E vero che bisogna aspettare che la matematica completi il suo lavoro, ma effettivamente Tony Cairoli deve proprio sperare in un miracolo per poter raggiungere Stefan Everts nell’albo d’oro del motocross. Mentre infatti l’imperterrito Jeffrey Herlings (dopo le qualifiche) si è assicurato un’altra delle sue doppie vittorie stagionali, il nove volte iridato siciliano ha sofferto in entrambe le manche rischiando addirittura di vedere assegnato il titolo già nel moderno circuito situato a metà del territorio turco.

Non tanto nella prima dove sono comunque cominciate le sue sofferenze a causa di un colpo alla mano destra contro il ponte del traguardo mentre tentava l’affondo su Tim Gajser che gli ha procurato una forte contusione se non una frattura che dovrà controllare, bensì a causa della caduta di Max Anstie nel corso del primo giro che lo ha fatto finire fuori pista.

Sono stati attimi di panico, anche a causa della forte pendenza i in cui si trovava dalla quale ha faticato a venirne fuori e comunque attardatissimo. Come al solito ha stretto i denti con la consapevolezza che un suo ritiro avrebbe regalato su di un piatto d’argento la tabella di campione all’olandese, ed un po’ alla volta anche se dolorante in tutto il corpo ha rimontato sino al 15° posto, che sommato a quellio d’onore ottenuto in apertura dopo aver dribblato Gajser a metà manche gli ha permesso di piazzarsi 8° e di contenere il distacco dal leader MXGP in 95 punti.

Il secondo gradino del podio è andato allo sloveno della HRC, che nella seconda frazione ha anche tentato un timido aggancio su Herlings il quale ha però replicato prontamente, seguito da Clement Desalle sempre più incalzato in classifica da Gajser, da Gautier Paulin e da Jeremy Van Horebeek; bravi anche Alex Lupino ed Ivo Monticelli, rispettivamente 12° e 13°.

Tra i due litiganti della MX2 questa volta ci si è messo di mezzo Thomas Covington il quale non pago delle tante vittorie nelle manche di qualificazione questa volta ha ottenuto anche quella ufficiale con un 1° ed un 3° posto che lo hanno installato sul gradino più alto del podio. Lo statunitense, che ha confermato di essere alla sua ultima stagione iridata visto che nel 2019 correrà i campionati statunitensi, l’ha spuntata su Pauls Jonass protagonista a metà di Gara 1 di un grosso spavento.

Mentre era al comando inseguito da Jorge Prado ha infatti avuto un incrocio di traiettorie con lo spagnolo ed i contendenti al titolo sono entrambi finiti a terra. Il lettone ha avuto le conseguenze peggiori in quanto ha battuto violentemente un ginocchio, ed ha faticato a riprendere il ritmo terminando comunque la manche 6°. Nella successiva ha aspettato di trovare il passo giusto per tentare l’attacco a Covington, riuscendoci ad una decina di minuti dalla bandiera a scacchi portandosi definitivamente al comando.

Non così invece per il leader spagnolo, che in apertura aveva si era ripreso rapidamente tanto da piazzarsi 3°, mentre in quella conclusiva ha faticato a trovare il ritmo di gara indietreggiando dalla 4ª° alla 7ª posizione.

Alle spalle di Covington e Jonass ha concluso Thomas Olsen che ha preceduto Hunter Lawrence e Ben Watson. Ottima anche la gara del grintoso Michele Cervellin, il quale rientrato in gara dopo uno stop forzato di un paio di settimane si è preso la soddisfazione di terminare 8°, quattro posizioni prima del compagno di squadra Simone Furlotti.

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