Eicma#80 2023. L’assedio di Milano
Milano, 13 Novembre. Qui non si parla di Moto, non di novità, di rivelazioni o di segreti carpiti e fatti scoop. Giovedì 9. Sono al gate mezz’ora prima dell’apertura al pubblico di EICMA 2023. Edizione numero 80. Attorno a me 500 persone, conto a occhio. Mai vista una tale pressione, eppure vengo al “Salone di Milano” da quando avevo 14 anni. I cancelli sono almeno quattro per ogni padiglione. Passo il tempo facendo conti e proiezioni. Intuisco ma non ci faccio caso: EICMA 2023 farà bingo. Entro e non ci penso più, partecipo, sono parte viva del brulicare. C’è ordine, pazienza, attesa. Una certa emozione. Il flusso attorno agli stand sembra regolato dalla comunione di interesse, quasi celebrativa. Cala la velocità, il pullulare non si ferma mai. Paolo Magri, Presidente ANCMA, mi chiarirà che hanno studiato anche la distribuzione degli spazi e la larghezza dei corridoi in previsione di una forte pressione di Pubblico. Funziona.
È il “Salone di Milano”. Per “Salone” si intende EICMA, Esposizione Internazionale Ciclo Motociclo e Accessori. Lo strillo moderno è Il Salone delle Due Ruote. D’ora in avanti possiamo anche evitare la precisazione, è “Salone di Milano” per sempre, non può essere che a Milano e tutti sanno di cosa parliamo. Non è più un fenomeno solo nostro. Il software emette lo scontrino finale: 560.000 presenze. Avevo visto giusto, giovedì, ma io non conto. Ha visto giusto la task force che rende viva e proietta nel futuro EICMA 2.0, l’anno prossimo è la celebrazione dei 110 anni. Sono in pochi, sapete, gli uomini del Salone di Milano, una dozzina in tutto. Ma avete ben visto che volume di acque hanno saputo smuovere, e dove può arrivare la forza di una concentrazione autenticamente appassionata, intransigente, perennemente a fuoco sull’obiettivo.
563.848 presenze, CINQUECENTOMILA. Cifra tonda se no ci vogliono quattro righe. Vi rendete conto? Io faccio fatica. Il traffico di Malpensa o quattro volte Linate, 5 finali di Champions al Camp Nou o sette Inter-Milan al Meazza. Siamo due volte e mezzo Vasco Rossi a Modena Park, oltre Simon & Garfunkel a Central Park o i Queen a Rio. Oltre Woodstock! Mi viene la pelle d’oca. Impressionante, vero? Son venuti tutti, sono venute tutte le Moto (tranne un paio che si ostina a non capire). E non avete visto la “mappa”! Il week end è cruciale. Ore (60 minuti per X, non un modo di dire) di coda in avvicinamento, paralizzata, le strade di Google rosso fuoco, parcheggi full e sbarrati, metro, tram e bus non-stop a tappo. EICMA ne occupa neanche la metà, ma la struttura fieristica è a muro. Milano Ovest è sotto assedio.
Assedio. Assedio strano davvero. Di solito l’obiettivo è inverso. Qui nessuno intende respingere gli “assalitori”. Né la Fiera né tantomeno i 2.000 Marchi di EICMA #80 (sempre cifra tonda, per difetto). Qui si è solo i benvenuti, e la Task Force ha fatto in modo che tra le “mura” della fiera tutto sia ospitale e funzioni a meraviglia, senza frizioni. La verità è che Milano e il Mondo non si aspettavano un simile boom. È la consacrazione del “Salone” 2.0, primato e guida tra le esposizioni con lo stesso tema. È anche un lago che si va prosciugando. Chi altri avrà il coraggio di andare a pescare nel bacino sempre più ampio, attrattivo ed esclusivo di EICMA? Ancora di più, la Fiera più antica che ha resistito, si è superata e ha superato, adesso ha un preciso destino di unicità. Viene da dire che le Due Ruote dell’anno dopo saranno per sempre e solo a Milano.
È un ritorno all’olimpiade del mondo analogico, abbiamo convenuto con Pietro Meda, Presidente di EICMA. Il Salone di Milano è sensazioni speciali, toccare e sentire il profumo, infinite e personalissime inquadrature del tridimensionale, il confronto senza girare pagina. È quell’inaudibile frastuono di passione che amalgama e tramanda tra le generazioni. Nonni e nipoti, noi orsi “senatori” e le giovani marmotte del motociclismo. Il salone di Milano è per tutte le età, e noi che le abbiamo viste tutte possiamo dirvi che anche questo non è solo un primato che torna d’attualità, è l’antico tramandare del bardo, il richiamo della storia come introduzione al futuro. Quanti ragazzi, adolescenti, persino bambini tra le Moto, già competenti, con una loro opinione e già, questo lo hanno sicuramente imparato da noi “anziani”, talvolta così critici con l’ingegnere di quella Moto o il capo progetto di quell’altra. Tantissimi zainetti da scuola, mi vengono in mente le edizioni difficili, quando non si sarebbe potuto andare perché ne avevamo combinata una di troppo, e allora si marinava, ci si prendeva il tempo dormendo ufficialmente dal compagno di classe e eravamo puntuali al Salone, al raduno della Rosa d’Inverno. Ecco, anche così il Salone conserva una delle funzioni essenziali, quella di dare continuità alle buone abitudini 😊.
Il Salone di Milano di presenza, di umanità sciamante e chiassosa, ha vinto. Non era affatto chiaro solo poco e terribile tempo fa. Tutt’altro. Certo, oggi che il fiume è rientrato nell’alveo sembra la cosa più naturale. EICMA ha vinto a mani basse la crociata dell’“analogico”. Cinquecentomila sono il goal del secolo nella partita impossibile “contro” il digitale, a non essere dei numeri 1. Di mezza rovesciata e collo pieno all’incrocio dei pali, che noi e il nostro MotoFestival MY24 abbiamo trasmesso in MondoVisione, così come tutte le vicende di quello che molti hanno visto, a torto, come il derby dello scudetto tra presenza e online. Finalmente anche i più riluttanti hanno capito. Il deflusso sereno e felice dallo stadio di EICMA, domenica sera, ha “svelato” per sempre tutta un’altra verità. L'analogico concentra, il digitale diffonde. Non si può fare a meno del digitale, ma neanche dell’”analogico”.
© Immagini EICMA - Moto.it
-
MAXPAYNE IT, Fusignano (RA)Onestamente parlando, in una ressa del genere, sarei scappato! Per chi espone sarà un successo, per il pubblico, una tortura! Ciao ciao Eicma!