Il primo scontro tra i 30 team del Motocross delle Nazioni si è chiuso in favore dei piloti olandesi che hanno dato prova di essere una squadra estremamente consistente e veloce. Merito di un bravissimo Glenn Coldenhoff, che con la sua accattivante guida fluida e leggera ha tenuto a bada senza problemi un certo Justin Barcia anche quando ha dovuto rallentare per togliersi gli occhiali prima di aggiudicarsi meritatamente la vittoria della qualifica della classe Open. Jeffrey Herlings già con il secondo rifilato a Tony Cairoli nelle prove libere aveva fatto capire agli americani il motivo per cui si è fregiato del titolo MXGP.

Caduto alla partenza e ripartito con un minuto di ritardo dopo una rapida sosta ai box, l’ufficiale KTM si è reso autore di uno scatenato recupero durante il quale ha girato con un ritmo inimmaginabile anche considerate le condizioni del terreno reso scivoloso dagli acquazzoni della notte.che Si è sbarazzato di un avversario dopo l’altro sino ad agguantare il 3° posto dietro a Ken Roczen.

La manche della classe regina è invece andata a Tony Cairoli che, superati quasi completamente i problemi all’anca, ha centrato subito la pole e ha fatto gara a sé con una sicurezza e velocità degna dei suoi momenti migliori alle quali neppure un fuoriclasse del calibro di Ken Roczen è stato in grado di far fronte, come ha sottolineato il siciliano autore del giro più veloce ottenuto al secondo passaggio.

Come se non bastasse Michele Cervellin ha ottenuto un bel 4° posto nella MX2 vinta da Dylan Ferrandis al termine di un avvincente testa a testa con l’australiano Hunter Lawrence, mentre Alex Lupino dopo essere rimasto 3° sino alla 4ª tornata ha concluso con un buon 6° posto. La somma dei due migliori piazzamenti ha così permesso al team italiano di classificarsi al posto d’onore ad un solo punto dai mattatori olandesi, e in parità con Francia e Germania.

Campanello d’allarme invece per gli statunitensi, che dopo leprime due manche erano addirittura relegati al ruolo di squadra di comparsa nella manche B a causa del ritiro di Eli Tomac nella MXGP dovuto ad un inconveniente tecnico alla sua Kawasaki 2019, e alla caduta di Aaron Plessinger a metà gara mentre si trovava al comando che è poi terminato 11°.

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