Aprilia Caponord 1200: ha sospensioni semiattive coperte da 4 brevetti
Aprilia Caponord 1200
Sono passati 12 anni dal lancio su mercato della prima Caponord, la ETV 1000 presentata nel 2001, che allora riscosse un successo sicuramente inferiore alle importanti doti di guidabilità e comfort che oggi molti le riconoscono.
La casa di Noale rispolvera quel nome che da solo evoca lunghi viaggi e piacere di guida per proporre la Caponord 1200. Il nome identifica la cilindrata cresciuta, che ha nel motore uno degli elementi più significativi: oggi il bicilindrico a V è frutto di un progetto interno, mentre due lustri fa il propulsore era di origine Rotax. Ma la Caponord riserva caratteristiche di rilievo anche quando si fa conoscenza con la sua ciclistica, le sospensioni semiattive (al posteriore però la sospensione è di tipo attivo, seppure a velocità ridotta per questioni di sicurezza) sono una importante novità per l'azienda italiana che qui ha realizzato ben quattro brevetti a tutela del lavoro svolto.
Marco Zuliani: "La Caponord non è una Dorsoduro carenata
"Marco Zuliani (Aprilia Marketing Product) ci spiega che la Caponord non è banalmente una Dorsoduro 1200 carenata. Il motore è rivisto in varie parti, ha due iniettori per cilindro, la doppia accensione e abbatte i consumi del 20% rispetto alla versione supermoto. Sono presenti tre mappe (Touring e Sport con 125 cavalli, Rain con 100).
Il telaio ricalca lo schema della Dorsoduro (traliccio in tubi di acciaio con piastre inferiori in lega leggera), ma ha quote totalmente inedite studiate ad hoc per la Caponord (nuovo è il cannotto di sterzo e il forcellone risulta più lungo).
Di serie sulla versione base troviamo l'ABS, il controllo di trazione, il parabrezza regolabile, i paramani. Sulla più ricca Travel Pack sono presenti anche le borse, il cruise control e le inedite sospensioni elettroniche semiattive.
Andrea Ricci Iamino: "Le sospensioni della Caponord sono una novità assoluta"
E' il responsabile dei servizi elettrici ed elettronici Moto di Aprilia a spiegarci la complessità dell'Aprilia Dynamic Damping (ADD). Andrea è un ingegnere elettronico e la sua grande competenza è necessaria per comprendere la complessità tecnica della nuova maxi italiana.
Nella versione standard, la Caponord è dotata di una forcella rovesciata completamente regolabile con steli da 43mm e monoammortizzatore laterale (forniti da Sachs).
Nell’allestimento Travel Pack queste vengono però sostituite dalle unità semiattive del sistema ADD (Aprilia Dynamic Damping), sviluppato e brevettato dalla casa di Noale (quattro i brevetti presenti). Il sistema misura l’energia trasmessa al veicolo dalle asperità dell’asfalto, riconosce le fasi di guida (accelerazione, rilascio del gas, frenata, gas costante) e adatta la taratura delle sospensioni in tempo reale, per massimizzare il comfort e mantenere l’assetto della moto grazie ad algoritmi skyhook e acceleration driven damping, già noti nel mondo auto. Il pilota non deve quindi più cambiare il settaggio delle sospensioni e diventare matto col menù di gestione a seconda dello stile di guida o del tipo di fondo.
Ci pensa infatti il potente cervellone elettronico delle sospensioni (la sua centralina è ben più potente di quella del motore!) a variare automaticamente sulla base del frangente di guida la risposta idraulica in compressione e ritorno di forcella e ammortizzatore. Di fatto l'ADD è un map builder - come ci spiega l'ingegner Ricci - capace in tempo reale di calibrare alla perfezione la taratura delle sospensioni, migliorando in modo sensibile la stabilità di marcia.
Come dicevamo, il sistema è semiattivo: infatti non è inclusa la variazione del precarico della molla.
A dirla tutta la Caponord si spinge oltre e prevede questa funzione sull'ammortizzatore. Il pilota può infatti scegliere un precarico preciso in base alle condizioni di carico, oppure lasciare che sia la centalina a leggere la variazione di altezza del posteriore e regolare di conseguenza la risposta della molla. In questo caso possiamo affermare che la sospensione posteriore è di tipo attivo.
Tecnologicamente raffinato è anche il controllo di trazione, che prevede due diverse modalità di intervento (brevetto Slip Control). In caso di perdita di aderenza di bassa entità, il controllo si limita a contenere la coppia parzializzando le farfalle, in modo che il pilota non avverta una improvvisa riduzione della potenza erogata. Se invece la perdita di aderenza è violenta e importante, il sistema ritarda l'anticipo dell'accensione.
La Caponord 1200 raggiungerà i concessionari nei prossimi giorni al prezzo di 13.500 euro (15.900 per la Travel Pack). Tre i colori disponibili: grigia, rossa o bianca.
Sempre nei prossimi giorni troverete su Moto.it la nostra prova della versione più ricca e accessioriata della moto di Noale.
La nuova Caponord in pillole
Il frontale è evidentemente derivato da quello di RSV4, ormai pervasivo in casa Aprilia. Si è però lavorato molto in galleria del vento per definire meglio le forme di cupolino e parabrezza regolabile in altezza per conciliare la penetrazione aerodinamica studiata sui modelli sportivi con la protezione del pilota nell’uso turistico, garantita anche da paramani e fianchetti a lato serbatoio. Quest’ultimo è un particolare in nylon realizzato per tecnologia rotazionale con spessori ridotti ed ingombri laterali particolarmente contenuti nonostante i 24 litri di capienza. Che dovrebbero assicurare, per inciso, un’autonomia sempre superiore ai 300km. Tutto nuovo il cruscotto.
Il telaio resta, come su Dorsoduro, la struttura mista tubi d’acciaio/piastre d’alluminio stampato ormai diventata marchio di fabbrica per Aprilia. Naturalmente l’unità è stata profondamente rivista rispetto alla maximotard in termini di quote caratteristiche e robustezze/rigidità. Le attitudini sportive vengono esplicitamente dichiarate dalla coppia di cerchi da 17” in lega leggera di cui è dotata Caponord, gli stessi adottati su RSV4R, con pneumatici da 120/70 e 180/55 all’anteriore e posteriore.
Lo scarico basso già adottato sulla RSV4 consente di integrare facilmente le valige laterali (da 29 litri, in tinta con la carrozzeria) ed è regolabile in altezza proprio per lasciare spazio alle borse. L’impianto frenante è affidato a Brembo, che fornisce dischi flottanti in acciaio di 320 mm e pinze monoblocco a 4 pistoncini e attacco radiale all’avantreno nonché un disco singolo da 240mm al retrotreno, tutti gestiti dall’ABS a due canali di serie.
Motore rivisto
Il propulsore è sostanzialmente lo stesso della Dorsoduro 1200, naturalmente rivisitato tanto nella meccanica che nell’elettronica (ricordiamo la dotazione di acceleratore ride-by-wire con tre mappature ed il controllo di trazione impostabile su tre livelli d’intervento) per rendere più progressiva l’erogazione, aumentare il valore di coppia e migliorare i valori di consumo.
La Caponord 1200 ha una potenza massima di 125 cavalli a soli 8.250 giri, mentre la coppia massima è di 11,7 kgm a 6.800 giri. Sullo scarico è presente la valvola parzializzatrice a controllo elettronico.
Sono perplesso
Non sono contrario a tutto questo sviluppo tecnologico (vedi sicurezza e consumi), ma è veramente tutto utile nella guida su strada?
Trovo che una moto come la tiger 1050 sport (che trovo bellissima!) abbia già tutto il necessario per emozionare, con un prezzo decisamente inferiore...
che bei ricordi
intenderci col rotax.c'e'l'ho ancora nel cuore.km 85.000,mai un problema
saro' stato fortunato,stabile,precisa in curva,velocissima in autostrda,e
x conto mio ancora la migliore(x quelle moto che ho avuto dopo)nel triangolo manubrio,sella,pedane.poi una protezione che aveva del miracoloso,era quel cupolino che non faceva sentire un filo d'aria.una moto che allora non fu' capita dalla quasi totalita' dei motociclisti.
se tanto mi da tanto,x gs,ducati,ktm sono dolori seri.