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Stop auto 2035. Che cosa c'è dietro le ultime dichiarazioni di Cingolani

- Commentando lo stop alla vendita di automobili con motore endotermico, il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha detto che, nel caso, “servirà una capacità di ripensamento”
Stop auto 2035. Che cosa c'è dietro le ultime dichiarazioni di Cingolani

Lo stop alla vendita di automobili con motore endotermico a partire dal 2035, siano esse alimentate a benzina, gasolio o GPL, votato dal Parlamento Europeo è stata commentata dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani intervenendo sabato scorso alla Festa dell'Innovazione 2022 organizzata dal quotidiano Il Foglio.

“Al momento teniamo l'asticella alta sul 2035 - ha detto il ministro -  ma se nel 2033 vediamo che le cose sono impossibili perché gli scenari sono cambiati - chi si immaginava una guerra? -, bisogna avere la capacità di tornare sui propri passi e ripensare”.

Una posizione da piedi per terra che segue il pensiero espresso dallo stesso Cingolani a febbraio di quest'anno, quando la Commissione Europea anticipò i contenuti della scadenza 2035. Allora il Ministro disse: “Noi dovevamo dare una posizione orientativa dell’Italia, perché nel documento che uscirà a metà 2022 sul pacchetto Fit for 55, tra le varie cose da discutere a livello nazionale ed europeo ci sarà anche la data presunta del phase-out. Serve una convergenza di interessi. Dunque, non è detto che la proposta di Bruxelles venga approvata senza che si trovi una quadra sui diversi interessi nazionali".

Secondo Cingolani all'auto elettrica mancava ancora qualcosa: “Mancano due pezzi per favorire la mobilità alla spina. Uno riguarda lo smaltimento delle batterie. Ammesso e non concesso che si faccia tutto quello che si è detto finora per la realizzazione di decine di giga factory, noi dobbiamo pensare oggi a quanto fare tra vent'anni per smaltire gli accumulatori.
In secondo luogo, abbiamo bisogno di una rete di distribuzione elettrica intelligente. Quindi, non dobbiamo perdere tempo: oltre alle infrastrutture dobbiamo lavorare sulla trasformazione della rete elettrica in rete smart”.

L'8 giugno scorso il Parlamento Europeo ha però fissato la data del 2035 e anche se manca ancora la discussione da parte di Consiglio e Commissione europee, la strada è tracciata.

Al convegno de Il Foglio Cingolani ha poi aggiunto: “Ora teniamo l'asticella alta e lavoriamo ad aumentare l'offerta di elettricità verde insieme alla domanda di automobili verdi avendo come obiettivo il 2035”.

Commentando la stessa decisione europea, nei giorni scorsi il ministro dei Trasporti tedesco Volker Wissing ha ribadito le ferme critiche della Germania dicendo: “Vogliamo che questa trasformazione sia tecnologicamente aperta. E che dia la possibilità di immatricolazione dopo il 2035 anche delle nuove auto alimentate con carburanti sintetici climaticamente neutri”.

  • flobberino
    flobberino, Roma (RM)

    Basterebbe solo una legge che imponesse lo smaltimento delle batterie nel paese in cui vengono utilizzate, allora vorrei vedere che succederebbe.
  • Paolo661511
    Paolo661511, Castel San Pietro Terme (BO)

    Eh già. Si cambierebbe solo il modo di inquinare (dato poi che tutta l'energia elettrica necessaria alla ricarica bisognerebbe produrla, in qualche modo). E dato che le rinnovabili non basteranno...

    Inoltre, molto praticamente, mi chiedo come faranno con le ricariche TUTTI quelli che parcheggiano in strada l'auto...
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