Moto3. Chi è Albert Arenas?
Ha cominciato presto, ma è esploso tardi. Albert Arenas Ovejere, che oggi si è laureato Campione del Mondo di Moto3, è anche uno dei piloti che ha rimediato più fratture e traumi in carriera, e probabilmente è anche per questo se il primo titolo è arrivato alla soglia dei 24 anni (li compirà a dicembre). Ne aveva solo 4, invece, quando iniziò a correre in moto, ovviamente in Spagna, nei campionati locali di minimoto. Da lì diverse vittorie e risultati importanti, fino ad approdare a sedici anni al Campionato Spagnolo di Velocità nella categoria Moto3 e a piazzarsi secondo, sempre nel CEV, nel 2015.
Nel frattempo aveva già fatto la sua apparizione nel mondiale di Moto3 come wild card, ma senza impressionare particolarmente, con l’ambiente che, però, lo ha sempre ritenuto una promessa. Tanto che anche nel 2016 gli fu offerta la possibilità di alcune wild card, fino all’ingaggio stabile nel 2017, con il team Aspar Mahindra. E’ qui che inizia, per Albert Arenas, una scia interminabile di infortuni, con continui via vai dalle sale operatorie di mezzo mondo e fratture rimediate un po’ ovunque, con il team che, nel frattempo, aveva preso il nome di “Angel Nieto”, e la sua moto che era diventata una KTM.
La sfortuna, nel 2018 e 2019, ne ha inevitabilmente condizionato le prestazioni, costringendolo a molte assenze nonostante le 3 vittorie in due stagioni, fino all’annata buona: il 2020, con il team Aspar. Ha vinto la prima e la seconda gara di questo mondiale, e, poi si è ripetuto in Austria, mettendo nel sacco anche anche altri due podi e diversi piazzamenti che gli hanno permesso di arrivare all’ultimo appuntamento di Portimão in testa alla classifica, nonostante tre ritiri e una squalifica.
Il resto è cronaca di oggi, mentre il futuro è già scritto: Moto2, sempre con Aspar Team. “Sono davvero contento di passare in Moto2 – ha recentemente detto lo spagnolo in una intervista - Sono tanti anni ormai che gareggio con la Moto3, è arrivato il momento e mi sento pronto al 100%. Continuare con il team Aspar è positivo per me, perché li conosco e loro mi conoscono”.
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