Ogni grande cambiamento impone risposte altrettanto grandi. La pandemia di Coronavirus ha scosso il mondo intero e, faticosamente, in questi giorni stiamo reinventando il nostro modo di vivere. Sono tante le sfide con le quali ci stiamo confrontando. Sfide mediche, politiche, economiche e sociali. Abbiamo già cambiato tante nostre abitudini: starnutiamo sul gomito, non ci stringiamo più la mano e abbiamo imparato l'inno d'Italia cantando sui balconi. Tanti altri ce ne aspettano.
Da giorni noi stiamo parlando di come cambierà il modo di muoversi, di come il trasporto pubblico non sarà più in grado di portare lo stesso numero di passeggeri a destinazione. I più ottimisti dicono che il servizio si ridurrà al 25% (ATM) ma altri parlano del (10% Londra). Il ricorso ai veicoli di mobilità leggera una delle soluzioni, e in tanti sono pronti a scommetterci. Soprattutto in città vedremo molte più biciclette (o eBike) e molti più monopattini elettrici, complice anche la creazione di nuove piste ciclabili e degli incentivi statali.

Anche Uber, la società diventata in pochi anni un gigante della mobilità con il suo servizio di "taxi alternativo" con l'arrivo del Coronavirus è stato duramente colpito e oltre ai tagli (3.700 licenziamenti e AD senza stipendio fino al 2021) punta sulla mobilità alternativa. Ha infatti investito, insieme ad Alphabet e Bain Capital, 170 milioni di dollari in Lime, la società di sharing di monopattini elettrici. Un investimento che che ha un valore economico enorme visto che il valore stimato di Lime ad oggi è di circa mezzo miliardo di dollari. Ma soprattutto ha un valore strategico e di indirizzo.

Conferma che la mobilità che abbiamo conosciuto fino ad oggi - pesante, costosa e sovradimensionata - sta inevitabilmente cedendo il passo a monopattini ed eBike. Un cambiamento in cui, come spesso accade, le necessità anticipano la consapevolezza delle persone.