MX: GP di Patagonia, Tango Argentino
1988: l’annata che molti ricordano per le epiche battaglie nella classe 250 (in quel periodo la quarto di litro, 125 e 500 correvano in circuiti diversi) tra l’allora ufficiale Cagiva Pekka Vehkonen e l’olandese John Van Den Berk che al termine dei 12 gran premi ebbe la meglio sul finlandese, ma anche per quella che fu l’ultima stagione del fuoriclasse di Cattolica Giuseppe Andreani.
Prima di appendere il casco al chiodo e diventare il punto di riferimento per la messa a punto delle sospensioni in Italia, in questo suo ultimo sforzo agonistico per la verità non molto fortunato a causa di alcuni incidenti Beppe ebbe la soddisfazione di essere il primo italiano a vincere il Gran Premio di Argentina disputato il 14 agosto sul velocissimo circuito di Cosquin attirando i favori del numeroso pubblico anche per via della sua disponibilità e simpatia battezzandolo “il gaucho”.
«La pista aveva un terreno piuttosto friabile - ricorda Andreani - e per fortuna la temperatura accettabile perché la settimana prima in Venezuela c’erano cinquanta gradi tanto che addirittura Van Den Berk nella prima manche collassò. Io correvo con la Honda, e ricordo che nella prima manche a pochi giri dalla fine toccai un carter contro una pietra che si ruppe fatto facendo gli ultimi tre o quattro giri senza olio. Il motore era parecchio rumoroso, ma fortunatamente la moto finì la gara e riuscii a concludere quarto».
«Nella seconda invece ho fatto un bel duello con Vehkonen, alla fine l’ho superato e vinsi sia la manche che il GP, un successo che mi fece sentire un eroe in quanto in Argentina gli italiani erano ben visti e mi fecero un tifo calorosissimo».
«In campionato ero messo male perché avevo vinto la prima gara in Francia, ma nella seconda gara che si correva in un ippodromo di Ibiza c’era una polvere assurda e finii fuori pista rompendomi un polso. Volli rientrare troppo presto e con il polso menomato fu una stagione di sofferenza cominciando solo verso la fine a ritrovare il ritmo. Nell’ultima prova iridata ebbi problemi con la moto, ma almeno dopo aver vinto il campionato italiano 250 ed aver ottenuto il secondo posto in quello 500 ebbi la soddisfazione di arrivare secondo al Trofeo delle Nazioni dietro Ricky Johnson».
Come vedi invece il campionato quest'anno? «Al momento è molto incerto, i valori devono ancora venir fuori. Probabilmente come sarà una lotta tra Villopoto e Tonino, ma bisogna vedere cosa succederà quando torneranno in Europa. Quelle gare saranno il termometro della stagione, Cairoli sfodererà la sua determinazione e la sua serenità mentre ci sarà da vedere quanto Villopoto avrà da spendere».
Il nuovo circuito situato in una delle più famose mete sciistiche dell’Argentina a circa 900 metri di altezza è incastonato tra boschi e montagne ed ha un fondo di cenere vulcanica al quale i piloti dovranno adattarsi ma che ha il vantaggio di assorbire perfettamente l’irrigazione. Uno scenario che ha sbalordito tutti, e che si preannuncia l’ideale per una prova GP.
Ovviamente occhi puntati alla classe regina per vedere chi la spunterà tra i due litiganti Cairoli/Villopoto e il leader Clement Desalle che con la sua calma e regolarità dopo le prime due prove si è guadagnata la tabella rossa di capoclassifica. Ma c’è anche attesa per le rivincite di Jeremy Van Horebeek e Gautier Paulin, così come per le conferme di Max Nagl e Romain Febvre dimostratosi sino ad ora la rivelazione della stagione.
Interessante è anche la MX2, che ha come favorito il ritrovato Jeffrey Herlings e che parte senza il campione del mondo in carica Jordi Tixier sanzionato dalla FIM per il suo comportamento scorretto in Tailandia verso il medico di gara; il francese è stato momentaneamente sostituito dal connazionale David Herbreteau, 4° nell’Europeo 2014.
Per il campionato del mondo sarà una battaglia all'ultimo giro perchè sia Cairoli che Villopoto non molleranno tenendo presente il loro più forte outsider Desalle che sicuramente darà filo da torcere , uno spettacolo da non perdere .......... vinca il migliore.
Gianni Scanavacca