Attualità

Anche l'Italia chiede di rinviare lo stop ai motori termici del 2035. Ci riuscirà?

- Il documento, presentato in vista della riunione del Consiglio ambientale UE, è sostenuto da Bulgaria, Portogallo, Romania e Slovacchia. Eccone i contenuti
Anche l'Italia chiede di rinviare lo stop ai motori termici del 2035. Ci riuscirà?

La prossima riunione del Consiglio ambientale dell'Unione Europea è fissata martedì 28 giugno.
In vista di questo appuntamento è circolato un documento promosso da alcuni paesi dell'Unione nel quale si chiede di posticipare lo stop alla vendita di nuove automobili alimentate a benzina, gasolio e GPL deciso per il 2035 al 2040.

Si chiede nel contempo una maggiore gradualità degli interventi mirati a ridurre le emissioni di CO2 del 100%.

La proposta di slittamento porta la firma di Bulgaria, Portogallo, Romania e Slovacchia e, secondo quando ha appreso e pubblicato per prima l'ANSA, l'Italia si è aggiunta puntando a modificare il testo approvato dal Parlamento europeo lo scorso 8 giugno e che dovrà essere discusso dal Consiglio e dalla Commissione della UE.

In particolare l'Italia vorrebbe che venga modificata la parte che riguarda le produzioni di nicchia (nelle quali già rientrano Ferrari e Lamborghini per esempio), i veicoli commerciali e quelli alimentati da biocarburanti.

Nel complesso i cinque firmatari del documento chiedono entro il 2035 le emissioni di CO2 vengano ridotte del 90%, per arrivare al 100% entro il 2040. Cinque anni in più dunque.

Inoltre che le produzioni di nicchia siano tutelate oltre l'anno 2029, per arrivare almeno al 2036, che gli incentivi all'acquisto dei veicoli a basse emissioni siano prorogati dopo il 2029 e che per i veicoli commerciali leggeri il limite di riduzione delle emissioni di CO2 venga spostato al 45% (dal previsto 80%) entro il 2035 per arrivare al 100% entro il 2040.

Non si sa quali potranno essere i margini di manovra, dato che le misure approvate l'8 giugno fanno parte del piano “Fit for 55” presentato dalla Commissione europea a luglio 2021 e che si compone di tredici differenti iniziative politiche che nel complesso mirano a ridurre entro il 2030 le emissioni del 55% rispetto ai livelli del 1990 per poi raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050.

Resta soprattutto da capire se altri Paesi si aggiungeranno, e con quali proposte, nelle prossime discussioni in termini di deroghe o rinvii. In particolare Germania e Francia che sono i maggiori produttori continentali.

La complessa filiera dell'automotive ha sollevato diverse critiche alla decisione approvata del Parlamento europeo e da più parti si chiedono una maggiore gradualità, il considerare con maggiore attenzione i carburanti alternativi quali quelli sintetici e l'idrogeno, dare maggiore spazio alla pluralità delle tecnologie durante una complessa fase di transizione.

Il ministro Roberto Cingolani ha osservato che “Non tutti hanno chiesto di rimandare la transizione e sono emerse richieste miste: c'è chi è più sull'elettrico, chi più su un certo tipo di carburante”.

fonte Ansa.it

  • alessandro.foppa uberti
    alessandro.foppa uberti, Baranzate (MI)

    Sarebbe meglio anticiparla prima di rimane senza acqua .
Inserisci il tuo commento