Alex De Angelis: "I piloti MotoGp sono mentalmente preparati a gestire lo stress"
Il campionato mondiale MotoGp non vuole saperne di dare una data al proprio inizio, ma anche tutte le altre attività sportive su due ruote sono in uno stand by di cui non si riesce ancora a vedere la fine a causa della pandemia. Gli annullamenti si moltiplicano e il possibile calendario MotoGp si trova schiacciato tra l'esigenza di non superare dicembre e quella di disputare un numero di gare sufficiente a dare dignità iridata alla competizione.
Sembra tramontata la possibilità di avere tredici GP valevoli per assegnare il titolo ma resta basilare la ferma volontà di Dorna e dei Team di fissare una prima tappa, anche per dare un segnale di ottimismo e permettere ai piloti e alle squadre di avere sollievo sia psicologicamente sia economicamente.
I piloti, dalla loro parte, vivono questa quarantena chiusi in casa nell'attesa di sapere come e quando saranno chiamati finalmente a indossare la tuta per il primo turno di prove libere, chissà in quale circuito, e abbiamo voluto chiedere ad Alex De Angelis il suo punto di vista sulla gestione dello stress e della tensione nei piloti in questo momento particolarmente incerto e dove ogni possibiltà è sul tavolo.
Alex correrà nel 2020 il suo secondo campionato MotoE, l'anno scorso chiuso al nono posto, è stato coach di Federico Fuligni in Moto2 ed è team manager del Team Roc'nDea che debutterà nel Trofeo Yamaha R3 e nel CIV: l'interlocutore perfetto per parlare di come gestire lo stress di un mondiale che non vuole saperne di accendere i motori.
Fa un po ridere la definizione di stress in questo caso.