40 anni, di nuovo in moto con la spalla ricostruita in 3D
Una diagnosi confortante, poi la terribile verità: un osteosarcoma gravissimo che gli aveva aggredito la scapola. E poi l'intervento chirurgico per asportare la parte di osso malata, a fine 2019, con una tecnica modernissima che prevede ricostruzione 3D della parte di osso mancante. E oggi, a disanza di un anno da quell'operazione, il paziente è potuto tornare in sella al suo Monster.
La storia dell'appassionato quarantenne veneto, si è svolta al Rizzoli di Bologna, grazie al dottor Giuseppe Bianchi della Clinica di Ortopedia Oncologica, che grazie a una diagnosi precoce - il tumore non si era ancora esteso a tal punto da compromettere la funzionalità dell'arto - ha potuto operare utilizzando una metodica avanzatissima per la ricostruzione di segmenti scheletrici a geometria complessa, ovvero un'intervento di resezione 'misurata' con guide di taglio e ricostruzione con protesi personalizzata utilizzando la stampa 3D ed evitando l'asportazione completa della scapola. In questo caso, la funzionalità dell'arto sarebbe stata irrimediabilmente compromessa, perché - come non molti sanno - è la scapola a determinare il movimento del braccio.
Dopo un anno, grazie a un percorso riabilitativo svolto alla Medicina Fisica e Riabilitativa del Rizzoli diretta dalla professoressa Maria Grazia Benedetti, il nostro 40enne è riuscito a risalire in moto, completando il percorso.
La storia è stata fonte d'ispirazione per molti, visto che il nostro ha ricevuto la tessera di socio onorario del Moto Club IOR (abbreviazione di Istituto Ortopedico Rizzoli) ma anche la garanzia, da parte di Ducati, che non appena la situazione pandemica si regolarizzerà, potrà andare in visita allo stabilimento di Borgo Panigale.
Inizio calvario, l' ostiomelite è una brutta bestia , nove interventi chirurgici con trapianto di osso e di pelle effettuati al CTO di Firenze dal grande professor Stringa nel 1984.Dopo due mesi di degenza al CTO sono stato dimesso. Quello che mi manteneva forte era il gran desiderio di tornare in moto . piano piano le cose sono andate bene. Sono tornato in moto e alla grande. Nel 1982 avevo 36 anni. negli anni successivi altra caduta con rottura della clavicola destra.Ho avuto tante belle moto di ogni genere con le quali ho girato ogni anno sulle bellissime alpi ed in Europa. Ho percorso centinaia di migliaia di chilometri e nel mio garage ho due bellissime moto: Suzuki gsx s 1000 2015 e la spelendida Kawasaki Z900RS 2020.A maggio del 2021 ( covid permettendo) compirò 75 anni .A parte la buona sorte la mia medicina è la gran voglia di andare in moto.
In bocca al lupo e tanta tantissima buona strada. Grazie a tutti per avermi letto. Complimenti a Moto.it. Gino Forte di Campobasso.
fu una gioia e conquista quando potetti ritornare in sella!
A distanza di 10 anni dall'ultimo intervento mi è partito (quasi inspiegabilmente) anche l'altro tendine rotuleo di DX, questa volta sistemato a dovere il primo colpo (almeno spero, son passati quasi 2 anni) e dalla battuta del chirurgo (anche lui motociclista): " sai, non ti rimangono molti pezzi di ricambio in queste ginocchia..." ho iniziato a riflettere sul quanto fosse opportuno ritornare in sella per poi correre il rischio di cadere e fatalità danneggiare le ginocchia par le quali, se dovesse capitare, sarei a serio rischio protesi, a 40 anni!
Questo per dire che la moto è stata sicuramente motivo di stimolo per il primo ginocchio ma, colpito anche il secondo ha prevalso di più un sentimento di "buonsenso" (non so se definirlo così) che mi ha fatto, per il momento, abbandonare le 2 ruote.
Sono molto contento e comprendo al 100% il nostro amico biker e so cos'è quella soddisfazione là...
ma, sapendo che spalle e ginocchia son la prima cosa che si sbatte per una scivolata, anche banale, quanto è opportuno??
la domanda la faccio a voi, la faccio a lui, la faccio a me... sempre!