Custom e Special a EICMA 2016
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Invertite l'ordine: quello che state leggendo è il commento e chi ne avrà voglia tra voi lettori scriverà qui sotto il vero articolo sulle special e le custom esposte a EICMA 2016: mi pongo fuori dall'ambito giornalistico ed entro dritto nella gazzarra selvaggia del parere personale, dell'antipatia/simpatia verso qualcosa come il customizing, e le sue mille declinazioni, che per definizione costituisce un luogo di confronto tra modi contrapposti e asintotici di vivere il motociclismo, quindi chiedo a tutti di considerare queste righe un mero commento: il vero articolo lo scriveranno i lettori volenterosi.
Nel mio universo parallelo, la special migliore è quella costruita da un garagista/customizer/preparatore indipendente, altrimenti è solo citazione autoreferenziale; inoltre la voglio che puzzi di truciolo metallico, che rimandi l'eco dei lusinghieri riferimenti a tutto l'arco celeste cantati dal suo costruttore quando qualcosa va storto (bolla nella vernice, martello sul dito, clay nelle mutande...fate voi) e sia lo specchio di tutta la sua cultura, il suo vissuto e le sue capacità. Inoltre la voglio semplice da raccontare, voglio una moto che a spiegarla a mio padre 73enne mentre aspetta in clinica il responso del cardiologo, non lo faccia definitivamente schiattare dalla noia.
Quindi, ricapitolando: indipendente, artigianale, ragionata e semplice. Ad EICMA 2016 sono esposte centinaia di belle special di ogni genere che rispondono a questi requisiti, dalle cafè racer alle scrambler, streeetfighter, bobber, ma anche veri oggetti di design, talvolta pura avanguardia, slegati da qualsiasi tentativo di renderle credibili per un pur minimo utilizzo stradale; tutto questo ben di Dio è sia disseminato per l'intero salone a impreziosire uno stand, sia raccolto nel padiglione 2 che concentra i customizer. Ovvio che tra le centinaia di moto proposte qualcuna mi sarà sfuggita, quelle che vi propongo nella gallery sono quelle che, per una ragione o un'altra, mi hanno fatto venire le farfalle nello stomaco come quando incontri la donna della tua vita; se volete, aprite pure il dibattito sulla fatto che di donna della propria vita ce n'è una sola, mentre di moto alle quali giurare fedeltà eterna ne abbiamo almeno un centinaio a testa.
Tutta quest'abbondanza mi ha anche un po' confuso, ma se devo trarne un'impressione mi sento di dire che continua la grande onda di passione che porta il motociclista a desiderare una moto su misura e unica, magari in regola con il codice della strada; ma continua pure la tendenza che premia le special che dedicano più spazio alla tecnologia e design, forse quelle che hanno più incuriosito le facce che vedevo aggirarsi tra i bellissimi pezzi unici presenti ad EICMA 2016.
Continua inoltre, vanamente, la mia personale battaglia contro le gomme tassellate su mezzi stradali (magari con impianti frenanti ultra performanti) delle quali non riesco a comprendere appieno il senso se non quello di un brivido in più al momento di frenare dai 120 km/h in poi. Roba da gasoline culture.
Per cercare di orientarmi nelle centinaia di fari che mi ammiccavano suadenti, e per capirne di più, mi sono lasciato sedurre dallo stand di Given Motodesign che esponeva tra le altre una - a mio parere interessante - special su base Kawasaki ZRX 1100 (chiamata “Maialona”) in collaborazione con Officine Riunite Milanesi, della quale mi hanno incuriosito molto i dischi poligonali, a garanzia del cui funzionamento rigoroso si è posto lo stesso fornitore, il mitico Enrico Discacciati in persona!
Donato Cannatello (Donato-Given... capito?), titolare di GIVEN e con esperienze di progettazione in CR&S, Matchless, Borile, Aprilia, è stato paziente, e scambiando due chiacchere con me mi ha esposto il suo punto di vista su EICMA 2016 e il futuro del customizing.
Per inquadrare GIVEN e le opinioni riportate da Donato, aggiungiamo che si occupa sia di fornire un servizio di progettazione e design a chi vuole realizzare un prototipo (dal concept alla pre-serie da portare alla produzione), sia a quei privati che chiedono singoli progetti “frame off” sulle proprie motociclette.
«Stranamente abbiamo avuto molto più feedback dalla ZRX che dalla DUU, esposte entrambe nel nostro stand, nonostante la DUU sia senza dubbio un progetto più raffinato e la ZRX un mezzo molto più economico, ma evidentemente più “eye catcher"».
E come giudichi il livello del Salone nell'ambito custom e special?
«Il livello di EICMA, se ci limitiamo alla parte custom e special, mi sembra decisamente più elevato e maturo rispetto a quello di qualche anno fa: dalle realtà artiginali, che comunque producevano risultati eccezionali, si sta passando ad un approccio più maturo sia sul design che sull'ingegnerizzazione delle parti. Dal punto di vista delle moto, invece, mi è piaciuta molto l'Harley “OPERA” South Garage, molto elegante; ha vinto anche il contest, ma come sai bene i contest praticamente li vincono un po' tutti (Donato si riferisce alla miriade di categorie e alla non numerosissima partecipazione n.d.r.); il corner custom invece mi è sembrato un po' sottotono, poco spazio e decentrato rispetto al centro vitale del Salone, e questo mi sembra un po' un controsenso: si tratta della parte più stimolante, invece moltissimi non l'hanno visitata perché non sapevano che era nell'angolo del padiglione 2; è anche vero che c'è una fascia di pubblico che non è proprio interessata al custom, sono quelli che hanno il V-Strom con il bauletto dietro, ma ci sono pure tantissimi veri appassionati che preferiscono vedere un pezzo ricavato dal pieno che invece non sono nemmeno riusciti a trovarci».
Sul futuro del customizing? Donato non ha dubbi:
«Il passo avanti, secondo me, è nettissimo rispetto al passato: nel progettare una special si è passati dal poggiare la moto sul banco ed improvvisare, all'effettuare per prima cosa, come nel nostro caso, un rendering e una scansione 3D, per poi lavorare direttamente al computer e realizzarne a mano le parti, in lamiera o semplicemente stampate in 3D; il futuro del mercato del customizing non lo vedo nelle capacità dei progettisti, perché oggi tutti possono prendere un computer e mettere un ragazzino a disegnare e realizzare attraverso una stampante 3D, ma credo che ciò verrà dettato da fattori legali, come il rispetto delle norme di omologazione e dall'evoluzione dello stile e delle tendenze: bisognerà vedere quanto durerà questo fenomeno di customizing molto artiginale, credo che l'hand made potrebbe benissimo essere soppianto a breve da un customizing più progettato, più disegnato ed evoluto».
Un'ultima domanda: perché le gomme tassellate su una moto stradale? (ok, lo so, è una mia crociata personale...)
«E' stata una scelta del cliente... ma devo dirti che se non ci fosse stata questa richiesta non avremmo disegnato la ZRX “Maialona” così come la vedi, fermo restando il concetto di appoggiare i muscoli addominali e non le parti basse al serbatoio, che ci sembra una soluzione... “migliore”. Forse senza le gomme tassellate avremmo fatto una moto meno spigolosa, più rotonda».
Vi lascio alle moto della gallery, con l'ammirazione per tutti gli espositori del settore custom e special che di certo non sono lì per un ritorno economico immediato, ma che spesso investono tempo e denaro invasati dalla passione di spostare sempre un pò più in alto l'asticella dell'eccellenza e della follia.
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TheBerronespolo, Rosignano Monferrato (AL)Tra uelle proproste nell'articolo quelle che preferisco sono la Harley da dirt track #29 (A.I. ???) e la CRS.
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Motoguxxi, Sondrio (SO)A me le special piacciono, e tanto anche. Non ho mai amato avere una motocicletta uguale a quella di un altro, ma per questo non è sempre necessario fare modifiche strutturali tali da rendere il mezzo inguidabile, non omologato o addirittura pericoloso. Alcuni preparatori a volte esagerano, ma sono esercizi di stile. Altri sono più concreti e le loro realizzazioni sono tutt'altro che inguidabili. Poi i gusti sono gusti.