Mercato. Agosto esplosivo per l'elettrico
Le due ruote con motore elettrico non convincono, non decollano, non piacciono. Costano troppo, non hanno autonomia sufficiente e il rumore (l'assenza di rumore) toglie emozione. Ma è vero o sono solo voci che si rincorrono come il proverbiale gatto che si morde la coda? Perché se invece di chiacchiere da bar analizziamo la situazione con numeri alla mano... beh, cambia tutto!
I dati di vendita dipingono un quadro completamente diverso con un agosto che potremmo davvero definire esplosivo. Parliamo di un più un +837,88% equivalente a 2.129 veicoli immessi sul mercato. Il totale da inizio anno arriva a 5.806 unità con una crescita complessiva del 91,93%.
Sono numeri considerevoli sia in assoluto che -ancora di più- in percentuale. Soprattutto se confrontati con i già ottimi risultati del settore che in agosto hanno segnato un +41,2% sullo stesso mese del 2019.
Il merito di questa impennata è da ricercare anche nelle conversione in legge del decreto crescita – in particolare, la cancellazione dell'obbligo di rottamazione e l'aumento dei contributi saliti fino a 4.000 euro in caso di rottamazione di un veicolo termico – e le commesse legate allo scooter sharing.
Solo un ignorante o un traditore può non vedere che l'avvento dell'elettrico è un veleno per l'economia occidentale.
Illuminante quanto ha scritto Pier Luigi del Viscovo : "A 20 anni dall’ingresso nel Wto, la Cina aveva una quota sul commercio mondiale di auto del 6% in importazione e dello 0,6% in esportazione. Come pensare che a Pechino stesse bene così?
No, il piano elaborato dal capitalismo di Stato è ampio e disteso nel tempo. Nel lungo periodo, si punta ad annichilire il vantaggio tecnologico dell’industria motoristica europea, spostando quanta più parte sulla propulsione elettrica. Beninteso, dopo essersi accaparrati una quota fondamentale del cobalto e altre terre rare necessarie alle batterie. Per inciso e purtroppo, i cinesi non sono gli arabi.
Nel breve, i grandi gruppi francesi e tedeschi si indeboliscono per finanziare una transizione verso le batterie che il mercato non accetta, aprendo le porte ai capitali cinesi. Spesso si critica l’industria europea di non aver resistito a questo attacco, ma non spettava a lei, essendo una questione di politica economica. L’Ue avrebbe dovuto capire la posta in gioco e non inseguire un’ascetica salvezza del pianeta, che sta quasi del tutto fuori dall’Europa. Ma la politica di oggi non guida, segue.Da qui l’importanza dei media: far aprire gli occhi alla gente. Avercene, di media."