#Fase3. La Moto esce con le ossa rotte? No, tutt’altro!
Stiamo ripartendo forte. Il contesto generale, relativamente al contenimento del contagio, sembra rimanere favorevole e dunque allineato alle tabelle di marcia. La vita, insomma, riprende la sua velocità il più rapidamente possibile in un’atmosfera di urgenza e di voglia di soluzioni concrete. La Moto è stata una delle prime, vere soluzioni nella marcia di avvicinamento alla ripartenza, eppure ora che siamo ripartiti è tornata al suo ruolo di Cenerentola della mobilità, trascurata e certamente un po’ “scomoda”.
Contemporaneamente alla ripartenza è ripartita la grande corsa alle Grandi Opportunità. Non vogliamo qui scendere nel dettaglio di quel fiume di miliardi che in varie forme scorre verso compagnie aeree aggiornate ai fratelli Wright, a uffici italiani di multinazionali che dividono in Inghilterra e Olanda, a società di controllo di società di gestione di… ponti crollati per la cui ricostruzione non hanno speso un dollaro. E chiediamo scusa se non ci poniamo una domanda ogni giorno più legittima: ma alla fine qualche spicciolo finirà nelle tasche delle famiglie che devono fare la spesa?
Sono i temi agli estremi di una situazione sostanzialmente grave, nella quale i grandi numeri spesso mettono in ombra le difficoltà della vita reale, in un contesto nel quale certamente né l’Auto, né la Moto, né la Bici sono la priorità. Ci viene in mente soltanto di rilevare che, in fondo, la Moto è stata un filo trascurata.
La bicicletta godeva già di ottima salute, metà degli italiani ne possiede una, un italiano su dieci è ciclista “sportivo”, le e-bike vanno più forte nei negozi che sui propri pedali. Anche l’esportazione del nostro prodotto va forte, ora più che mai risucchiato nella scia di accelerazione di quei Paesi che hanno visto il gradimento per i pedali crescere anche del 5-600%. Biciclette ed e-biciclette sono oggetto di incentivi, “puliti”, nessuna scordatura di immagine e opinione, e di interventi sulle ciclabili economici e vistosi. Bene, voglio dire solo bene, ma sulla bandiera del Paese del rilancio mi sarebbe piaciuto riconoscere anche la stella della Moto. Solo questo.
Di fatto, nei grandi disegni della ripartenza e del rilancio, la Moto non c’è. È rintracciabile solo in una non certo rilevante o inedita operazione di “rottamazione”, che tuttavia parte dalle Auto e aggancia il fratellino solo all’ultimo tuffo.
Quindi la Moto riprende la sua strada dopo aver dimostrato che era ed è il mezzo “ragionevolmente” più adatto a un contesto medio di mobilità salutare di ripartenza attenta, protetta, ma dopo aver avuto risposta negativa alla totalità delle richieste legittime di “attenzione” che aveva rivolto all’amministrazione della cosa pubblica.
Viene da pensare che la Moto sia uscita dimenticata, con le ossa rotte dal grande programma della ripartenza, ma non è così. Semplicemente, la Moto riparte rimboccandosi le maniche, da sola come sempre e forte come sempre.
Un po’ “anarchica” e molto indipendente, tecnologicamente un po’ tradizionalista e così avanzata, razionalmente così utile e irrazionalmente così emozionante.
La bicicletta è stata vista come il vettore della fuga dal quartiere, la Moto è diventata il simbolo della ripartenza delle grandi città e a medio raggio, tutt’ora di grandissima attualità, l’Auto… beh, la più grande Fabrica tedesca ha riconosciuto che non è un momento di grande interesse per le quattro ruote.
Un po’ trascurati noi della Moto continueremo ad andare forte, forti di un carattere unico mettendo insieme utilità ed entusiasmo in un moto del viso nel piacere del vento. Con quel carattere e quella passione risolveremo, ancora una volta e tutti uniti, i problemi delle Euro4 nei magazzini, dei concessionari in affanno, della pratica consentita con il contagocce, dell’attenzione nulla della burocrazia-filtro, anche della puzza sotto il naso di taluni critici per vocazione, per vizio o cronici.
Non rappresentiamo grandi numeri, mai stati dopo i favolosi anni cinquanta, ma la Moto rappresenta una forza di carattere, una delle più tenaci. E anche, sotto sotto, una delle più invidiate.
Gli incentivi per questo periodo NON VANNO DATI ALLE AZIENDE, ma direttamente ai cittadini. Dare incentivi per bici, monopattini, monoruota, o qualsivoglia mezzo di trasporto, servono solo a far lievitare i prezzi dell'importo corrispondente all'incentivo e a far eliminare le offerte. E finiamola con questa mania di permettere alle aziende e alle industrie di ciucciare la mammella dello stato, sono queste le cose che fanno deficit e buchi di bilancio. A el can ad esempio, si dia al limite mangime per cani, per favore e se si vuole rimettere in moto il paese siano messi denari nelle mani dei cittadini italiani, poi ci penseranno loro a rimettere in moto il paese.