Caro assicurazioni: in Francia risparmiano così
Mutuelle des Motards
Mutuelle des Motards è oggi leader nel mercato assicurativo due ruote francese di moto e scooter, con una copertura dell’80% degli utilizzatori. Vediamo come nasce questa società specializzata nell’offrire copertura assicurativa alle due ruote.
Rispetto alle conosciute compagnie che coprono i rischi alla guida di un veicolo generico, Mutuelle des Motards è stata fondata nel 1983 da soci motociclisti che hanno dato così vita a una moderna compagnia di assicurazione che rappresenta un unicum in Europa. I suoi fondi (necessari a coprire i sinistri) non derivano infatti dalle banche o da società finanziarie, bensì dalle donazioni dei soci (oltre 40.000) appartenenti alla FFMC (Federazione Francese dei Motociclisti Arrabbiati).
La sua storia
Sul finire degli anni ’70 i motociclisti francesi si sono uniti per fronteggiare la politica repressiva del governo nei confronti delle due ruote e per contrastare l’impennata dei prezzi delle assicurazioni.
All’epoca diverse compagnie si rifiutavano di assicurare i motociclisti con meno di 25 anni o chiedevano premi equivalenti al valore della moto (un po’ come sta accadendo ora in diverse regioni italiane).
Nel 1983 i motociclisti francesi hanno preso in mano la situazione e hanno costituito la propria assicurazione, i cui pilastri sono la prevenzione e l’educazione dei motociclisti: due principi che consentono di abbattere i sinistri e quindi i costi delle polizze.
Nel giro di soli tre anni (dal 1980 al 1983) hanno raccolto 10 milioni di franchi grazie alle donazioni di 280 franchi per persona (l’equivalente all’epoca di 42 euro) e hanno creato il fondo necessario per legge a dar vita alla compagnia.
Si tratta di un’assicurazione studiata da motociclisti per motociclisti, con un livello di conoscenza profondo del settore che permette di adeguare il premio pagato dal consumatore all’effettivo livello di rischio.
Fin dalla sua istituzione la Mutuelle des Motards è stata il primo assicuratore che ha legato i contratti ai corsi di formazione e di aggiornamento alla guida della moto. A partire dal 1998 è stata il primo anche ad estendere la copertura al conducente (in caso di incidente), comprendendo il rimborso del casco e degli oggetti trasportati.
Al servizio degli altri
Mutuelle des Motards non opera a fini di lucro, a differenza quindi delle altre compagnie assicurative. Il contratto inoltre non prevede clausole di rivalsa: basta che sia rispettata la regola della coerenza tra l’esperienza dichiarata dal pilota e quella effettiva.
Lo scopo è proteggere i conducenti di veicoli a due e tre ruote (molto diffusi a Parigi in particolare) e garantire loro le migliori tariffe al fine di incentivare l’uso delle due ruote. Tutto il contrario di quanto avviene da noi, verrebbe da dire.
Il gruppo organizza corsi di guida per inesperti e giovani al fine di avvicinarli a moto e scooter 125 (molto diffusi in Francia). Si avvale inoltre di consulenti esperti (tutti rigorosamente motociclisti) che affiancano i soci in caso di sinistro o furto della moto.
Emblematico è il caso della “Commissione a tre”, composta sempre e solo da motociclisti, che valuta caso per caso gli incidenti stradali e, in caso di colpa del conducente, valuta se applicare il solo malus senza ulteriori gravami sul premio.
Il lavoro dei soci è per lo più su base volontaria e si fonda sull’incontro diretto con gli assicurati ai quali viene proposta una copertura che tiene conto di diversi fattori che si rivelano fondamentali nel calcolo del rischio e che da noi non sono considerati se non in modo superficiale (livello di esperienza, tipologia di moto).
Cosa offre
Nonostante la crisi del mercato motociclistico francese Mutuelle des Motards mantiene la sua leadership oltralpe grazie a una serie di offerte che potrebbero incontrare l’apprezzamento del mercato italiano.
Pensiamo in particolare alla possibilità di assicurare più moto con una sola polizza legata al titolare (una richiesta dettata dal buon senso che le compagnie italiane non vogliono assecondare; è ovvio che mentre si guida una moto, l’altra è ferma).
I criteri di classificazione sono differenti a seconda che si assicuri una moto sportiva o una moto da enduro (il rischio connesso è ovviamente molto diverso, ma in Italia nessuno ne tiene conto).
Un motociclista alla prime armi paga in base al tipo di moto che guida (se sceglie una superbike pagherà di più rispetto a una maxi enduro, a parità di cilindrata).
Come detto, in caso di incidente il casco e l’abbigliamento tecnico vengono rimborsati. Le moto più vecchie godono di un forte sconto nell’assicurazione contro il furto. Sono inoltre previsti sconti anche per chi frequenta un corso di guida riconosciuto dall’associazione.
Grazie al lavoro della Mutuelle des Motards oggi i motociclisti francesi sono considerati alla stregua delle altre categorie di utenti, non sono cioè più visti come soggetti a cui applicare condizioni vessatorie al fine di scoraggiare la stipula della polizza (prassi assai diffusa nel Sud Italia).
Purtroppo ai motociclisti italiani è mancata negli anni la coesione necessaria a dare voce unitaria alle proteste.
Visti gli interessi in gioco (parliamo di posti di lavoro innanzitutto), è fondamentale che nel nostro Paese siano per prime le Case (rappresentate da ANCMA) e la Federazione (FMI) a porre con forza la questione dei rincari folli delle assicurazioni davanti alle compagnie e alle istituzioni.
Non è più accettabile che in Italia le moto paghino premi anche dieci volte superiori a quanto accade nel resto d'Europa.
Per Guidone60 e 655321
Comunque, puoi trovare tutte le info che ti servono qui:
http://www.cim-fema.it/web/partecipa-menu/per-partecipare-2
655321: capisco il tuo sconforto. E' lo stesso che prende spesso me, quando si parla dei problemi del Bel Paese, sia che mi coinvolgano nella vita di tutti i giorni, sia in quelli fuori dalla mia portata.
Ma, se non cominciamo noi che abbiamo un po' di senso civico ed abbiamo a cuore certe questioni, chi ci aspettiamo che lo faccia? Personalmente, spero sempre che il mio sbattermi, oltre a "mettere fieno in cascina" porti nuovi adepti, in qualsiasi modo si avvicinino.
Infine, per tutti: l'altro giorno, su un forum, mi è stato chiesto: "quali sono le differenze tra CIM e FMI?"
La mia risposta è stata, più o meno: "in soldoni, la FMI non fa una benamata cippa per i diritti e la slavaguardia dei motociclisti, così come il CIM non si occupa dell'organizzazione di campionati ed eventi sportivi".
Gente, non dimentichiamo che la FMI è un ente CONI, legato quindi soprattutto al mondo sportivo. Sarebbe come se la CSAI si occupasse di sicurezza stradale, vi pare? o come se la FIGC s'interessasse di violenza negli stadi di calcio (beh, quella, ogni tanto, la costringono in merito...)
Vi ricordo che potete arrivare alla petizione anche da qui:
http://www.cim-fema.it/petizione
e potete chiedere in merito qui [email protected]
Per qualsiasi domanda o informazione sul CIM, potete liberamente contattarmi: sarò ben felice di rispondere
Luca Olivari
[email protected]
P.S.: scusate il ritardo, ma avevo già postato il mio commento domenica ma non era stato pubblicato, forse per un disguido
Continuiamo