Domenicali (Ducati): “Sviluppare la MotoGP è fondamentale per le ricadute sulla moto di serie”
Arriva un po’ inaspettato il nuovo Diavel alla Volkswagen Night, perché - diciamolo - lo aspettavamo al prossimo Motodays. Ma a Ducati piace sorprenderci, ed ecco quindi che i veli sono stati tolti in quel di Ginevra, in occasione della serata dedicata al gruppo di Ingolstadt. Non potevamo farci sfuggire l’occasione di fare due chiacchiere con Claudio Domenicali, iniziando naturalmente da questo Diavel.
«E’ un intervento di restyling che abbiamo effettuato sulla nostra Sport Cruiser a tre anni dall’introduzione sul mercato» spiega l’Amministratore Delegato di Ducati Motor. «Un modello con cui abbiamo ottenuto risultati molto interessanti, perché si tratta di una moto che propone un pacchetto inedito per noi - una posizione di guida piuttosto lontana dallo stile Ducati, più vicino al settore Cruiser, ma con una dinamica di guida ed emozioni tipicamente nostre»
Proviamo ad entrare un po’ nel dettaglio.
«Per continuare questa serie positiva abbiamo apportato alcuni interventi migliorativi. Ora il motore è lo stesso utilizzato sul Multistrada - un propulsore evoluto, a doppia accensione, con iniezione secondaria, più regolare e fluido ai bassi regimi e quindi gratificante anche quando si va piano. Ma ci sono anche diversi interventi estetici, come il nuovo proiettore, ora completamente a LED, un impianto di scarico completamente rifatto (che tra l’altro deriva da un’unità precedentemente proposta come accessorio, ma solo in versione racing e non omologata. Abbiamo modificato anche la carrozzeria, la sella è più piatta e più confortevole - insomma, tutta una serie di interventi che danno al possessore di Diavel una moto ancora più moderna e performante»
Ma avete anche appena lanciato una nuova famiglia Monster. Ne arriverà anche una più piccola? In che tempi?
«Abbiamo appena introdotto la 1200, dateci tempo. Certo, abbiamo la tradizione di organizzare il nostro lavoro per famiglie di prodotti, ma è ancora presto per parlarne...»
Per quanto riguarda la MotoGP Ducati ha deciso di correre in Open. Come commenta Domenicali questa scelta?
«La situazione è abbastanza chiara: l’organizzatore ha scelto di dare la possibilità a chiunque di iscriversi come Open o come Factory, privilegiando chiaramente la prima in quanto considerata il futuro del motociclismo, con un’elettronica definita in toto dall’organizzatore. Ma chi vuole può continuare a svilupparsi in proprio la gestione elettronica, sottostando però ad una serie di limitazioni che vanno dalla minore disponibilità di benzina fino al dover sigillare i motori ad inizio anno e via su questa strada. Per noi, che partiamo con un ritardo accumulato nelle scorse stagioni, avere la possibilità di sviluppare la moto e quindi evolvere il motore durante la stagione è fondamentale, per cui la scelta è stata abbastanza semplice: abbiamo scelto di abbandonare il nostro software accettandone uno che conosciamo poco per poter sviluppare il nostro prodotto, con le ovvie ricadute sul prodotto di serie. E’ stata una scelta abbastanza semplice»
La disponibilità di 24 litri, con motori potenti come i vostri, può essere un vantaggio sensibile?
«Si, anche se 24 litri non sono il quantitativo necessario a terminare una gara - l’organizzatore ha scelto questo limite per dare a tutti la possibilità di competere, ma quanti effettivamente serviranno dipenderà dal software che ci verrà messo a disposizione dall’organizzatore stesso. Software che dobbiamo davvero ancora conoscere a fondo»
Quindi pensate di non utilizzare tutti e 24 i litri?
«Ripeto: è difficile dirlo: se potessimo utilizzare il software che usavamo lo scorso anno certamente no, dipenderà da quanto si rivelerà evoluto il software che l’organizzatore ci metterà a disposizione»
Parliamo di Superbike: come giudica l’inizio di campionato di Ducati?
«Direi bene, venivamo da un 2013 complesso, con un primo anno piuttosto sofferto per la Panigale. Abbiamo apportato diversi cambiamenti sia dal punto di vista organizzativo che da quello dello sviluppo, e soprattutto dove soffrivamo di più - le prestazioni del motore - siamo migliorati molto, abbiamo iniziato la stagione con 6/7 cavalli più dello scorso anno e a Phillip Island si è visto - la differenza in velocità di punta rispetto alla concorrenza si è praticamente dimezzata, dando un contributo fondamentale alle prestazioni generali»
Un’ultima domanda: oggi abbiamo visto un forte impegno del gruppo Volkswagen sulla 24 ore di Le Mans sia con il brand Audi che con quello Porsche. Per quanto riguarda le moto, invece, Ducati non è impegnata direttamente nell’Endurance. C’è una richiesta da parte del gruppo in questo senso?
«Per adesso facciamo MotoGP, Superbike, Superstock, Superbike tedesca - ci mancherebbero anche le 24 ore! A parte gli scherzi, le gare di durata sono sicuramente molto interessanti, ma in questo momento siamo impegnati su un numero di fronti che ha pochi uguali nel panorama dei costruttori motociclistici. Ducati d’altra parte è sinonimo di sport e competizioni, quindi siamo qui per assecondare le richieste dei nostri tifosi!»
Emiliano Perucca Orfei
Adesso vi spiego
a me sembra
Non c'è niente di male anzi ci dobbiamo abituare visto che ormai la N/s economia va verso il baratro.
Honda come Ducati e come Piaggio sono holding con stabilimenti e accordi commerciali con tutto il mondo, cio non significa che la Honda non sia Giapponese altrimenti anche Maserati e Fiat non sarebbero più Italiane.