Covid-19, Burioni: “Il vaccino protegge più del casco da moto”
Roberto Burioni è un convinto difensore dei vaccini e le sue battaglie contro i no-vax risalgono a ben prima che scoppiasse la pandemia Covid-19.
Da virologo, immunologo, docente di microbiologia e divulgatore scientifico affianca alla professione una particolare attenzione alla comunicazione via social.
In un suo recente tweet ha preso lo spunto da una sua vecchia foto accanto alla sua Vespa per ribadire l'importanza di vaccinarsi contro il coronavirus e lo ha fatto con un'associazione comprensibile a tutti proprio mentre si parla dell'efficacia dei vaccini e di quello inglese di AstraZeneca in particolare.
“Uso questa mia vecchissima foto – ha scritto - per dire che io, come tutti i sedicenni del 1979, non portavo il casco. Mi vengono i brividi a ripensarci, pensando che offre una protezione del 40% dalla morte per incidente. Pensateci quando rifiutate il vaccino AstraZeneca che protegge al 60%”.
Guidare a 17 anni senza casco nel 1979 non solo era la regola per la stragrande maggioranza dei motociclisti, ma era ammesso dal Codice della Strada. L'obbligo scattò infatti nel 1986, ma fino al dicembre del 1999 i maggiorenni il casco potevano non indossarlo se erano alla guida di un cinquantino.
Il casco da moto obbligatorio trovò resistenze specialmente all'inizio, anche da parte dell'industria di settore, ma i più ne compreso i vantaggi e nel tempo i produttori di caschi ne hanno elevato gli standard di sicurezza fino alla nuova omologazione "06".
L'introduzione del casco obbligatorio per tutti determinò di riflesso la caduta delle vendite degli scooter 50 (dai 650.000 del 1998 si passò ai 170.000 acquistati nel 2001), ma il beneficio in termine di vite salvate fu, ed è, innegabile.
Grazie ad affermazioni lucide ed intelligenti come queste sono appassionato frequentatore di moto.it.
Altro che "i cinquantini sono stati ammazzati dagli smartphone e dall'RCA obbligatoria"
Gli smartphone sono arrivati nel 2008 e l'RCA obbligatoria nel '93.
30mila al giorno e finiamo nel 2024 con il Paese raso al suolo.