per intenderci, a Londra quartieri periferici che distano anche 15 km dal centro sono serviti dalle stesse linee di trasporto pubblico che collegano i quartieri più centrali della città.
    Questo significa che potete salire sulla metropolitana nel quartiere di Wembley e scendere alla Torre di Londra (circa 22 km) dopo aver fatto al massimo due cambi di linea! Magari con bicicletta al seguito per spostarsi più comodamente in centro.
    A Milano, Roma o Torino possiamo vantare una rete così capillare di trasporto pubblico? Direi proprio di no.
    Abitare a 15 km dal centro di Milano significa essere già fuori dai quartieri periferici, e molto spesso la rete di trasporto urbano latita, con capolinea di metropolitane raggiungibili solo in treno con la macchina.
    Quindi prima di lanciarvi in viaggi mentali a base di eBike e monopattini elettrici cercate di creare una rete di trasporto pubblico degno di questo nome.
  • kawavulcans
    kawavulcans

    Da qualche anno oramai tutto quello che si fa a Milano è straordinario, all'avanguardia, smart... guai a dire il contrario.
    ma nei fatti cosa succede:
    su 2.000 km di strade si pensa di dotare con tempi ancora non certi di 25 km di ciclabili (la maggior parte solo disegnate) da aggiungere ai 200 esistenti, 225 km su 2.000 non sono un incentivo nemmeno lontano alla mobilità leggera, al massimo servono in per fare "comunicazione". In compenso gli unici 2 strumenti di contenimento all'uso dell'auto privata sono già stati disattivati fino a data da definire, così come il pagamento della sosta su strisce blu. Esempi virtuosi e replicabili arrivano dalle altre città europee, es. Parigi (650 km di ciclabili in più), Bruxelles (pedonalizzazione prioritaria di tutto il centro storico), Barcellona (controviali pedonalizzati, allargamento dei marciapiedi), Nei fatti qui si è scelta l'auto, ma si manda in giro un rendering con le bici.
    Non riesco proprio a partecipare a questo entusiasmo
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